TEOTFW, NESSUNO TI SPIEGA COME SI CRESCE
Sbarca su Netflix la serie inglese The End of the F***ing World, targata Channel4, che mette in scena il viaggio scombinato di due adolescenti atipici. Scordatevi pietismi e didascalie, solo humor e ritmo travolgente
di Gaetano Moraca
Musiche (sublimi) e ambientazioni evocano la provincia americana di un anno imprecisato degli ultimi Venti, ma siamo in UK come accento e humor ci confermano. I due protagonisti di The End of the F***ing World (TEOTFW) , James e Alyssa, ci si presentano immediatamente con le loro turbe e nevrosi e subito il pensiero va all’ennesimo dramma adolescenziale un po’ stereotipato e sfocato à la 13 (Reason Why). Ma non si fa in tempo a dubitare della veridicità delle loro storie che, in un vortice di otto episodi da 20 minuti l’uno, ci si innamora di questi due ragazzini.
Lui è convinto di essere un sociopatico. Dopo aver assistito al suicidio della madre crede di non poter provare più emozioni e cresce sgozzando e seppellendo animali con l’obiettivo ultimo di uccidere un essere umano. Lei ha perso la fiducia negli altri e crede di non poter reggere il peso di tutto ciò che la circonda. Il padre se n’è andato via di casa, la madre è impegnata a preservare la patina perfetta della sua famiglia borghese e il patrigno è uno stronzetto insopportabile. Alyssa decide che James è strano al punto da poterlo amare, James ha finalmente trovato la persona da uccidere. Così decidono di scappare per un viaggio insensato alla ricerca del loro posto nel fottuto mondo. E nonostante derubino, ricattino, minaccino, rapinino, noi stiamo dalla loro parte perché li compatiamo e gli vogliamo bene.
Cosa ci convince
A Jonathan Entwistle, regista di questa serie, va dato il merito di aver scritto e diretto questa storia di formazione borderline (tratta dal fumetto di Charles S. Forsman) che scende nell’abisso dei disturbi mentali, dello stupro, dell’alcolismo, del suicidio, della sindrome dell’abbandono senza perdere mai, e dico mai, ironia e ritmo. Aggira il pericolo della didascalia col sarcasmo dissacrante, supera il pietismo con intelligenza, facendocene sentire la mancanza in altre serie targate USA. Ai mastodontici giovani protagonisti Alex Lawther (Black Mirror, The Imitation Game) e Jessica Barden (The Lobster, Ellen, Penny Dreadful) il plauso per aver retto da soli quasi tutto lo sviluppo narrativo e averci traghettato nel loro strambo passaggio dall’adolescenza alla maturità. E a vederli – in uno squallido diner, vestiti in maniera impensabile – seduti uno di fianco all’altro, stringersi la mano senza guardarsi ma con un mezzo sorriso sulle labbra, è impossibile non tirare su col naso.
Cosa ci convince meno
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, a volte la vocina introspettiva dei protagonisti risulta un po’ ridondante.
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