I MUSEI PIÙ GREEN DEL MONDO
Risparmio energetico e idrico, riciclo, riqualificazione e materiali alternativi sono gli ingredienti essenziali per progettare strutture ecologiche moderne che hanno a cuore la natura e che, dalla Svizzera a Shanghai, ospitano alcune eccellenze mondiali in campo museale
di Alessandra Cioccarelli
Una scintillante facciata, composta da 84 tessere solari in vetro, si specchia nel lago di Louchè. Sostenibilità ed eleganza sono le carte vincenti di Fondazione Arnaud, polo culturale di arte moderna e contemporanea del Vallese. L’edificio, situato nella località svizzera di Lens (Crans-Montana) e sviluppato su 1.000 metri quadrati di esposizione, è stato progettato dall’architetto Jean-Pierre Emery nel massimo rispetto dell’ambiente e dei criteri di efficienza energetica. I grandi pannelli fotovoltaici della facciata soddisfano il fabbisogno energetico per l’illuminazione del centro – la produzione è in media di 15 mila chilowattora l’anno – e garantiscono l’isolamento termico ideale per le opere d’arte. Le facciate, poi, si oscurano in automatico all’aumentare della luce diurna. Tra i gioielli del Centro, nato per stimolare il dialogo tra arte svizzera e le maggiori correnti internazionali, c’è la sua terrazza panoramica: oltre a mimetizzare la struttura, questo giardino pensile ospita piante tipiche del Vallese come le stelle alpine e offre una vista unica sulla collina di Châtelard e la statua del Cristo Re.
Interessanti esempi di architettura sostenibile si trovano anche in Italia. È il caso del MUSE, il Museo delle Scienze situato a ovest del centro storico di Trento nella riquali cata area ex–Michelin. L’avveniristico complesso di 11 blocchi, che ricorda nella forma le vette circostanti, è una successione di spazi e volumi, un gioco di vuoti e pieni con un insolito senso di circolazione: il percorso di visita si snoda dall’alto verso il basso, tra i quattro piani fuori terra e i due interrati, e porta alla scoperta di diversi ecosistemi e conformazioni geomorfologiche. L’edificio, che porta la firma di Renzo Piano, vanta un sistema orientato alla filosofia green grazie allo sfruttamento di energia solare e geotermica tramite celle fotovoltaiche, pannelli solari e sonde a scambio termico. Nella direzione della sostenibilità va anche la scelta di serbatoi per il recupero dell’acqua piovana, pannelli radianti a pavimento e lucernari comandati da sistemi domotici per garantire ventilazione e illuminazione naturali, risparmio d’acqua e riscaldamento ottimale. E i materiali? Sono stati privilegiati quelli locali come la pietra Verdello e facilmente rinnovabili come il bambù per i pavimenti e il legno per le parti strutturali.
Sempre al nome di Renzo Piano risponde il progetto della California Academy of Science, il prestigioso istituto di ricerca e museo di storia naturale di San Francisco. Situato nei pressi del Golden Gate Bridge, il complesso è considerato il museo più sostenibile del mondo in virtù ad esempio delle 55 mila celle fotovoltaiche multicristalline che forniscono il 15% di energia necessaria alla struttura. Famosissimo è il tetto verde di 50 mila metri quadrati, abitato da 1,7 milioni di piantine auctoctone della California, che consente un isolamento termico di grande efficienza e il recupero dell’acqua piovana. Nella costruzione dell’edificio sono state impiegate tonnellate di materiale proveniente dalla demolizione della precedente Academy (scarti di lavorazioni industriali tra cui blue jeans riciclati e cotone) e l’acqua dell’acquario è prelevata direttamente dall’Oceano Pacifico. Come se non bastasse, l’edificio non ha nessun impianto di climatizzazione: la pavimentazione è irregolare e, in corrispondenza del soffitto più alto, si ha l’accumulo dell’aria calda, poi espulsa d’estate. La particolare forma inclinata delle serre permette inoltre una ventilazione naturale.
In questo speciale club non può mancare il Museo di Storia Naturale di Shanghai. Ispirato alla forma della conchiglia nautilus, lo spettacolare edificio progettato dallo studio londinese Perkins+Will sorge all’interno dello Jing’an Sculpture Park ed è tra i musei più grandi di tutta la Cina. Il complesso, sviluppato su un’area complessiva di 44.500 metri quadrati, si compone di sei piani espositivi – la collezione di oltre 240 mila pezzi spazia dai dinosauri alle mummie della dinastia Ming – e vanta un luminosissimo atrio di 30 metri di altezza, dove la luce naturale filtra da una parete vetrata che ricorda la struttura cellulare delle piante. Perfetto esempio di architettura sostenibile, il Museo di Shanghai è famoso per il sistema geotermico che regola la temperatura interna, gli specchi d’acqua che favoriscono la climatizzazione naturale degli ambienti e un rivestimento che massimizza l’assorbimento dell’energia solare. Il complesso è inoltre dotato di un tetto verde per la raccolta dell’acqua piovana, riutilizzata per ridurre i consumi, e una parete verde che puri ca l’aria e tutela l’edificio dagli sbalzi termici e dall’inquinamento acustico.
Articolo pubblicato su WU 84 (dicembre 2017 gennaio 2018)