NOS – GOING BIG
Nos, studio di design di Città del Messico, ha realizzato Everloop, uno spazzolino da denti sostenibile e dotato di un meccanismo di ricambio delle setole che ne allunga la durata. Un progetto che, se portato su larga scala, può veramente avere un impatto importante sull’ambiente
di Enrico S. Benincasa
Nos è uno studio di design messicano fondato e diretto da Agustín Otegui, che nel corso della sua storia ha lavorato con aziende come Adidas, Microsoft, Coca Cola, Ford e Huawei. La sostenibilità è un elemento fondante di ogni suo progetto e lo è anche di Everloop, uno spazzolino da denti ecologico realizzato in plastica riciclata. A differenza di quelli che compriamo solitamente, ha le setole in bambù che, grazie a un meccanismo di clipping, possono essere sostituite una volta consumate. Un’idea se vogliamo anche semplice, ma con un impatto potenziale considerevole se pensiamo alla durata media dei nostri spazzolini. E quello di incidere sul serio sembra essere l’obiettivo di Agustin, che qui ci parla della genesi e del futuro di Everloop.
Qual è stata la molla che vi ha portati a ragionare su uno spazzolino da denti ecologico e sostenibile con le setole totalmente intercambiabili?
È stato un insieme di fattori. Il nostro studio è da sempre attento a tutto ciò che riguarda i temi ambientali. Qui in Messico, per esempio, abbiamo problemi di inquinamento delle coste caraibiche in località come Tulum e Cancun, lo si sente spesso al telegiornale. Quando siamo stati contattati da un potenziale cliente per progettare uno spazzolino da denti, una cosa che non avevamo mai fatto, è stato naturale pensare a un concept dal minor impatto possibile. La proposta non è arrivata allo status formale, così abbiamo continuato a sviluppare il progetto internamente pensandolo con materiali sostenibili.
Per Everloop avete usato la plastica riciclata per la struttura e il bambù per le setole: perché questi due materiali?
Non volevamo creare nulla di usa e getta: i nostri modelli, per intenderci, non sono state le lamette da barba monouso o le capsule del caffè espresso. Siamo partiti chiedendoci perché lo spazzolino è un prodotto speciale. Ha delle caratteristiche eccezionali dal punto di vista ergonomico, basti pensare all’impugnatura, ma la sua struttura è realizzata per durare molto di più – anche dieci volte tanto – della sua parte consumabile, le setole. Perché buttare via un prodotto che ha ancora una vita davanti a sé? Il meccanismo di clipping ci ha dato un grosso aiuto per aumentare il suo arco temporale di utilizzo. Rimpiazzare le setole, solitamente in nylon, con altro materiale plastico, però, avrebbe creato un rifiuto non sostenibile. Il bambù ci è venuto in aiuto, è biodegradabile e riduce al minimo l’impatto ambientale. Per la struttura l’ispirazione arriva ovviamente dalle tonnellate di plastica che potrebbero essere riutilizzate, a cominciare da quelle dei classici spazzolini.
Quanto tempo ci è voluto per realizzare il prototipo finale di questo spazzolino da denti ecologico?
Ci abbiamo messo due mesi tra ricerche iniziali, la fase di sketching e quella di progettazione. Abbiamo impiegato diverso tempo per pensare a come distribuire le setole: le abbiamo messe a zig zag per avere un’area di contatto maggiore nella fase dello spazzolamento.
Questo design delle spazzole è l’unico possibile?
Abbiamo fatto diversi tentativi, avendo sempre bene in mente la presenza del meccanismo di clipping che consente la possibilità di cambiare le setole. Alla fine si possono creare anche altre soluzioni, basta tenere conto del layout del meccanismo e di come le setole poi saranno piegate nella ricarica.
La tecnologia di Everloop potrebbe essere adattata anche allo spazzolino elettrico?
Il progetto ha avuto un ottimo riscontro e una persona ci ha anche proposto di farne una versione per gli spazzolini elettrici, mandandoci anche alcuni render. È qualcosa che andrebbe approfondito, perché le testine degli spazzolini elettrici sono generalmente tonde e funzionano in modo differente. Ci interessa poco farlo perché è un oggetto che è molto più impattante sull’ambiente: c’è più plastica e ci sono le batterie. Alla fine si creano più rifiuti di quelli che si risparmiano con la ricarica.
Qual è il futuro di Everloop?
L’idea iniziale era quella di creare una startup, realizzare tutto partendo da zero. Siamo però stati contattati da una grande azienda del settore e stiamo discutendo su come mettere a punto il progetto. Sarebbe bellissimo realizzare tutto da soli, ma ci vorrebbe molto più tempo e l’impatto finale sarebbe minore. Everloop per noi è un manifesto, una dichiarazione di intenti, riuscire a dargli vita su larga scala può veramente generare un impatto rilevante e sensibile.
La sostenibilità per Nos sarà sempre un faro?
Cerchiamo sempre di convincere i nostri clienti che la sostenibilità è la via. Mettiamo al centro questo concetto anche nei nostri progetti come GIY Helmet, un caschetto da bici per bambini al 100% organico realizzato con una schiuma ricavata da un fungo. Non dobbiamo immettere ancora più plastica all’interno del pianeta, dobbiamo utilizzare quella riciclata o le alternative biodegradabili. Se non si usa questo approccio, alle volte si risolve un problema ma se ne generano altri due.
Intervista pubblicata su WU 101 (aprile – maggio 2020)
Nella foto in alto: Agustín Otegui di Nos
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