LA PRIMA SPERIMENTAZIONE DI SOUTH LEARNING
Quindici studenti di architettura della London Metropolitan University stanno vivendo il primo esperimento di South Learning a Belmonte Calabro, dove trascorrono un trimestre utilizzando i laboratori artigianali e gli spazi del coworking cittadino
di Marica Gobbatelli
In questo periodo storico segnato dalla pandemia, al fenomeno tutto italiano denominato south working, termine usato e abusato per indicare chi ha scelto di spostarsi dal nord Italia in località del sud per lavorare in modalità remoto – temporaneamente o meno – si aggiunge la prima sperimentazione di south learning. Si tratta di una scommessa ambiziosa per promuovere sinergie propulsive e per riattivare dal punto di vista sociale, culturale e urbano territori del sud Italia considerati marginali. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione La Rivoluzione delle Seppie in collaborazione con la London Metropolitan University e si svolge a Belmonte Calabro, un piccolo paese in provincia di Cosenza con circa 2 mila abitanti e caratterizzato da un altissimo tasso di spopolamento.
Questa sperimentazione si presenta come un momento evolutivo del progetto che entrambe le realtà hanno avviato insieme nel 2016, quando la Metropolitan University ha creato una classe di ricerca proprio su Belmonte, che aveva il compito di indagare sui fenomeni migratori in entrata e in uscita e su come influissero sullo spopolamento dei piccoli borghi del sud Italia. L’obiettivo era quello di fare di Belmonte Calabro un luogo di incroci, contaminazioni e sperimentazione sui temi urbani, sociali e su nuove forme dell’abitare.
I protagonisti di questo esperimento di south learning sono 15 studenti della facoltà di Architettura della London Metropolitan University che, dal 1 ottobre e per la durata di un trimestre, hanno scelto di diventare temporaneamente cittadini di Belmonte Calabro. «Dato che in questo periodo di emergenza sanitaria, in Inghilterra così come in tutto il mondo, le lezioni universitarie proseguono con la didattica a distanza, questi ragazzi hanno scelto di prendere al volo questa occasione di lavorare e studiare in gruppo, mantenendo la loro classe di ricerca completa, invece di farsi un secondo lockdown a Londra da soli», ci ha raccontato Giuseppe, uno degli organizzatori dell’associazione La Rivoluzione delle Seppie.
Gli studenti abitano le case e i vicoli nel centro storico di Belmonte, seguono le lezioni da remoto e svolgono le attività nella Casa di Belmondo, lo spazio ibrido nato nel 2019 all’interno della vecchia abitazione delle monache del paese e diventato oggi una fucina di idee e progetti, nonché luogo di formazione e produzioni culturali utilizzato come spazio di studio e coworking. Questa modalità permetterà loro di sviluppare progetti ideali per contesti reali, confrontandosi ogni giorno con professionisti di diversa esperienza e con la gente del posto di differente età e background culturale.
Alcuni degli studenti erano già stati a Belmonte per workshop annuali legati al tema del riuso, del recupero e dello spopolamento, sempre coordinati da questa associazione. «È bello vedere come niente sia effettivamente cambiato in questo posto – ci racconta Myles, uno dei ragazzi – i bar sono sempre gli stessi, le persone che camminano per strada sono le stesse, ma a causa del virus non eravamo sicuri di come ci avrebbero trattato. Quindi ero un po’ preoccupato riguardo a questa situazione, ma sono contento e sta andando tutto bene». Per lui quest’esperienza è interessante e al contempo irreale, perché se non ci fosse stata la pandemia, nessuno avrebbe mai preso in considerazione l’idea di fare questa sperimentazione e di andare a vivere in un paesino senza internet, dove la vita sembra paradossalmente più normale.
Venendo da una metropoli come Londra, per lui e i suoi compagni non è stato semplice adattarsi alla vita del posto, ma questo non fa altro che aumentare il loro bagaglio culturale e personale. Aggiunge Myles: «Sto imparando come funzionano le cose in un posto che non è al “centro” del mondo. Impari a vivere una vita completamente diversa, fuori dalla tua comfort zone, che non è quella che si vive a Londra o nelle grandi città».
Tutto questo sta dando vita a un esperimento formativo, che dal profondo sud incoraggia modalità alternative di generare spazi, fisici e virtuali, attraverso una dimensione collettiva innovativa, che ha puntato a trasformare il borgo di Belmonte Calabro in una fabbrica di idee.
La Casa di Belmondo è ancora in fase di ristrutturazione anche con idee e pro- getti degli studenti coordinati da La Rivoluzione delle Seppie. È stata attivata una campagna di crowdfunding su Eppela per sostenere i costi e contribuire alla conclusione dei lavori. I fondi raccolti saranno utilizzati per sostenere i lavori di completamento del primo piano, in modo che le generazioni future possano continuare a sperimentare nuovi approcci. Perché anche questo è il south learning: essere in continua ricerca e aprire la mente a nuove e diverse realtà.
Articolo pubblicato su WU 105 (dicembre 2020 – gennaio 2021)
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