12H, LA PLAYLIST DEL 9 GIUGNO
12H è una playlist con i pezzi più interessanti usciti negli ultimi giorni, perché ci sono sempre nuove e belle canzoni da ascoltare
di Carlotta Sisti
E così siamo tornati ai concerti, tutti storditi da un misto di incredulità, eccitazione e cautela. Ma possiamo abbracciarci, se non ci si vede da un anno? In teoria no, però come si fa. Ma possiamo smascherarci? A metà, cioè solo in certe aree dei festival. E ballare, si può? No, quello no. Però da seduti sì. Eccola, la ripartenza, tanta gioia, tante contraddizioni, tanta buona volontà.
Che bellezza vedere il pubblico che si fa andare bene i posti a sedere e trova nuovi modi per pogare e fare festa. Ma vi pare che dobbiamo sentirci dire che meritiamo di estinguerci, quando siamo in grado di ballare la tecno senza alzare le chiappe da una poltroncina? Ecco, tornare ai concerti ti fa credere nell’umanità, quella che scalpita, e quella che dice, come ha fatto una coppia davanti a me nella fila asburgica tanto era ordinata, per prendere da bere che il posto numerato «alla fine mi fa sentire più tranquillo, perché ti ricordi il bordello di quei concerti affollati?». Eh, te lo ricordi? Che tenerezza che facciamo. E che distopia, sentire così tanta gente parlare dei vaccini, come fossero una nuova auto elettrica ,«e tu come ti sei trovato con Moderna?» o un cibo della nuova gastronomia sotto casa, «ah hai fatto Pfizer? Dicono sia un po’ pesante».
Io no, io ero esclusa dalla conversazione, io fangirl della prima ora dei vaccini, io che avrei fatto pure quello cinese, ancora niente, e non per giovinezza, ma vi pare, ma perché la mia Regione ha deciso che andrà a prenderli uno a uno, gli over 80, dovesse metterci due anni, pure se non escono di casa dal ’91, andrà a stanarli, e gli inoculerà il vaccino, così che possano prenotare per Ibiza. Ma non importa, perché ho davanti una lunga serie di festival, sto perfezionando delle mosse gomito-ginocchio da seduta niente male, e forse al prossimo festival, che è il ROBOT di Bologna ed è tutto elettronico quindi raga, organizziamoci (occhiolino) potrò anche io raccontare nel dettaglio la mia puntura puntualmente instraggrammata. Nel frattempo, godiamoci le nuove uscite della settimana, che è quasi estate e ci meritiamo che sia fantastica.
IL RISVEGLIO: ‘CHICCHI DI RISO’ DI FRAH QUINTALE FEAT. FRANCO 126
Frah Quintale ha tantissime doti: sa, per esempio, creare immagini nelle quali riusciamo davvero a riconoscerci, a immergerci, poi sa rendere romantico il quotidiano e sa prendere i nostri lati più esposti ai travagli della vita e renderli speciali. Ma, e lo si sente bene in questa Chicchi di riso che fa parte del nuovo album Banzai – lato arancio, Frah sta bene con tutti, da Giorgio Poi a Franco126. E non perché gli manchi personalità, anzi, è uno dei più riconoscibili della scena nonché uno che ha creato un sound solo suo, ma perché ha una generosità innata che fa sentire a casa chiunque duetti con lui, e quindi bentornato Frah, questa ce la canteremo tutta estate.
LA PAUSA CAFFÈ: ‘DECADE’ DI MISSEY O ‘DAVID CHI?’ DI N.A.I.P.
Avvolta dalla produzione fluttuante di Omake, Missey ci racconta del tempo e della sua preziosità, si apre con noi e ripetendo quella specie di mantra che è «mi ci vogliono decadi, decadi, decadi» ci riporta alla necessità di fare un bel respiro e sospendere la fretta. «Decade – ha spiegato la nuova princess del r’n’b di casa Totally Imported – è la mia risposta nei confronti dell’efficienza e velocità forzate che ci circondano, che ogni tanto ci fanno sentire fermi, mentre gli altri ci corrono intorno pieni di energia e volontà. Io volevo fermare su carta la mia dichiarazione, e ripeterla più volte: mi ci vogliono ‘decadi’, ci vuol tempo per rimettersi in sesto, ci vuol tempo e concentrazione per creare qualcosa di vero e nuovo. E questa sensazione paralizza, a volte fa desiderare le cose altrui, pur non desiderandole davvero». N.A.I.P. prodotto da Stabber è la conferma che stiamo vivendo una fase di combo musicale che ci azzeccano, e pure tanto, e così eccolo, che ci trascina in uno dei suoi viaggi folli, a zonzo per Marte, sperando, magari, di trovarci il Duca Bianco, e finendo per incontrarne un altro, di David, uno che ha meno a che fare col Pianeta Rosso e più con la cassa dritta. La lucidità con cui Michelangelo gioca con la pazzia colpisce sempre, anche in versione hit estiva.
PRANZO: ‘GABBIANO’ DEI FRIUILLI
Non c’è niente di intelligente che io possa aggiungere a un pezzo che è frutto dell’unione delle menti di Calcutta e Pop X, ma voglio comunque condividere il fatto che «che cazzo ti guardi gabbiano, che cosa che cerchi da me» è una frase svela un sentimento troppo a lungo rimosso, rinnegato, di profondo disagio e intimidazione che questo pennuto suscita. Quindi, ecco, credo che i FRIUILLI siano qui per salvarci da sindromi da stress post traumatico e dobbiamo loro molta gratitudine.
APERITIVO: ‘SOLI PER SEMPRE’ DI CMQMARTINA O ‘LIZ’ DI REMI WOLF
Quando l’ha fatta dal vivo, davanti a una pletora di fan che la confermano nostra regina della dance, ho avuto conferma che è la mia preferita del suo nuovo DISCO2, un lavoro spudorato com’è lei, e che non lascia prendere fiato, forse perché abbiamo molto da recuperare e più in fretta possibile. Soli per sempre ha tutti i pregi della musica di Martina: il beat che spacca, i testi che “inquinano” l’atmosfera festante con riflessioni anche amare, la voce, bella e non ancora, per fortuna, del tutto domata. E come seconda scelta, abbiamo un’altra ex talent: dopo la sua apparizione in American Idol nell’ormai lontano 2014 , Wolf sta ridefinendo con successo la sua immagine. In un pezzo perfettamente infuso di neo soul, la cantante Remi Wolf ci trasmette tutta l’energia di un ritrovato benessere con il suo ultimo singolo, Liz. Con splendide armonie in falsetto che fluttuano per tutta la traccia, Wolf ci eleva in un luogo spensierato, specchio della splendida aura dell’artista californiana. Dopo la sua apparizione in American Idol del 2014 , Wolf sta ridefinendo con successo la sua immagine.
PRIMA DI ANDARE A DORMIRE: ‘RAPSODIA CONTADINA’ DI ANGELO TRABACE O ‘2 L8’ DI FOUSHÈE
Cari tutti, vi presentiamo qualcosa di speciale che è l’arte senza tempo di Angelo Trabace. Rapsodia Contadina è infatti qualcosa di molto diverso da tutto quello che è entrato nei vari 12H, sia come riferimenti, che mood ed intenzione. È un tentativo di raccontare in musica quella “comunione” antica fra il nostro corpo e il contesto di natura e tradizione da cui proveniamo, e il nuovo artista di Believe ce lo racconta anche visivamente, in un videoclip fuori dal coro, dalla poetica forte e commovente. Il pezzo è ispirato dalla melodia di un testo popolare in dialetto che si cantava nella terra di cui Angelo è originario, cioè la Lucania, durante il periodo di Carnevale quando, con uno strumento antichissimo chiamato “cubba-cubba”. «Questa mia rapsodia – spiega Trabace – vuole essere una sorta di omaggio e metafora di un’Italia contadina. Mi piacerebbe definirla una specie di “musica selvatica” come quelle piante che crescono spontanee, libere, nei posti più imprevedibili e nelle situazioni più difficili». In un altro, nuovo revival di un classico, l’eterea Fousheé offre una versione moderna e delicata del pezzo del 1971 di Carole King It’s Too Late. Tra le melodie stratificate e mutevoli della cantante dalle molteplici sfaccettature, c’è anche il suo rap ultra riconoscibile, che riflette sull’amore perduto dopo la quarantena. «Mi hai aperto, tagliato in profondità, hai il mio polmone in mano/ E per la mia sanità mentale, non mi innamorerò mai più/ Ho cambiato il tuo nome in “Non rispondere più al fottuto telefono», sussurra sopra un delicato strumentale acustico, e ci stende tutti.
BONUS INSONNIA: ‘KILOS’ DI SAM AUSTINS
KILOS, il primo singolo del progetto di debutto dell’etichetta di Sam Austins, HOMELESS STAR , è in parte Blood Orange, in parte Tame Impala, ma cento per cento della stessa sostanza di cui è fatto Austin. Il narratore d’avanguardia dipinge un’immagine estiva di Detroit, giustapponendo una cornice rilassante e rilassata a battute inquietanti come «Non dormo da un mese/ Questi fuochi d’artificio sono come il quattro di luglio». Se anche tu non dormi da un mese, consolati con il buon Sam.
Nella foto in alto: Frah Quintale, foto di Tommaso Biagetti
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La playlist 12H di WU curata da Carlotta la trovate anche su Spotify, qui sotto il player
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