MICHELE PIRRO – ALL’ULTIMO MINUTO
Michele Pirro, pilota del team Ducati MotoGP, ha partecipato alle ultime due gare del mondiale arrivando quarto a Valencia. Lo abbiamo incontrato poco prima dell’atto finale del campionato all’EICMA, dove ci ha parlato della sua nuova avventura come “allenatore”
di Enrico S. Benincasa
Michele Pirro il pilota più pronto di tutta la MotoGP. E lo deve essere per forza, perché più di una volta in carriera gli è capitato di dover sostituire un suo collega con pochissimo preavviso. Lui, che si divide tra l’attività di tester per il team Ducati in MotoGP e lo sviluppo delle Superbike dell’azienda di Borgo Panigale, lo sa bene ed è conscio che in queste situazioni parte sempre in svantaggio rispetto ai suoi colleghi: si deve adattare subito, spesso ha meno turni di prova a disposizione per farlo, magari in condizioni climatiche differenti da quelle che troverà poi in gara. Ma sono le corse e Michele Pirro sa quale è il suo ruolo nel team e fa di tutto per portare il suo contributo. A Sepang, dove ha sostituito Lorenzo, lo ha frenato una caduta, mentre a Valencia, dove ha corso come wild card, è arrivato quarto in una gara che ha visto trionfare il suo compagno di box Dovizioso. Noi lo avevamo incontrato qualche giorno prima, all’EICMA di Milano nello stand Blauer, un altro “team” di cui Michele fa parte da oltre dieci anni. Non potevamo non chiedergli del suo nuovo ruolo da allenatore di Matteo Ferrari in Moto E, il nuovo campionato destinato alle moto elettriche che prenderà il via la prossima stagione.
Quando hai saputo che avresti corso al posto di Lorenzo in Malesia?
Solo una settimana prima, ero impegnato nei test con la moto nuova e mi hanno preallertato. È stato un weekend complicato, Lorenzo ha dato forfait sabato mattina e ho avuto un turno in meno di prova con condizioni climatiche sempre differenti. Stavo andando bene e ho perso l’anteriore. Succede, sono le corse. Ma sto tornando in forma dopo l’incidente del Mugello e questo è positivo.
Cosa si prova a correre così, all’ultimo momento?
Adesso è un po’ di anni che mi succede e ci ho fatto un po’ l’abitudine, diciamo che non è una condizione serena anche perché parti sempre svantaggiato rispetto agli altri dal momento che non partecipi a tutte le gare o, come in questo caso, alle sessioni di prove. Ma in Ducati siamo una squadra e cerchiamo di dare il massimo anche in queste situazioni. Poi la voglia di far bene non manca mai, sicuramente nel prossimo weekend partirò più sereno e in fiducia perché sarò con la mia squadra e la mia moto (finirà poi quarto, NdR).
All’EICMA vediamo tante moto, tante tute e anche tanti caschi. Il tuo è senz’altro sobrio e lineare nelle grafiche rispetto a quelli dei tuoi colleghi. Ti rispecchi in questo design?
Non sono mai stato un amante dei caschi con troppe cose, di quelli un po’ confusionari diciamo. L’amore per la pulizia del design me l’ha trasmesso un po’ Giuseppe (D’Amore, CEO di Blauer, NdR) e abbiamo sempre condiviso questa scelta. Sono più di dieci anni che collaboro con Blauer e tra noi ci sono dei valori in comune, grazie anche al loro supporto sono arrivato fino in MotoGP. Il rapporto va oltre oramai quello puramente professionale e resterà anche quando finirò di correre.
Veniamo al tuo nuovo ruolo di allenatore di Matteo Ferrari, che parteciperà al prossimo campionato di Moto E, la classe dedicata alle moto elettriche del motomondiale. Come si allena un motociclista più giovane che si prepara ad affrontare un campionato che sarà alla prima edizione, quindi nuovo per tutti?
Matteo è un ragazzo di 21 anni, sarà il più giovane di questa nuova categoria. Lo conosco da tempo anche perché abita vicino a casa mia. Credo che sia un talento e spero che la Moto E gli dia quelle soddisfazioni che la Moto3 non gli ha dato. Circa il nostro rapporto, ho cercato di mettere a disposizione la mia esperienza per far sì che non faccia quegli errori evitabili che farebbero ritardare la sua crescita. Se uno ha le doti arriva, ma è importante anche non perdere tempo durante il percorso.
Hai avuto modo di provare una Moto E?
No, non ancora, ci sarà un unico fornitore almeno per i primi due anni e i test li faranno i piloti di questa categoria. Mi incuriosisce, è il futuro.
Quali saranno le differenze più grosse tra queste moto e i protoipi normali?
Non si possono fare paragoni con le moto “vere” perché siamo ancora all’inizio: sono più pesanti rispetto ai prototipi del motomondiale per via delle batterie, giusto per fare un esempio. Mi aspetto un campionato interessante comunque.
A livello di potenza dove le mettiamo? Tra una Moto2 e una Moto3?
Dipende molto dalla durata della batteria. Se devi fare solo un giro puoi esprimere molti più cavalli, mentre in gara è diverso proprio per via della batteria. La gestione di questo aspetto potrebbe essere un fattore importante nelle competizioni.
Quali sono i programmi di Michele Pirro per il anno?
Il mio programma prevede la MotoGP, le gare dove avrò una wild card e le eventuali sostituzioni. Poi c’è la Superbike con il nuovo V4 da sviluppare, un altro importante impegno. E speriamo che Ferrari ci regali delle soddisfazioni.
Nella foto in alto: Michele Pirro allo stand Blauer all’EICMA
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