12H, LA VIDEO PLAYLIST DEL 23 DICEMBRE
12H è una nuova video playlist per non dimenticarsi che, nonostante la pandemia, c’è sempre nuova buona musica da ascoltare per ogni momento del giorno. Ecco le nostre scelte di questa settimana
di Carlotta Sisti
E io che credevo che la “variante inglese” potesse essere una cosa riguardante le serie tv. E invece, eccolo lì, l’ultimo spauracchio di fine 2020, piombatomi addosso proprio quando un palese segnale di ripresa psicologico-emotiva s’era manifestato nel cercare ossessivamente voli. Voli per Delhi, voli per Tokyo, voli per Mosca, voli per ricominciare, voli per dimenticare. E invece.
Però c’è il cast di Sanremo 2021 ad aprire uno squarcio sul possibile ritorno della vecchia normalità, quella in cui ci si lagnava delle trasferte, dei luoghi affollati, del buffet scarso di un aperitivo all you can eat, dell’acustica “tremenda” di certi locali. Sanremo stella polare, faro nella notte, e quest’anno accompagnato dalla frase che tutti quelli del circuito “urban” o “…” (riempire virgolette con un sinonimo a piacere) amano e ripetono allo sfinimento, e cioè «uè, ma è il MiAmi sul palco dell’Ariston». Ma magari, cari tutti (cit. di Arisa, la più punk di tutt*), ci fosse Orietta Berti nella line up del festival del Magnolia, allora sì che vivremmo in una società fluida, o, altra parola aratissima, inclusiva.
L’Orietta, come ha fatto notare saggiamente qualcuno, è andata a coprire la quota MYSS KETA, data per certa, ma quel che è certo, a mio avviso, è che la stessa MYSS sarà ben lieta d’aver lasciato il posto alla regina di Cavriago, seconda in classifica, pari merito con Malika, per punk attitude. Tutto il resto, a una manciata di ore da quello che sarà un Natale abbastanza triste (ma che, come m’ha detto una saggia amica, sarebbe potuto essere più triste) sono le canzoni, che continuano a uscire, e che fanno molto meglio alla salute dei live in streaming, che, duole dirlo, proprio non riescono ad ingranare. Fatta eccezione per lo show di Dua Lipa, un po’ musical, un po’ video clip, in una parola un “varietà” ben fatto e ben ragionato, gli altri che ho visto m’hanno lasciato addosso un velo di amarezza, perché, concludendo, se non ne escono bene i Gorillaz, che sulla carta sono la band che avrebbe più carte da giocarsi un una situazione come quella, allora chi?
Insomma, variante inglese permettendo, oltre ai voli, avrei molta voglia, non si fosse capito, di comprare biglietti per concerti veri, ma nel frattempo godiamoci quello che abbiamo, e cioè i pezzi del 12H natalizio, ma senza canzoni di Natale, giuro.
IL RISVEGLIO: ‘FIREFLY’ DEI NAVA
Possiamo dire che i NAVA non ne sbagliano una? Sì, possiamo. La band che prende il nome dalla sua cantante Nava Golchini, persiana nata a Tehran, che lei descrive come «una metropoli gigante che è un mix tra Napoli, Shanghai e Atene», sembra avere una scorta inesauribile di creatività ed ispirazione. Non hanno un genere di riferimento, i quattro, che si completano con il produttore e arrangiatore Francesco Fugazza e i batteristi Elia Pastori e Marco Fugazza; hanno, invece, la padronanza per maneggiarne quanti più possibile, con eleganza e personalità. Questa loro ultima uscita è a prova di spleen, bella, succosa, molleggiata, ricca, un banchetto musicale, per ballare abbracciati al vostro panettone preferito.
LA PAUSA CAFFÈ: ‘PARLAMI DI DIO’ DI TUTTI FENOMENI
A volte i commenti di YouTube sono aberranti, altre volte, come nel caso dell’ultimo video di Tutti Fenomeni (che è anche il primo concerto di cui avevo già gli ampliamenti citati biglietti a essermi saltato e ne ho sofferto come una vera fan girl) sono così belli da risolvere da soli la spiega del pezzo. Eccone qualcuno: «Si dice che Dio affidò a Mosè due tavole in pietra: una conteneva Parlami di Dio, l’altra, ormai perduta, Radio Guarascio pt.2»; «Letteralmente i Talking Heads che vanno a messa»; «Giorgio Quarzo Guarascio è il mio professore di teologia»; «Giorgio non ha fans ma fedeli»; «Tutti Fenomeni vince Sanremo 2021 con il nome in codice Orietta Berti»;«In Tutti Fenomeni troviamo una sorte di Nietzsche che per ritrovare la strada per diventare un superuomo che dibatte e prende in considerazione soltanto argomenti “superiori” non deve più disintossicarsi dalle entità sacrali ma al contrario, le deve ritrovare e inseguire»; «Dovrebbero metterla nei libretti che si trovano nelle panchine in chiesa, andrebbe cantata prima dei sermoni e alla fine della messa, in modo tale da ricordare il vero Dio».
PRANZO: ‘MELODY’ DI SOFIE & MISS WORLD
Le due artiste della Stones Throw Records, Sofie e Miss World, hanno coinvolto il fondatore dell’etichetta, che è Peanut Butter Wolf (aka Christopher Manak) per questa cover piena di glassa del brano del 1983 di Plustwo. La loro versione di Melody ha la stessa capacità di mantenere striature dark dentro un pezzo che è una big bubble, e anche il video, che lo stile lo-fi dell’originale, nonostante il rosa, nonostante le palme, nonostante loro due che ballano, ha qualcosa di vagamente sinistro, sotteso, anche se a prevalere è un senso di divertimento assoluto. Che belle le cover, quando sono fatte così.
APERITIVO: ‘LEAVE ME ALONE’ LIVE (A COLORS SHOW) DI AMAARAE E ‘2HRS’ DI TOBI LOU
Ci meritiamo tutti di ascoltare Amaarae che riallinea i pianeti con il suo live in acustico nel formato A Colors. Ci meritiamo di farci curare dalla sua voce, che appena parte già ha lenito molti dei nostri malesseri, e lei, soprattutto, merita l’attenzione sempre maggiore che il mondo sta dando alla sua arte. Ama Serwah Genfi, in arte Amaarae, nata in Ghana nel 1994, trasferitasi negli negli Stati Uniti, tra il Bronx, Atlanta e il New Jersey, dove ha vissuto per anni, per poi tornare stabilmente nel suo Paese, facendo base nella capitale Accra. Lei, che si racconta senza timori nel suo essere sessualmente fluida, ha fatto un album d’esordio, The angel you don’t know che è una sorpresa continua, con chitarre punk che spaccano tutto quando non te l’aspetti, e la sexyness estrema di Fancy a rendere omaggio alla trap, quella bella, mischiata con l’r’n’b. La sua voce, che dal vivo, ancora di più che nel disco è qualcosa di raro, va a prendersi un posto meritatissimo nelle cose belle di questo 2020. Tobi Lou, musicista nigeriano che vive a Chicago e il cui vero nome è Tobi Adeyemi, ha sofferto molto quando è morto Kobe Bryant. Ma quel lutto gli ha fatto anche venire voglia di mettersi al lavoro sul suo nuovo album, Parrish Blu , che uscirà nel 2021. «Kobe aveva vissuto in ogni momento della sua vita dedicandosi a ciò che più amava. Per questo dopo la sua scomparsa pensato: “cosa posso dire di aver dato al mondo, cosa posso dire di aver fatto”‘ Questo mi ha spinto a voler fermare tutto per capire cosa voglio fare e come». Ebbene, quello che sa fare, da dio, Tobi è raccontare i disastri della vita con ottimismo e dinamismo: dalla salute mentale, al razzismo, la sua musica offre una dose rinfrescante di gioia, anche quando parla di cose che di gioia non ne contengono affatto.
PRIMA DI ANDARE A DORMIRE: ‘ORSO’ DI DOLCEDORMIRE E ‘FAR AWAY’ DEI BASEBALL GREGG
Dolcedormire è uno dei talenti di Factory Flaws, di cui incarna l’anima più fiabesca e carezzevole. Questo pezzo, che lui racconta essere nato «con l’intenzione di trasportare l’ascoltatore in una danza spirituale. È un inno al cambiamento, alla crescita personale e alla forza d’animo che serve per sentirsi liberi di essere se stessi», è una piccola meraviglia. Se ti ci imbatti per caso, com’è successo a me, è facile che ne resti stregato, perché l’equazione, parola che forse stonerà se messa a confronto con quelle più eteree usate finora, tra voce, melodia e testo è perfetta. Non so, in realtà, se ambisca alla perfezione, Simonte Trotta, vero nome di DD, probabilmente no, ma quanto esce dalla sua mente e dalla sua chitarra è prezioso, per cui vogliamo nuove cose, il prima possibile, che ce n’è bisogno. I Baseball Gregg sono altri che con le emozioni e il modo giusto per trasmetterle ci sanno fare eccome. Loro, che hanno da poco pubblicato il nuovo Ep Indoors insieme a Boy Romeo, artista di Chicago, hanno il dono di sapere comunicare attraverso la musica in modo del tutto spontaneo, senza artifici nelle intenzioni così come nel suono. E lo si capisce anche da come hanno presentato Indoors: Joan Didion ha scritto una volta: «Raccontiamo a noi stessi delle storie per vivere». Ecco sei storie che ci siamo raccontati in quest’anno in cui abbiamo vissuto in gran parte nella nostra immaginazione.”
BONUS INSONNIA: ‘SLIDE’ DI MEDHANE
Notturno, solitario y final.
Nella foto in alto: still dal video ‘Parlami di Dio’ di Tutti Fenomeni
Clicca qui per la playlist di settimana scorsa
La playlist 12H di WU curata da Carlotta la trovate anche su Spotify, qui sotto il player
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