YOGA CAFÈ: AL BAR PER MEDITARE
Sono nati i cosiddetti yoga cafè, locali in cui concedersi una pausa di ristoro psicofisico al 100%. Cosa bere, però, in un posto del genere? Ecco cosa ordinare per godersi al massimo il relax post yoga
di Camilla Sernagiotto
Mettere le parole “yoga” e “bar” nella stessa frase ha un qualcosa di ossimorico, soprattutto per come intendiamo noi il concetto di bar. Ma c’è qualcuno che inizia a metterle insieme non solo nella stessa frase, ma proprio sulla stessa insegna. Hanno aperto i battenti i primi yoga bar, ossia locali in cui consumare bibite e snack ma il cui piatto forte è senza dubbio la meditazione. A fare da pioniere è stato il cosiddetto Bar à Méditation di Parigi, una coffee house in cui concedersi un break anche a livello spirituale. Lo stesso menù che ristora anima e corpo è offerto da altre due caffetterie del genere: la Wanderlust Café & Yoga e lo YogaCafé, entrambi a Berlino.
Ma anche la Grande Mela offre assaggi di questo tipo di esperienza, ne è un esempio il JivamukTea Café: si tratta della caffetteria del frequentatissimo centro yogico Jivamukti in cui sorseggiare tisane detox in silenzio monacale, mentre ci si sottopone a un massaggio energizzante. Per chi fosse alla ricerca di un relax corner a Milano dove concedersi una parentesi silente, il centro City Zen ha una zona bar che offre un cantuccio in cui rifugiarsi dall’inquinamento acustico e spirituale.
Ma cosa si consuma in queste speciali caffetterie per coronare il rilassamento? Ecco i cinque anti-energy drink da consumare in uno yoga cafè e, perché no, provare a preparare a casa.
Slow drink
Questa bevanda si chiama proprio Slow ed è un milk-shake composto da ingredienti 100% naturali dalle proprietà rilassanti. E fin qui niente di nuovo. La trovata geniale risiede nel design: il packaging consiste in due bottiglie tondeggianti, tenute insieme al centro in maniera tale da formare una clessidra e fare passare il contenuto molto, molto lentamente.
Perché berlo? Oltre a essere buono, è bello da vedere. Come esperienza, poi, è divertente e al contempo assai distensiva poiché ti costringe a dilatare la pausa: se vuoi bere Slow fino all’ultima goccia devi per forza farlo centellinandolo. Inoltre il design strizza l’occhio alla tipica clessidra che si trova solitamente nelle saune, riecheggiando ulteriormente il benessere formato Spa.
Tisana alla canapa
Dato che la cannabis non è stata ancora legalizzata e dunque non si può nemmeno usare a mo’ di cannella sul cappuccino, accontentiamoci di un suo succedaneo le cui proprietà rilassanti non hanno molto da invidiare alla marijuana. Si tratta della canapa, un’erba che ha un bassissimo valore di THC ma un alto valore di CBD (cannabidiolo).
Perché berla? Il cannabidiolo contenuto nelle tisane a base di canapa è un principio attivo curativo, con effetti sedativi, anticonvulsivanti, antiossidanti e antinfiammatori. Insomma, altro che fiori di Bach!
Bubble Tea (in versione relaxing)
La bevanda taiwanese a base di tè e palline di tapioca inventata a Taichung negli anni Ottanta è arrivata da noi con quarant’anni di ritardo (altro che slow drink…). Adesso spopola per le strade e, benché l’aspetto la faccia sembrare più una trovata pop piena zeppa di coloranti, in realtà il Bubble Tea, se composto con i giusti ingredienti, può diventare un bibita salubre che giova anche al sistema nervoso. Basta sceglierla a base di tè verde, aggiungendo una piccola parte di camomilla o di infuso di valeriana.
Perché berlo? Il green tea ha un effetto detox che è ormai sulla bocca di tutti, camomilla e valeriana le conosciamo da tempo per le loro proprietà rilassanti. La ciliegina sulla torta è la bubble: tra le opzioni che si possono scegliere c’è anche la tapioca: l’effetto quasi scoppiettante che provoca nel palato ha qualcosa di rilassante, una sorta di pluriball del gusto insomma.
Relaxation drink
In un unico calderone mettiamo i tanti relaxing cocktail che stanno conquistando gli States. A base di ingredienti naturali, antiossidanti e vitamine, spesso miscelati a vodka, gin o rum, questi elisir di lungo relax promettono di allentare sensibilmente la tensione. A inaugurare il fortunato filone è stato Malava Novocaine, drink rilassante nato nel 2006 durante un viaggio nelle isole Fiji in cui gli inventori (Steve Schneider e la moglie Cheryl) hanno scoperto gli incredibili benefici della kava, una pianta dalle doti calmanti. Drank, sempre di bandiera statunitense, mischia invece la valeriana, la rosa canina e la melatonina, un ormone prodotto da una ghiandola posta alla base del cervello che ha funzione di regolare il ciclo sonno-veglia.
Perché berli? Per le funzioni sedative naturali e antistress di piante come la valeriana e la rosa canina, questi drink giovano all’equilibrio psicofisico generale senza servirsi della chimica da laboratorio. Anche nei casi in cui non ci sia correzione alcolica, bisogna bere responsabilmente: il rischio di addormentarsi alla guida non è da sottovalutare.
Mojito di sake
L’unica bevanda tra le cinque che abbiamo scelto che contiene un distillato. È una variante del classico mojito perfetta per i palati proni alla cucina giapponese. Niente pezzetti di sashimi tra il ghiaccio tritato, basta preparare questo cocktail sostituendo al rhum il sake. La ciliegina sulla torta o, meglio, l’oliva nel Martini, sarà l’alga kombu: al posto delle foglioline di menta, usate pezzetti di questa pianta marina miracolosa.
Perché berlo? Il sake vi apporterà i benefici rilassanti dell’alcool dando al cocktail un gusto meno dolce e più secco (ottimo per i cultori del gusto dry), più adatto per un concetto di relax in stile zen.
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