ROAM FESTIVAL 2018
Il festival luganese, inserito all’interno del programma di eventi di LongLake, arriva dal 25 al 29 luglio nella città svizzera. Cinque serate in programma, unite dal comune denominatore della sperimentazione e dell’avant garde pop e che vedranno impegnati anche Mogwai, Slowdive e Christian Fennesz
di redazione di WU
Avere un’identità precisa e riconoscibile è linfa vitale per un festival, perché gli fornisce credibilità e futuro su cui mettere delle basi. Con ROAM, evento ospitato a Lugano, dedicato alla musica internazionale e parte del contenitore estivo Long Lake Festival, si sta cercando di definirla con un giusto grado di rigore che in questa edizione (ancora al Parco Ciani, dal 25 al 29 luglio) ha portato gli organizzatori a proporre una serata con Mogwai e Christian Fennesz sullo stesso palco. Dell’edizione alle porte e di quelli che sono gli obiettivi di ROAM ne abbiamo parlato con Filippo Corbella, direttore artistico del festival.
Che linee guida vi siete date per la direzione artistica di ROAM?
ROAM rientra nel cartellone più ampio di un festival che dura un mese, il Long Lake festival, un contenitore di eventi curato dalla divisione eventi e congresso della città di Lugano. È una realtà multiforme di cui ROAM è una parte, quella che va a toccare il panorama della musica internazionale. Anni fa l’idea era quella di avere artisti internazionali di tutti i tipi, poi abbiamo cercato di renderlo meno generalista e, dall’anno scorso, lo abbiamo ridefinito ulteriormente cercando di inserirlo nel contesto di quegli eventi che danno spazio all’avant-garde pop e alle sperimentazioni elettroniche. Abbiamo oggi una linea artistica precisa e curata, cerchiamo di prendere scelte in questa direzione senza mettere assieme nomi solo per fare numeri.
Veniamo alla lineup di quest’anno: come avete scelto i protagonisti dell’edizione 2018?
Abbiamo scelto questi artisti perché sono tra i più importanti nel loro genere e hanno, dal punto di vista musicale, ambienti sonori profondi e un certo livello di darkness, di oscurità. I Mogwai non hanno certo bisogno di presentazioni, così come gli Slowdive, pionieri dello shoegaze. C’è poi una serata new folk che si discosta forse un po’, ma solo in un primo momento perché pensiamo che i gruppi e gli artisti selezionati – Novo Amor, Amber Run e Prosek – abbiano dei punti in comune con la linea che ci siamo dati. La serata di musica world è un nostro “debole”, la facciamo da anni: l’anno scorso, per esempio, abbiamo avuto i Tinariwen, quest’anno ci saranno Bassekou Koyaté e i BKO. Sono artisti che vengono dal Mali, nazione che ci sorprende sempre per la sua capacità di influenzare il mondo musicale europeo e per la vivacità che ha nonostante i noti problemi.
C’è tanta Gran Bretagna nei nomi di quest’anno: è una scelta voluta?
Non è un caso che ci siano tanti artisti della Gran Bretagna e in parte è successo anche negli anni scorsi. Abbiamo ospitato però anche artisti provenienti da altri Paesi – mi vengono in mente i Cigarette After Sex, qui l’anno scorso – che però rispecchiavano bene quell’idea musicale intrisa di una certa oscurità, se vogliamo anche europea, che caratterizza le nostre lineup.
Che tipo di pubblico c’è al ROAM?
È vario da diversi punti di vista, sia per età sia per provenienza geografica. Una buona percentuale viene dal nord Italia, ma anche il Ticino e l’oltre Gottardo sono bacini importanti per noi. L’anno scorso su alcune date abbiamo avuto riscontri interessanti di pubblico anche dal centro e sud Italia. Quest’anno è importante perché le date di Mogwai, Amber Run e Prosek sono le uniche date svizzere. Ci aspettiamo riscontri importanti anche dall’Austria visto che ospiteremo Christian Fennesz.
Come nasce la scelta di Fennesz con i Mogwai?
Lo abbiamo scelto per aprire il concerto della band scozzese ed è una serata a cui teniamo tantissimo. La linea che unisce questi artisti è quella della ricerca musicale: due propensioni alla sperimenta- zione diverse, ma che pensiamo possano essere molto interessanti se accostate in una serata.
Cosa succederà il 29 luglio, data della quale non avete ancora svelato la lineup?
Per l’ultima serata del festival abbiamo affidato a un’associazione locale la programmazione della lineup. Sarà una giornata gratuita, fra pochi giorni sveleremo gli artisti che parteciperanno. Ci saranno sia artisti solo locali sia artisti da altri Paesi e probabilmente anche dall’Italia. La linea non si discosterà da quella ideale che ha preso il festival, anche se in un’ottica di “serata off” è giusto dare un po’ di libertà perché l’idea di base è quella di dare una visione differente e un’interpretazione alternativa a ROAM.
Veniamo a qualche informazione “logistica” per chi conosce poco Lugano: come si raggiunge il Parco Ciani?
Raggiungere il Parco Ciani è molto semplice: dalla stazione basta costeggiare il lungolago per arrivare al luogo del concerto. Nell’area concerti non ci sono truck food, ma tutta la zona circostante è densa di ristoranti e bar con i quali abbiamo approntate delle politiche di prezzi convenzionati per tutto il Long Lake, che nell’arco di un mese, oltre a quelli di ROAM, proporrà circa 400 eventi di diversa natura.
Che obiettivi vi siete dati nel prossimo futuro per quanto riguarda ROAM?
Da qui al prossimo futuro l’idea è di diventare uno dei punti di riferimento, come lo sono Zurigo e Torino, per quel che riguarda gli eventi dedicati al panorama musicale avant garde pop.
ROAM festival
dall’25 al 29 luglio al parco Ciani – Lugano (CH)
orario: dalle 20.30
ingresso: da CHF 20.50
abbonamento cinque serate a CHF 76
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