RY X – FILI INTRECCIATI
Ry X è tornato con ‘Blood Moon’, un album con 13 nuove canzoni creato e registrato durante la pandemia nel suo studio immerso tra le montagne
di Enrico S. Benincasa
Lo scorso 17 giugno è uscito per BMG Blood Moon, il nuovo album di Ry X. Il musicista e artista australiano ha preso la pandemia come un’occasione per scavare nel profondo del suo io musicale e ci ha restituito 13 nuove canzoni che raccontano il suo delicato ma potente universo sonoro. Questa estate non lo vedremo purtroppo in Italia, ma l’obiettivo è quello di tornare presto, in posti speciali che si prestano al suo modo di fare musica. Tra le sue date già annunciate in Europa, però, ce ne sono due il prossimo marzo insieme alla London Philarmonic Orchestra per cui varrebbe la pena farsi un giro nella capitale inglese.
Quando hai iniziato a lavorare a questo disco?
Ho cominciato il primo giorno di pandemia. Dovevo andare in Islanda e poi in altri Paesi europei per una serie di sessioni in studio e per suonare dal vivo. Quando hanno chiuso le frontiere ho deciso di trasformare l’impossiblità di viaggiare nell’opportunità di scavare a fondo nel mio processo creativo nel mio studio immerso tra le montagne.
Blood Moon: perché hai scelto questo titolo?
Perché richiama un momento importante per la vita. Una situazione per una riflessione profonda, per essere presente a livello di sito, per esaminare e integrare le zone d’ombra dell’esistenza. Penso che abbia una sorta di “soft power” che ritrovo anche nelle canzoni, un’essenza a livello di significato e di completezza che nessun altro titolo avrebbe potuto avere. Mi sono fidato di questa idea e ho deciso di tenerlo.
Blood Moon ha 13 canzoni: è stato difficile scegliere quelle da mettere in questo disco tra – immagino – le tante idee che hai sviluppato durante il processo creativo?
Sì, è stata una sfida. Ho scritto e registrato tante cose, le ho lascia crescere e le ho modificate nel corso del tempo, La sfida più grande, alle volte, è decidere che cosa rende completo un lavoro. In un album voglio che ci sia ampiezza e profondità, non voglio na ripetizione lineare dei suoi e delle energie, ma allo stesso tempo c’è un bisogno di unità da bilanciare. Le canzoni in un lavoro come questo sono fili intrecciati insieme per creare qualcosa di più potente.
Qual è la prima canzone che hai completato e qual è ‘ultima che hai chiuso?
Alcune delle prime tracce che ho chiuso sono A Thousand Knives, Come Back e Crawl. Hanno mantenuto un senso di ancoraggio che è diventato davvero importante per scegliere gli altri pezzi. Colorblind è stata una delle ultime canzoni che ho finito per essere nel disco. È uscito da una sessione di registrazione improvvisata con Olafur Arnalds in Islanda mentre dirigevo i video di Your Love e Let you Go. Quando questa canzone ha iniziato a diventare “reale”, ho subito capito che sarebbe stata parte di Blood Moon.
Come vivi la parte visiva della tua musica?
Può essere difficile realizzare video narrativi per la mia musica, e quindi non è qualcosa su cui mi concentro. Cerco di creare arte visiva che sia stata affiancata e all’interno della musica. In un certo senso vedo tutto come arte insieme, cercando di creare immagini che possano permettere alle canzoni di penetrare più a fondo nei cuori delle persone, dando alla parte sonora la possibilità di aggiungere significato. Cerco di creare e dirigere video in modo simile alla musica: non mi focalizzo su aspettative e risultati, ma cerco di unire elementi per creare qualcosa di bello, di valore per il mondo.
Quest’estate non suonerai in Italia. Sarà possibile rivederti dalle nostre parti sul palco tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023?
Mi piacerebbe molto tornare presto in Italia, è un Paese che amo: la cultura, le persone, il romanticismo e la sensualità unite in un unico posto. Sto lavorando per portare il mio tour in contesti speciali e in Italia ce ne sono tanti da mettere su questa lista. Spero di tornare presto.
A proposito di eventi speciali, a orzo del 2023 sarai a Londra per due concerti speciali con la London Philarmonic Orchestra. Cosa ci dobbiamo aspettare da queste date?
Sì, suonerò due volte con la London Philharmonic Orchestra. Una delle serate è già esaurita, credo. Sono entusiasta di questa opportunità ma anche di tutti i live in arrivo quest’anno e il prossimo. Gli ultimi due anno sono stati un bellissimo periodo di riflessione ed esplorazione interiore, ora è il momento di restituire sul palco queste sensazioni.
Ry X su IG
La foto di Ry X è di Clifford Usher
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