CYBERPUNK 2077: IL SUCCESSO, I PROBLEMI, LE POLEMICHE
Era uno dei titoli più attesi del decennio e ha richiesto 8 anni di sviluppo: il titolo di CD Projekt Red è uscito e tutti ne parlano (nel bene e nel male)
di Marco Agustoni
Ci sono titoli destinati a lasciare il segno nella storia dell’intrattenimento videoludico. Cyberpunk 2077, videogioco sviluppato dalla software house polacca CD Projekt RED, è uno di questi, ma a rendere più unica che rara la storia di questo action-rpg in prima persona è il fatto che sia già stato in grado di cambiare le carte in tavola anni prima della sua uscita effettiva.
L’hype attorno a Cyberpunk 2077 era già alle stelle al momento del suo annuncio, nell’ormai lontano 2012. E a otto anni di distanza, nonostante qualcuno temesse di vederlo scivolare lentamente in quel development hell che già in passato ha falciato nomi eccellenti, l’attesa attorno al gioco in questione non è mai diminuita. Anzi. A rinfocolare l’entusiasmo degli amanti del genere, era oltretutto arrivata la notizia di un coinvolgimento nel gioco di Keanu Reeves, una sorta di icona della fantascienza, oltre che uno degli attori più memeificati e amati del web.
Il 10 dicembre il titolo sviluppato dai creatori di The Witcher 3: Wild Hunt, uno dei videogame di maggiore successo degli ultimi anni, è finalmente uscito per PC e console di vecchia generazione, mentre per Playstation 5 e X Box Series bisognerà aspettare il 2021. Già in prevendita Cyberpunk 2077 aveva fatto il botto, tanto che al day one sembrava scontato parlare di successo annunciato. Non tutto, però, è andato per il verso giusto.
Ma partiamo con ordine: Cyberpunk 2077 è davvero un gioco all’altezza delle aspettative, in grado di cambiare le sorti del settore? Probabilmente è ancora presto per dirlo, e forse lo sbarco su console next-gen consentirà di dirimere i dubbi. Per il momento, le reazioni sono nel complesso molto positive, almeno per quel che riguarda la complessità e la profondità della trama e delle side quest e per la resa delle atmosfere.
A proposito della storia e del setting di Cyberpunk 2077, la base è questa: il protagonista si chiama V, può essere customizzato a piacimento nell’aspetto e vive nella megacittà californiana di Night City, in un futuro distopico in cui gli Stati Uniti sono collassati e le metropoli sono controllate da gigantesche corporation al di sopra delle leggi. Al di là delle fattezze, è possibile scegliere la classe di appartenenza del personaggio fra tre disponibili. La scelta, fra l’altro, inciderà in maniera sostanziale sullo svolgimento del gioco, che peraltro offre al di là della sua trama principale già di per sé molto aperta la possibilità di perdersi in un mondo open-world di straordinaria complessità.
Al di là di trama e ambientazioni, a non convincere appieno i giocatori, finora, sono state piuttosto alcune meccaniche di gioco, giudicate un po’ legnose. Ma i veri problemi sono ben altri. Sin dalle prime ore dal suo esordio, numerosi utenti hanno segnalato frequenti bug e glitch nel gioco, tali in alcuni casi da compromettere l’esperienza immersiva di Cyberpunk 2077. E il titolo è stato giudicato quasi ingiocabile per chi non avesse a propria disposizione una Playstation 5 o un pc abbastanza potente.
Le lamentele degli utenti PS4 e le numerose segnalazioni di disservizi hanno già spinto CD Projekt ad annunciare una serie di rimborsi. E la software house ha già affermato di essere al lavoro su una serie di patch per ovviare ai vari bug e migliorare alcune dinamiche di gioco. Ma l’impressione è che ormai sia diventata un’abitudine, per gli sviluppatori, arrivare al day one di un videogioco con quello che è in realtà ancora un work in progress, con l’intenzione di correggere poi i problemi in un secondo momento. Una pratica che sta contribuendo ad alimentare malcontento e disaffezione fra i gamer e che appare poco rispettosa nei confronti dei compratori, che o si rassegnano a giocare un prodotto incompleto, o rimandano direttamente l’acquisto a un secondo momento, una volta che sono state tappate le diverse falle.
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