MILANO FILM FESTIVALー PERSON TO PERSON
di Guia Zavanella
Person to Person è il secondo lungometraggio, presentato al Milano Film Festival, di Dustin Guy Defa, artista emergente originario di Salt Lake City. Si tratta di una seconda versione più aggiornata dell’analogo film già presentato in selezione ufficiale al Sundance Festival nel 2014, con protagonista Bene Coopersmith, amico del regista e “collante estetico” di entrambi i film.
In una delle review del Sundance, David Ehrlich, uno dei senior cinematografici di IndieWire, ha descritto la prima versione di Person to Person come «una delicata brezza estiva di un film girato in una giornata d’autunno, in cui il regista Dustin Guy Defa, senza sentirsi anacronistico, amabilmente bloccato nel tempo, sembra riportare una visione analogica di una New York digitale».
Non a caso, fulcro tematico della nuova versione di Person To Person sono delle vere e proprie New York Stories, intrecciate in una vintage comedy stile anni Settanta. Seguendo il “flow” di un giradischi, sulla scia di Charlie Parker, ci immergiamo nella giornata trasognata di diversi personaggi, immortalati nel loro piccolo microcosmo, in contrasto con la grande e frenetica metropoli. Spaccati di vita, gag e pensieri di vita quotidiana vengono eletti a statuto artistico, un po’ come quando le lattine di fagioli di Andy Warhol divennero pop art. Nonostante l’apparente spontaneità, l’estetica e l’intreccio son ben curati, tali da coinvolgerci e da farci innamorare, senza saperlo, di quell’atmosfera newyorkese, ancora una volta risvegliata dal nostro immaginario collettivo.
I protagonisti vivono vicende di abitudinaria normalità in modo molto personale: ognuno indaffarato nella continua ricerca estetica, ognuno facendosi accompagnare, nel proprio percorso quotidiano, da una sua personale soundtrack. Bene (Bene Coppersmith), “il John Lennon di Brooklyn”, gira per la città alla ricerca di un disco da collezione per contribuire alla propria raccolta e ad una passione che richiede impegno e una filosofia di strada da rispettare. Wendy (Tavi Gevinson), la bionda adolescente, è alle prese con drammi esistenziali riguardo la propria sessualità, che le chiede involontariamente delle spiegazioni. Ray (George Sample III), sotto l’ala protettiva di Bene, passa le giornate di divano in divano, logorato dai sensi di colpa per eccesso di amore e gelosia verso la fidanzata. Phil (Michael Cera), giornalista annoiato dalla routine di crimini da prima pagina del New York Times, si trova ad affrontare una detective story in cui le indagini di “camuffamento” del dato decisivo diventano alibi di conquista della nuova stagista. Ma musica metal e una buona dose di consigli da “samurai”, non sembrano aver presa su una tranquilla bibliotecaria. Infine, la cornice degli eventi viene delineata da un orologiaio anziano, Jimmy (Philip Baker Hall) che scandisce i tempi della città dai tempi d’oro.
L’atmosfera di queste strade newyorkesi è quasi palpabile, al punto tale da trasmettere un forte senso di allegria e spensieratezza, con una verve eclettica ma efficace.Per quanto le storie non vogliano incontrarsi se non semplicemente incrociandosi per strada, restano impresse, coinvolgendoti nel flusso. Le piccole esistenze, vissute in prima persona dai protagonisti, sono in realtà catturate da una visione di insieme più ampia: un montaggio che vuole rispettare il “continuum” della favola urbana. Camminando insieme a loro, attraversando le loro vite, riusciamo a conoscerli di persona. Un privilegio raro, non abitualmente consentito al cinema. Personalmente, molto consigliato.
In seconda programmazione venerdì 6 ottobre al Cinema Ducale. Qui il programma completo del Milano Film Festival 2017
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