A CHAT WITH… ALICE MERTON
Alice Merton ci ha messo poco per farsi conoscere grazie al suo EP di debutto ‘No Roots’ e ora arriva in Italia per due concerti a Milano (22 giugno) e Roma (23)
di Enrico S. Benincasa
Alice Merton ha iniziato senz’altro con il piede giusto: il suo EP No Roots, uscito lo scorso febbraio per Paper Plane Records, ha collezionato numeri e conseguenti riconoscimenti importanti in Germania, Austria, Inghilterra e Francia, dove l’omonimo singolo è stato anche al numero uno della classifica. Il relativo video ha collezionato quasi 80 milioni di visualizzazioni su YouTube e ora siamo quasi alla stessa cifra su Spotify. L’attenzione del pubblico l’ha portata al Tonight Show di Jimmy Fallon, mentre sui nostri schermi l’abbiamo vista prima a Che Tempo Che Fa e poi ad Amici. Pop fatto bene e una bella voce che non lascia indifferenti, Alice Merton è ora alle prese con la prova più importante, quella del palco, che la vedrà impegnata a Milano (22/6) e Roma (23/6).
Il tuo EP di debutto, uscito lo scorso febbraio, ha avuto un successo al di là delle più rosee aspettative. Cosa pensi sia piaciuto di più al pubblico?
Penso sia piaciuto perché è sincero: le persone riescono a immedesimarsi nelle canzoni ed è una cosa che mi sono accorta solo dopo che è stato pubblicato. Poi a livello musicale è qualcosa che non si sente spesso in radio.
No Roots ha raggiunto numeri considerevoli a livello di visualizzazioni su YouTube sia di ascolti sulle varie piattaforme di streaming, oltre che dischi d’oro e di platino un po’ in tutta Europa. La canzone è stata ispirata dal tuo girovagare per il mondo fin da quando eri giovanissima. Oggi c’è una cultura che consideri più tua o un posto dove ti senti più a casa?
Con questa canzone ho voluto esprimere proprio la mia difficoltà a sentirmi pienamente cittadina di uno Stato in particolare, vista la mia esperienza di vita. Alla fine sul mio passaporto c’è scritto che sono inglese, ma non posso considerare nessun posto veramente “casa”. Questa situazione però è stata utile per venire a contatto con differenti culture e ha ampliato la mia visione della vita e della musica.
Hai vissuto un periodo importante in Canada e ora sei a Berlino. Cosa hai preso da questi due posti?
Probabilmente tanto, ma indirettamente. Dal Canada me ne sono andata che ero giovane, non ancora certamente in contatto con quella che era la scena musicale di quel tempo. Mi piaceva molto la classica, il jazz e l’opera, che amo molto. L’interesse per il pop è nato dopo, quando mi sono trasferita in Europa.
Qual è il primo album che hai comprato?
Stereotomy degli Alan Parsons Project. Ero pazza per l’intro di questo disco. È questo il mio primo contatto con il pop. Riascoltandolo oggi, mi sembra qualcosa che potrebbe stare nella colonna sonora di Stranger Things.
Quante canzoni hai scritto per questo EP?
Avevamo circa 20 demo, poi abbiamo scelto le quattro che sono poi andate su disco. Ogni canzone di questa ha la sua storia, e sono tutte reali. Le abbiamo scelte insieme al mio producer, al mio manager e anche ai miei amici.
Come scrivi?
Perlopiù con il piano, poi registriamo tutto in digitale. Lo smartphone lo uso un po’ come “blocco degli appunti”, è pieno di pezzi di canzoni e spesso li riascolto quando sono in giro.
Sei nel pieno del tuo tour europeo e hai ora due date in Italia (il 22 giugno a Milano, il 23 a Roma). Hai in programma anche di pubblicare un album a breve?
L’album dovrebbe uscire il prossimo autunno, ci stiamo lavorando proprio mentre siamo in tour. È dura, sarebbe meglio avere blocchi per poter registrare tra un pezzo di tour e l’altro, ma non ci aspettavamo il successo dell’EP e i nostri piani sono dovuti cambiare velocemente.
Con chi vorresti collaborare? Vedremo dei featuring nel primo album di Alice Merton?
Fare qualcosa con i Killers sarebbe un sogno, ma anche con Regina Spektor. Il disco che uscirà però non avrà featuring probabilmente, lo voglio totalmente mio.
I Killers sono la tua band preferita, giusto?
Sì, amo particolarmente When You Were Young. Li ho anche conosciuti quando ho aperto per loro tempo fa alla Oracle Arena. Però non ho mai fatto una loro cover. Non le faccio proprio in generale.
Nemmeno nei live fai cover?
No, assolutamente. Sono sempre brani miei, tra tra materiale vecchio e i pezzi dell’EP. E poi proviamo anche qualcosa di nuovo.
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