I LIBRI DI WU – LA LUNA DI MIELE DI MRS. SMITH, SHIRLEY JACKSON
Si legge come una grande messinscena macabra, dentro più generi “neri”, la raccolta di racconti della regina dell’orrore raffinato, l’americana Shirley Jackson musa e modello inesauribile del re dell’horror Stephen King
di Orazio Labbate
Sta nella delicata ginnastica della lingua l’unicità di Shirley Jackson nel creare differenti storie dell’orrore (umano e non), senza scadere mai nel sensazionalismo di genere. Una scrittura di sicura ed elegante cerimoniosità che imbeve esattamente tutta la recente raccolta di racconti La luna di miele di Mrs. Smith (Adelphi). Grazie a uno stile che inoltre si adagia efficacemente tra le trame (comiche horror, noir, parodistiche e grottesco-soprannaturali) attraverso una suspense in crescendo.
È il caso – per citare alcuni racconti presenti – di La sala da fumo che narra con fare orribilmente simpatico della visita del diavolo presso un collegio femminile. La protagonista, senza nome, e la compagna di stanza Bobbie, stanno per siglare un contratto con il Signore delle tenebre, ma l’astuzia di questi non si rivela superiore rispetto a quella delle due donne. L’accordo infatti si scopre ingegnoso nei contenuti superando persino l’intelligenza di un Satana, in questo caso, buffo e poco scaltro.
“Proprio in quel momento il diavolo impallidì un poco, e indietreggiò verso il muro, fissando un punto alle nostre spalle. Bobbie e io ci voltammo: sulla soglia, in vestaglia da camera e con i bigodini in testa, c’era la sorvegliante”
Nondimeno interessante e vagamente diabolico, stavolta costruito con una lingua fatta di accelerazione psicologica sistematicamente efficace, è il racconto di fantasmi Pomeriggio d’estate. A muovere l’intreccio è il gioco di alcune bambine che si recano nella casa della vicina compagnetta a trascorrere con lei del tempo. La soprannominano Tippie. Nomignolo che discende da Tip: “punta”, “cima”, “estremità”. Senonché la mamma di una delle due, Mrs. Dawson, attonita svela una verità contro ogni dogma materialistico. La figlia della signora Archer è morta da tempo. Le piccoline hanno giocato, in verità, con un fantasma.
“Jeannie fece un risolino. «A volte ci sembrava di vedere solo la cima della sua testa o la punta delle dita mentre ci salutava con la mano, così l’abbiamo chiamata Tippie. È un nome che abbiamo inventato noi, io e Carrie»”
Infine, c’è spazio per Jack lo Squartatore. A riprova di una pieghevole e metamorfica abilità letteraria della Jackson nel confezionare un libro dell’orrore reale e insieme metafisico. Il racconto prende proprio il nome del famoso serial killer. Per mezzo di un’affinata semplicità di atmosfere e di una scrittura dal temperamento misurato leggiamo dei metodi pazienti dell’assassino seriale londinese il quale preleva da un bar una giovane donna ubriaca. L’accompagna fino a casa, la adagia sul letto, dopodiché, con sobrio metodismo, la accoltella. Poi Jack si reca a casa dalla moglie che dorme aspettandolo, come sempre.
“Mise la chiave sul comò con accanto il taccuino e poi, appena prima di spegnere la candela, tirò fuori il coltello. Aveva il manico d’osso lucido e una lunga lama affilatissima”
VOTO: 9/10
La luna di miele di Mrs. Smith
autore: Shirley Jackson
traduzione: Simona Vinci
editore: Adelphi
pagine: 279
prezzo: euro 19
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