VIOLA ROLANDO L’ESTATE AL MARE “POP”
Dopo aver ritratto la realtà di Rockaway Beach nel Queens, Viola Rolando ha spostato il suo obiettivo, a Ostia. La sua serie fotografica ritrae un modo di vivere il mare senza tempo, che fa parte dei nostri ricordi e che sottolinea come la spiaggia sia un luogo di libertà
di redazione di WU
Qualche mese fa, in piena crisi sanitaria, la prospettiva di un’estate senza mare aveva portato qualcuno a immaginarsi le spiagge italiane con ombrelloni e sdraio delimitati da pareti di plexiglas. Un’immagine assolutamente in contrasto con quella che abbiamo nei nostri ricordi di questo luogo. In un Paese come il nostro, con quasi 8 mila chilometri di costa, la spiaggia ha un posto ben preciso nell’immaginario collettivo: si può vivere lontani dal mare o vederlo dalla propria finestra, ma quasi tutti riusciamo a recuperare dalla nostra memoria immagini, suoni, colori e sensazioni di una giornata trascorsa con i piedi nella sabbia.
Questo ruolo centrale ha destato l’interesse di Viola Rolando, fotografa originaria di Roma, che ha scelto la spiaggia come scenario di una serie di reportage. Il primo lo ha scattato circa sei anni fa a Rockaway Beach, spiaggia del Queens a New York, a pochi metri da Coney Island. Una serie fotografica nata tra le pause di un altro lavoro per il quale si trovava oltreoceano e che oggi trova il suo degno successore in questo secondo capitolo dedicato a Ostia: «Cercavo tra le località del litorale romano una che avesse in comune quel lato popolare che avevo incontrato già negli Stati Uniti – ci racconta Viola – Ostia, più di altri posti, rappresentava bene questo aspetto e l’ho scelta per tale motivo».
Le foto di questa serie dedicata alla località laziale sono state scattate lo scorso anno, nei pomeriggi tra la metà di luglio e i primi di agosto. Quello che appare evidente, però, è la difficoltà di collocare temporalmente le foto. Viola non ci lascia volutamente “indizi” su quando sono state scattate, non ritroviamo elementi che ci possano fornire questa informazione. Una scelta concretizzata evitando il più possibile di immortalare brand, loghi, scritte e tutto ciò che può aiutare in questo senso. La tecnologia è un altro grande assente, ma in questo caso l’assenza non è stata decisa a priori: «Nel reportage di Rockaway Beach c’è una foto con una ragazza che usa un tablet, mentre qui non ci sono foto di questo tipo. Forse è un elemento che ho escluso perché anche inconsciamente non volevo in nessun modo contestualizzare temporalmente».
C’è una continuità nel tempo e nello spazio nel modo di vivere il mare da parte delle persone: le differenze tra le due serie di questo reportage sono minime e, allo stesso tempo, potremmo collocare gli scatti di Viola Rolando a Ostia molto prima sulla linea temporale perché, in fondo, l’approccio a questi momenti non è molto diverso da quello di venti o trent’anni fa, almeno per quanto riguarda i tratti di spiaggia libera, quelli dove le persone si portano il proprio ombrellone e il pranzo da casa per passare tutta la giornata in spiaggia: «Sono scatti vicini a quelli che sono i nostri ricordi di infanzia, che probabilmente non sono così diversi da quelli dei nostri coetanei al di là dell’Oceano o di altre parti del mondo», continua Viola.
Le foto fanno riferimento alla spiaggia libera di Ostia, l’autrice ha evitato di soffermarsi su situazioni più “strutturate” come stabilimenti e bagni. Questo tratto è principalmente frequentato da persone del luogo e da romani, non c’è tanto turismo da fuori. È un’attrazione anche per le comunità dell’est Europa, ma appare difficile distinguerle in questo contesto, che potremmo definire popolare e, in un certo senso, “rilassato”. Le persone sono meno interessate alle imperfezioni del proprio fisico e di quelli degli altri bagnanti, ci si gode e si vive il mare con se stessi senza particolari pudori. Una libertà quasi preziosa, in un momento in cui la ricerca della perfezione estetica è un valore della società globalizzata: «È una delle parti che mi affascina di più di questo lavoro – ci dice Viola – in questo frangente è più evidente la minore attenzione a sé e agli altri. Il fatto di essere pressoché nudi rende più evidente questa forma di libertà, sia nella persona giovane sia in quella più anziana si nota come non ci sia attenzione morbosa all’estetica. Non trovi la signora che si mette il pareo per passeggiare sul bagnasciuga, per esempio».
In un’estate particolare come quella appena partita, la realtà di queste spiagge sarà molto diversa rispetto a quella immortalata in questa serie? Le prime immagini che stanno passando sui media ci dicono di no, sia per l’allentamento delle misure di distanziamento sociale in virtù del miglioramento della situazione generale, sia per una difficoltà di concepire il mare in una maniera differente rispetto a quella alla quale siamo abituati. È difficile immaginare di viverlo diversamente: «Sinceramente non ho mai creduto all’idea di poter praticare sulle spiagge il distanziamento sociale e di vedere persone con le mascherine. Piuttosto che vivere il mare in questo modo, immagino che molti preferirebbero starsene a casa».
L’interesse di Viola Rolando per questo lavoro, però, non è affatto sopito: «Appena la situazione lo permetterà, voglio continuare con nuovi capitoli. Una situazione che vorrei ritrarre è quella dell’Inghilterra del Sud, ma penso di non fermarmi qui. È un progetto che voglio portare avanti e che potrebbe non avere una fine».
Articolo pubblicato su WU 102 (luglio 2020)
Tutte le foto nella pagina sono di Viola Rolando
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