SCENARIO, L’ARCHEOLOGIA EMOTIVA DEL NOSTRO TURISMO
Camilla Glorioso, con il suo progetto ‘Scenario’, ci presenta cartoline di un turismo italiano che fu. L’archeologia emotiva di cui ci parla ci potrà aiutare a creare nuove emozioni che ora non possono arrivare dai caffè, dalle gondole o dal bagnasciuga, almeno nelle forme a cui siamo più abituati
di Nicolò Piuzzi
Di turismo ogni italiano ne parla e ne è tronfio. Cosa significa dare un volto al turismo?
Il turismo che cerco di raccontare attraverso Scenario è quello bellissimo ma piatto delle cartoline d’epoca, che è il tipo di bellezza che molto spesso il turista straniero si aspetta dall’Italia e che gli italiani mettono in scena e gli consegnano. Spesso non con malizia, ma in base ad alcuni codici del bello che sono immediatamente a noi riconducibili. Scenario è dunque un esercizio di visione. Vivendo all’estero e confrontandomi con tanti amici e colleghi stranieri, ho imparato a capire questo sguardo, allo stesso tempo vergine e saturato di immagini stereotipiche, che porta il turista ad aspettarsi una certa italianità. D’altra parte, come tutti i miei lavori, Scenario tratta di archeologia emotiva, un riavvicinarmi a paesaggi e atmosfere che mi appartengono, ma da cui mi sono allontanata e che vivo quindi anch’io, spesso, da turista.
Come ti sei cimentata in Scenario? Le foto provengono dai tuoi viaggi nei quali sei andata alla ricerca di soggetti particolari?
Gli scatti provengono da viaggi personali fatti nell’arco degli ultimi cinque anni. Vivere lontano fa sì che mi ritrovi sempre come abbagliata da atmosfere in qualche modo stereotipate come la pausa caffè, la costa gremita, i tavolini in piazza. I soggetti di Scenario non sono mai cercati, solo osservati e a volte attesi con pazienza.
Quali sono le tue impressioni su chi hai incontrato in questi luoghi?
Molto spesso scelgo di cogliere personaggi di spalle, dettagli umani, per eliminare il singolo. Come nelle cartoline d’epoca, il turista nelle mie foto si appiattisce sul resto del paesaggio, diventa parte di una scenografia composta, di questa italianità fatta anche di turisti stranieri con cappellini e macchine fotografiche alla mano. Non c’è giudizio, quindi, anzi, cerco il più possibile di cogliere ogni turista e nessuno.
Quali sono invece le tue impressioni sull’aspetto delle città quando sono invase dai turisti?
Nel lavoro in strada, più la situazione è affollata più sono a mio agio. La macchina fotografica può essere molto invadente, ovviamente. Essere una tra tanti con un apparecchio in mano in una piazza italiana mi aiuta a prendermi il tempo che voglio per osservare le persone e i gesti. E chi lo sa poi se fotografando il monumento o chi ci sta davanti!
Come immagini un lavoro sul turismo in questi mesi sospesi?
Credo l’attenzione si sposterà ai luoghi nudi. E sarà ovviamente interessante considerare i vuoti: tutti quegli spazi che sono nell’immaginario collettivo perennemente saturi, improvvisamente non lo sono più. Ho viaggiato attraverso la Sicilia lo scorso novembre e già in quell’occasione ho avuto la possibilità di esplorare tante zone costiere, gremite in estate, improvvisamente dormienti. Il prossimo interessante aspetto di Scenario sarà catturare, quando possibile, il letargo di questi luoghi e il loro successivo, lento risveglio; in particolare quello di Venezia, dove sono in questo momento e resterò nei prossimi tempi.
CAMILLA GLORIOSO Vive tra Londra e Venezia ed è una fotografa e creative producer freelance. Collabora con marchi di moda e pubblicazioni internazionali e si dedica anche a progetti editoriali e documentari a lungo termine. Alcuni dei suoi scatti, tra cui quelli di Scenario, sono disponibili come stampe fine art in edizione limitata su camillaglorioso.com
Intervista pubblicata su WU 101 (aprile – maggio 2020)