ARTICOLO 1 – LE STORIE DEI LAVORATORI STRANIERI DEL LODIGIANO
Nel corso dell’edizione 2019 del Festival della Fotografia Etica di Lodi è stato presentato Articolo 1: 18 storie di immigrazione realizzate da altrettanti fotografi della rivista “Ludesan Life”, coordinati da Paolo Marchetti. Il progetto nasce in risposta a un fatto di cronaca del 2018 – l’accesso negato alle mense scolastiche ai bambini stranieri – che aprì un dibattito pubblico acceso e che coinvolse in qualche misura anche il festival, in quei giorni a ridosso della sua inaugurazione. Ce ne parla Aldo Mendichi, presidente di Progetto Immagine
di Nicolò Piuzzi
Come è nato Articolo 1 e come è andato questo anno di lavoro?
In una prima fase avevamo pensato di incaricare un fotogiornalista per produrre un progetto sull’immigrazione nel nostro territorio; successivamente abbiamo deciso di realizzare il progetto con i fotografi di “Ludesan Life” che hanno come mission principale quella di raccontare il nostro territorio, il lodigiano. Il lavoro è stato esaltante, dalla fase di ricerca delle storie da raccontare a quella di realizzazione delle foto sino poi a quella di editing e alla produzione della mostra. Un bellissimo percorso sotto la guida di Paolo Marchetti.
Il festival si era impegnato a dare una risposta concreta a qualche critica sollevata lo scorso anno. Qual è stato il riscontro finale?
Quello che è accaduto nel 2018 durante il festival, e le polemiche che ne seguirono, furono un momento di grande tensione per noi. La genesi di Articolo 1 parte da quei giorni e dalla nostra volontà, esplicitata da subito nel comunicato che scrivemmo, di produrre un’indagine sul fenomeno migratorio nel lodigiano; partire da un episodio gravissimo come quello delle mense per estendere lo sguardo sul complesso fenomeno dell’immigrazione.
Paolo Marchetti come si è posto nei confronti dei fotografi, e come questi hanno reagito alle sue indicazioni?
Abbiamo scelto Paolo come coordinatore perché con lui, sin dal 2013, abbiamo sviluppato ottimi rapporti. È riuscito ad amalgamare 18 persone che hanno la passione per la fotografia ma non sono professionisti e hanno livelli di esperienza fotografica diversi tra di loro. Li ha guidati in ogni fase del progetto e per queste persone è stata un’esperienza profondamente didattica.
Qual è la situazione del fenomeno migratorio che è emersa dai reportage realizzati?
Quello che emerge è che ci sono sicuramente grandi problemi di integrazione nel nostro territorio, ma anche tante storie di successo. La ricchezza e la varietà di queste storie sono un documento che andrà riaperto tra 20-30 anni, quando le persone, anche quelle in difficoltà, avranno avuto modo di esprimere a pieno le proprie potenzialità e rappresenteranno un valore aggiunto per il nostro territorio. La chiave di questo sarà sicuramente il lavoro.
Il Festival della Fotografia Etica quest’anno ha compiuto dieci anni. Cosa vi immaginate nella prossima decade?
Dieci anni sono un traguardo importante e nessuno di noi avrebbe pensato nel 2009 che, dieci anni dopo, il festival sarebbe stato ciò che è adesso. Non credo molto ai piani strategici pensati a tavolino: credo invece che il festival oggi sia il prodotto delle migliaia di persone che volontariamente vi hanno collaborato. Sono certo che sarà ancora così nei prossimi dieci anni e renderemo sempre più forte e stabile una manifestazione che mette al centro il mondo con le sue storie e i fotografi che le raccontano. Prendo a prestito una frase celebre: resistere, resistere, resistere… E se possibile crescere ancora!
LUDESAN LIFE
“Ludesan Life” è una rivista creata nel 2012 dal Gruppo Fotografico Progetto Immagine, organizzatore del Festival della Fotografia Etica di Lodi. Lo scopo è quello di raccontare storie di vita quotidiana del territorio di Lodi e di quelli limitrofi di Pavia, Cremona, Piacenza e Milano. Attualmente ha pubblicato oltre 85 storie disponibili sul sito ludesanlife.it.
Intervista pubblicata su WU 99 (dicembre 2019 – gennaio 2020). Nella foto in alto: Edmir (Albania), carrellista e pugile. Foto di Antonio Petrone