LAGOS SPACE PROGRAMME – TRA PASSATO E FUTURO
Lagos Space Programme esplora una cultura complessa come quella nigeriana e fonde l’abbigliamento tradizionale Yorùbá con i codici occidentali
di Monica Codegoni Bessi
È un forte legame con la sua comunità d’origine nigeriana quello di Adeju Thompson, creatore del marchio Lagos Space Programme. Un progetto di fashion design sartoriale, non binario, artistico e multidisciplinare che, grazie al contributo degli artigiani provenienti da tutto il sud-ovest della Nigeria, esplora le tradizioni trascurate della cultura Yorùbá. Il nome scelto, conosciuto anche con l’acronimo LSP, riflette l’etica alla base del processo creativo: legato alle sue radici, ma proteso verso l’esterno. L’idea è di decolonizzare la moda e di portare alla luce una visione africana alternativa, utilizzando l’artigianato locale Adire come portavoce delle comunità queer nigeriane, in una narrazione tradizionale che approda nel mainstream, dedicata alla nuova generazione di africani e occidentali.
Qual è la a visione del brand?
Cerco di far rivivere la conoscenza culturale negli indumenti e negli oggetti, identificando le potenzialità trascurate del presente per creare archivi di moda che conservino ricordi culturali per il futuro. LSP vuole contribuire alla conversazione globale sul genere e sulla sessualità da una prospettiva indigena, esplorando il design attraverso una lente culturale. In questo modo educhiamo ed evidenziamo il passato progressista dell’Africa pre-colonizzazione. Esistono molti malintesi riguardo alla prospettiva africana sul genere e crediamo che la moda possa influenzare i pregiudizi culturali.
Come hai sviluppato la collezione per il Woolmark Prize 2023?
La collezione Project 8 si intitola “Cloth as a Queer Archive” ed è incentrata sulla celebrazione della versatilità della lana merino per la costruzione di indumenti complessi. L’ho usata per collegare l’estetica dei tradizionali indumenti Yorùbá con i codici di abbigliamento occidentali.
Quali elementi consideri caratteristici del tuo brand?
L’innovazione di questa collezione è incentrata sull’Adire, un artigianato tessile indigeno basato sulla tintura organica con indaco. Spinto dalla semiotica della moderna cultura gay, ho cercato di creare nuovi Adire che rappresentassero una conversazione tra passato e presente, per dimostrare il loro potere di riflettere le sfide affrontate dalle comunità queer in Nigeria e in tutto il mondo. Tutte le persone indossano capi che trasmettono la propria identità e parlano al futuro: è imperativo trovare nuovi modi per onorare la nostra eredità partecipando al dibattito moderno e globale, creando nuove storie e sfidando coloro che li indossano a vedere il mondo in un modo diverso.
Quest’anno hai vinto l’International Woolmark Prize, importante trampolino di lancio per i talenti emergenti che celebra- no la lana come fibra innovativa, versatile e sostenibile.
È importante che le voci in tutto il mondo siano ascoltate e penso che l’azienda Woolmark stia fornendo un supporto reale. Penso che i giudici abbiano potuto vedere come affrontiamo onestamente la nostra attività, inseguendo eccellenza, innovazione di prodotto e di processo, trasparenza della filiera, sostenibilità e inclusività. La lana merino è molto versatile e volevamo presentarla in modo nuovo attraverso l’esplorazione tessile, la decorazione e la sartoria di qualità.
Quale proiezione può avere il tuo brand nel mercato globale?
Il nostro obiettivo è continuare a crescere e produrre design autentico, aumentando i nostri rivenditori in Paesi come Giappone, USA e Corea del Sud, ma anche Brasile e Europa. Sto lavorando alla mia nuova collezione autunno inverno che sarà presentata alle sfilate di Parigi il prossimo gennaio.
ADEJU THOMPSON Nato a Lagos nel 1991, ha frequentato la scuola di design nel Regno Unito e lavorato con alcune label importanti del suo Paese. Ha presentato le sue collezioni a Milano, Lagos e Parigi. Nel 2018 ha creato il suo brand, con cui ha vinto l’International Woolmark Prize 2023.
Intervista pubblicata su WU 122 (novembre 2023). Nella pagina: alcuni look della collezione Project 8 “Cloth as a Queer Archive”, vincitrice dell’International Woolmark Prize 2023