NUVOLE DI VAPORE
on generano cattivo odore, creano bianche svapate e sono esteticamente ricercati. Tra i fumatori di cannabis, ma anche tra coloro che amano l’aromaterapia, cresce l’utilizzo dei vaporizzatori, piccoli gioielli tecnologici che permettono di “fumare pulito”
di Andrea Zappa
Il dibattito sulla cannabis è aperto da tempo e a livello legislativo questa droga leggera non è vista allo stesso modo dai vari governi. Ci sono Stati in cui il possesso è legale come Portogallo, Olanda, Germania, Repubblica Ceca, Uruguay e in 23 Stati americani (a fini terapeutici, ma in cinque di questi – Colorado, Washington, Oregon, Alaska e il distretto di Columbia – anche per fini ricreativi), altri dove viene “tollerata” o accettata secondo norme specifiche (Spagna e Canada), altri ancora dove il possesso è pesantemente perseguito (Iran, Malesia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi). In Italia c’è una proposta di legge bipartisan in Parlamento dal 2015 che verte su tre punti principali: la coltivazione a uso personale, il possesso entro piccole dosi e la commercializzazione all’interno di un regime di monopolio statale.
Tra i suoi componenti principali il più noto è il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), che produce effetti differenti di attivazione o rilassamento. La sua diffusione farmacologica è tornata oggi nel trattamento di certe patologie con assunzione in capsule o per vaporizzazione. E proprio quest’ultima tecnica ha trovato grande successo nel mercato ricreativo in quanto, non essendoci combustione, rappresenta una maniera di “fumare pulito”.
I vaporizzatori possono però portare tutte le erbe, gli oli e le resine a un punto di riscaldamento tale da produrre vapore, diventando così ottimi strumenti per l’aromaterapia. Tra quelle che si possono utilizzare c’è la valeriana (235°), nota per la sua capacità sedativa, che si combina molto bene anche con la melissa (142°) e altre erbe come il luppolo (154°) e il ore della passione (154°). La lavanda (130°) invece è in grado di stimolare la circolazione sanguigna, mentre il tè verde (178°) ha effetti stimolanti e la salvia (190°) cura il raffreddore e il mal di gola.
Sono due i sistemi di riscaldamento di un vaporizzatore: la conduzione, che avviene per contatto diretto con una resistenza, e la convezione, che si basa sulla produzione di calore attraverso il trasferimento di un flusso di aria calda (non è presente il contatto e l’erba non brucia). Ovviamente questa tecnologia, che permette un maggiore controllo della temperatura, è più avanzata e i costi lievitano. Tornando alla tanto amata/odiata cannabis, il raggio di temperature a cui tutti i cannabinoidi evaporano si posiziona tra i 157° e i 220°. Dal momento che tutti hanno un differente punto di ebollizione, vaporizzare a temperature differenti potrà generare risultati diversi.
Il mercato offre due tipologie di vaporizzatori: quelli da tavolo (generalmente a convezione) e quelli portatili. Il re indiscusso dei primi, anche per il prezzo, è il Volcano Digit della Storz & Bickel (www.storz-bickel.com), che ha un display digitale per l’aggiustamento di 1,5° alla volta della temperatura. A meno della metà del prezzo si trova il canadese Arizer V Tower (www.arizer.com). Realizzato in acciaio inox, ha il braciere in vetro per garantire la purezza del sapore. Interessante la proposta di Herbalaire (www.herbalaire.com) con il suo versatile H3 dalla forma di una moka che può essere usato con un tubo flessibile, un palloncino, oppure direttamente tenendolo in mano collegandogli una pipa ad acqua.
I vaporizzatori portatili invece sono discreti e dall’estetica particolarmente ricercata. Sono ricaricabili e la maggior parte funzionano per conduzione.Tra i più raffinati c’è il DaVinci IQ (www.davincivaporizer.com) con il guscio in alluminio anodizzato sul quale si legge tramite un display matrix di 51 LED la temperatura. Ha la camera dell’erba in ceramica per mantenere puro il vapore ed è ricaricabile tramite USB e controllabile via App. Altrettanto sofisticato e dalle dimensioni ridotte è il PAX 3 (www.paxvapor.com), che permette di utilizzare erbe ma anche concentrati. Dal design ergonomico, anch’esso è controllabile tramite smartphone e vibra una volta che ha raggiunto la temperatura desiderata.
Uno dei pochi vaporizzatori portatili a convezione è il G Pen Elite della Grenco Science (www.gpen.com) dotato di una camera di riscaldamento in ceramica da 0.75 grammi. Non da meno il piccolo Firefly 2 (www.thefirefly.com): dotato di una copertura magnetica della camera di combustione, sfrutta un particolare processo di riscaldamento a convezione dinamica (un nuovo sistema di flusso d’aria in cui il vapore passa attraverso materiali esclusivamente in vetro borosilicato). Interessante anche il Solo II di Arizer (www. arizer.com) che offre la possibilità di utilizzarlo attaccato alla corrente. La qualità del vapore, con il suo lungo bocchino in vetro che ne permette il raffreddamento, è indiscutibile.
Originariamente pubblicato su WU 80 (luglio 2017).
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