THE BEGINNING
In tempi di pandemia la fotografa americana Tina Barney si è trovata a sistemare i suoi archivi, scovando tra gli scatoloni i primi scatti della sua carriera. Foto di familiari e amici, sul finire degli anni Settanta. Da dove tutto ha avuto inizio
di Marzia Nicolini
La macchina del tempo esiste: sono le nostre fotografie, in grado di teletrasportarci alla nostra infanzia e giovinezza in un istante, come per magia. Se oggi selfie e scatti digitali sono all’ordine del giorno, con una tendenza al too much dovuta al cellulare sempre pericolosamente sottomano, a fine anni Settanta i ricordi venivano fissati per sempre con le fotocamere istantanee, oggi divenute oggetti vintage da collezione, selezionando con cura l’attimo da cogliere.
Non si correva certo il rischio di esagerare: gli scatti venivano dosati e il click dell’obiettivo era rivolto ai momenti considerati davvero importanti. La torta di compleanno, il viaggio on the road, la gara di nuoto, la partita di calcio, l’anniversario di matrimonio. Parliamo di fotografie anni Settanta perché l’editore (con gusti indie) Radius Books ha appena pubblicato un libro che, a modo suo, celebra la fine di quel decennio. Si intitola The beginning e in copertina ha un gruppo di ragazzi in un’acquapark. Sullo sfondo gli Stati Uniti, più precisamente la mitica East Coast californiana e la montuosa Sun Valley, nel profondo Idaho, a Nord della nazione. A stare dietro l’obiettivo di queste istantanee è la fotografa americana Tina Barney, oggi 78 anni, i cui lavori sono stati inclusi in prestigiose esposizioni in giro per il mondo, ospitate da enti museali e fondazioni in giro per il mondo, dal MOMA Museum of Modern Art di New York alla galleria Barbican di Londra.
I critici di fotografia sanno che l’occhio di Tina Barney è da sempre rivolto a cogliere la complessità delle relazioni interpersonali, con il risultato di offrire uno scorcio sui momenti di vita quotidiana e reale. Solo grazie a questo nuovo libro, però, è possibile constatare come questo desiderio e questo focus siano stati centrali nel suo lavoro fin dagli inizi. The beginning, appunto. Nell’introduzione del volume, l’autrice racconta il dietro le quinte di questa raccolta di colorati scatti inediti, oggi piacevolmente godibili dal divano di casa. Tutto è partito dall’assurdo periodo del lockdown, con l’obbligo di stare chiusi in casa causa pandemia da Coronavirus. Come tante persone nel mondo, anche Tina si è ritrovata a dover fare i conti con il confino domestico.
La sua strategia per non impazzire? Impiegare gran parte del tempo a fare ordine. Nel suo caso, ordine tra gli immensi archivi di foto della sua vita. Impegnata in questo tipo di attività, Barney si è ritrovata tra le mani uno scatolone dimenticato, quindi preziosissimo. «Mentre scavavo tra le centinaia di negativi 35mm che ho scattato tra il 1976 e il 1980, ho cercato di ricordare com’ero, cosa pensavo e quali erano le mie intenzioni ai tempi. So per certo che ero una persona intensa. Ho sempre preso la vita sul serio. Penso di essere stata terribilmente arrabbiata, ma forse la rabbia fa semplicemente parte della giovinezza», riflette. Quanto alle fotografie realizzate in quei quattro anni e oggi raccolte nel libro, l’artista spiega: «Sembrano raggi X della mia mente e dei miei pensieri durante le estati trascorse con la famiglia e gli amici sulla East Coast, le stagioni invernali alla Sun Valley, nell’Idaho, e le varie scampagnate primaverili». In quel periodo Tina Barney sviluppò una predilezione per i grandi formati fotografici, ingrandendo via via le misure delle sue stampe (la maxi taglia delle foto divenne una sua cifra distintiva). La sua inseparabile alleata, sempre al collo, era la macchina analogica Pentax 35mm.
A noi resta il piacere di sfogliare The Beginning, immergendosi in un universo familiare perduto: saranno i colori sbiaditi, saranno certe pettinature, saranno i pantaloni a zampa di elefante, le tute azzurre, le auto d’epoca, le carte da parati a fiori (con poltrone en pendant), gli scivoli d’acqua a serpentina, ma l’effetto nostalgia è assicurato. Non mancano gli scatti in bianco e nero, tra ritratti in movimento di bambini vivaci (i figli di Tina e i loro amichetti), onde californiane tutte da surfare e monti incappucciati di neve. E poi piscine, tante dall’acqua color azzurro clorato, simbolo di estati spensierate. Gli anni Ottanta, pop e leggeri, erano dietro l’angolo.
Articolo pubblicato su WU 126 (giugno 2024)
Tutte le img nella pagina sono di Tina Barney dal libro ‘The Beginning’