12H, LA VIDEO PLAYLIST DEL 18 MARZO
12H è una playlist con i pezzi più interessanti usciti nell’ultima settimana, perché ci sono sempre nuove e belle canzoni da ascoltare
di Carlotta Sisti
Sto cercando argomenti alternativi a questo secondo lockdown, e, soprattutto, mi sto applicando per non finire in quel buco nero, fonte di disperazione e non trascurabile crollo nervoso, che è questa seconda chiusura delle scuole. Di tutte le scuole. Anche di quelle che si accollano 8-9 ore al giorno, cinque giorni su cinque, la progenie 0-6, ovvero quella scarsamente autonoma, consentendo a te, che invece con somma sfiga sei un lavoratore molto, davvero molto autonomo, di fatturare cinque noccioline al mese. Sto cercando argomenti alternativi, dicevo, a questa beffa, resa ancor più grottesca dal fatto che il personale scolastico è stato vaccinato, mentre quei poveracci dei nonni aka il welfare italiano no.
Ce la sto mettendo tutta, ma devo accettare di essere in parte preda di un’ossessione melvilliana e perciò, in realtà, nel profondo del mio cuore, non vorrei parlare d’altro. Eppure devo. Quindi, ecco, ligia alla promessa fatta, vorrei dire una cosa che finora, per quel che mi risulta, è stata taciuta, in quel dibattuto pacatissimo (che ha coinvolto tutto il mondo emerso) sull’intervista di Meghan ed Harry.
In quella sobria discussione che ha visto tra le frasi più gettonate e applaudite cose come «quella (Markle) è ‘na stronza, arrivista, vuole solo i soldi (su questo punto vorrei ricordare che la suddetta non faceva la fiammiferaia, me l’attrice in una serie tv assai longeva e di successo), farà la fine di Diana (bella l’umanità che doveva uscire migliore)», un fatto straordinario è passato inosservato. E cioè che il principe Carlo è uno stronzo. Sì, perché quel povero Harry che ha provato a racimolare una qualche solidarietà dal mondo che stava a guardare, ha confessato che suo padre ha smesso di rispondergli al telefono.
Dai, fate uno sforzo e visualizzate voi stessi che con il telefonino in mano, che provate per l’ennesima volta a chiamare papà, e quello lascia squillare invano. Se non ci fosse stata Meghan di mezzo, quella falsa, bugiarda, antipatica, «che si vede che recita», saremmo qui a dire che il principe Carlo è proprio uno stronzo. Ed invece la variabile della donna che attira se non odio quantomeno disappunto, al netto che ciò che dice sia vero o meno, ha offuscato del tutto la stronzaggine dell’erede al trono. Che cosa ci insegna questa storia? Molte cose, a partire dal fatto che un’intervista di Oprah, subito dopo il vuoto lasciato da Sanremo e all’alba di una nuova zona rossa, è un ottimo viatico contro la mestizia, la spossatezza dilagante, perché, hey, guardate un po’ come ci siamo ringalluzziti, come ci siamo ritrovati pieni di energie da riversare in live Instagram nelle quali esprimere tutta la solidarietà alla Corona, o meglio, a The Institution.
Questa storia, però, ci dice anche che esistono persone con centinaia di migliaia di follower che si arrogano il diritto di prendere un tema come quello della salute mentale e dei pensieri suicidi e svilirlo come “bugie, fandonie, cazzate” solo perché uscito dalla bocca di una famosa. Ecco, qui mi girano di nuovo, perché la ricca, bella e famosa potrà legittimamente stare sulle balle, ma, forse, liquidare come balle tematiche così pesanti non fa bene a nessuno, soprattutto a chi le vive e ci deve fare i conti, ma spesso ha molta paura, causa stigma, a parlarne. Ecco, ora penso che forse sarebbe stato meglio parlare delle scuole chiuse e del generale esaurimento nervoso che stanno causando. Ma se avete avuto la pazienza di arrivare fin qui, ecco il momento bello di 12H, e cioè le uscite più fighe delle settimana, che sono better than Oprah.
IL RISVEGLIO: ‘COME’ DI GUIDO CAGIVA
Guido Cagiva arriva senza fare troppo casino, in modo educato ma brillante, con le sue chitarre che danno una bella leggerezza a questo pezzo, e i tanti richiami al mare, che è l’eterna promessa del post lockdown. Il nuovo in casa Asian Fake al netto del suo essere un classe ’97 ha una bio bella densa, che racconta di periodi di vita passati ora in Olanda ora in UK, e tutto questo, sommato al bel biglietto da visita che è Come, ce lo farà tenere d’occhio, con belle aspettative.
LA PAUSA CAFFÈ: ‘AMSTERDAM’ DI BYE.TIDE E ‘ANGELINA JOLIE’ DI BRESH
Quanto hanno fatto bene i Bye.Tide a passare all’italiano, operazione che a molti riesce così così, e che in questo caso, al contrario, ha dato al duo pop-elettronico uno slancio comunicativo più forte e lucido. Amsterdam è una potente unione tra la malinconia del testo, che ci sbatte in faccia tutti i frame di una relazione che si sgretola, e l’energia del sound, che impedisce di lasciarsi andare ad un eccesso di mestizia, e fare da collante la voce, bellissima, di Andrea. Bresh, invece, ha chiaramente fatto una hit, godibilissima e perfettamente abbinabile a quei momenti di presa bene della giornata tipica della zona rossa che ci vedono uscire, cuffiette nelle orecchie, a fare il giro dell’isolato. Che grazie ad Angelina Jolie sarà quantomeno più ballerino.
PRANZO: ‘RAGAZZINI’ DI IRBIS37
Nell’aria c’è voglia di punk-rock, di batteria e chitarre, di testi un po’ urlati, e chi sono io per non accogliere tutto ciò a braccia aperte. Anche se è vero che gli IRBIS37, trio che arriva da Milano nord di casa Undamento, hanno sempre avuto una visione musicale eclettica e complessa, che punta al pop ma ci arriva tramite sentieri obliqui e originali che passano dal rap, dall’r&b, dal jazz e dal rock, questo loro nuovo singolo sa proprio di pogo e di sudore. «Scapperò dal mio quartiere come da uno Stato in guerra/Passerò tutte le sere a fare l’amore con te» lo prendiamo un messaggio per tutti i non congiunti, innamorati e lontani, che bramano la fuga e a questo punto hanno anche ragione.
APERITIVO: ‘WAKE UP’ DEI TYPO CLAN E ‘FELICI A METÀ’ DI BLANK
I Typo Clan sono sempre una bella manata, e in Wake Up sono riusciti a tirare fuori un grido liberatorio contro il loop a cui sembrano condannati i nostri giorni. L’attitudine è sempre quella, hip hop mischiato a funky ed urban, le sicurezze le solite, e legate tanto al loro stile iper riconoscibile quanto al fatto che sono musicisti de cristo, ma stavolta a crollare il tutto c’è anche un video ossessivo e martellante (ideato dai Typo insieme a Marco Jeannin) che, in tempi di restrizioni da pandemia, è riuscito comunque a far fluire benissimo il sentimento del pezzo nelle immagini. Dietro a Blank c’è Elena De Salvo ed è una tipa che è già entrata nel nostro radar. Felici a metà è una traccia bella solida e densa, nel cantato, nella produzione e nella scrittura, e suggeriamo di abbinarla ad un aperitivo di quelli senza pietà, come i tempi che viviamo.
PRIMA DI ANDARE A DORMIRE: ‘HOME’ DI CARIBOU, TORO Y MOI
A commento, rubiamo le parole dello stesso Dan Snaith, aka Caribou: «Chaz è un musicista incredibile che parla correntemente ogni vocabolario musicale ma con una sensibilità tutta sua. Il suo remix è come un cellulare di Alexander Calder o un dipinto di Kandinsky in cui le geometrie musicali della canzone originale circondano l’un l’altra nello spazio».
BONUS INSONNIA: ‘SING ABOUT LOVE’ DI FOUSHEÈ
Fousheé è un’artista a cui stiamo a cuore. Le interessiamo, vuole che la capiamo e che sentiamo l’onestà della sua musica. Non c’è nulla che non sia messo al posto giusto, e per una giusta ragione, nelle sue canzoni. Non ci sono orpelli. Dalle note in falsetto, alle trame sussurrate ai riff sognanti, Fousheé dosa tutto, in questo caso per dirci cose sulla sua energia femminile sensuale, pacifica e sicura di sé. Ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo, cantava il maestro.
Nella foto in alto: Guido Cagiva, foto di Vashish Soobah
Clicca qui per la playlist di settimana scorsa
La playlist 12H di WU curata da Carlotta la trovate anche su Spotify, qui sotto il player
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