12H, LA PLAYLIST DEL 7 OTTOBRE
12H è una playlist con i pezzi più interessanti usciti negli ultimi giorni, perché ci sono sempre nuove e belle canzoni da ascoltare
di Carlotta Sisti
E dunque hanno indagato il medico di Pippo Franco perché pare gli abbia fornito un Green Pass falso. Come si suol dire, «la notizia ha fatto il giro degli organi di informazione», che in un sol giorno hanno perso qualche altro migliaio di potenziali Gen Z, che di gente che si chiama Pippo conoscono al massimo quello che allena il Brescia e che nelle interviste post partita è sempre mezzo afono, cosa che fa divertire moltissimo noi poveri tardo millenial. Ma mettendo da parte la fuga dei giovani lettori dalle grosse testate giornalistiche, le stesse che intervistano il ragazzo che ha denunciato Luca Morisi descrivendolo come “prostituto per necessità” (perché se fosse stato prostituto per scelta, agli occhi dei lettori anzianotti, avrebbe avuto meno credibilità?), l’affaire Pippo Franco m’ha turbata, avendo io vissuto un momento in cui la autenticità del mio pass è stata messa in dubbio. Accade, infatti, che una mattina, davanti alla scuola materna per entrare nella quale è obbligatorio dimostrare di non essere dei citrulli no vax, il mio QR code risultasse non valido. E hai voglia a strepitare che «ho la doppia dose di Moderna, fatta il xxx» e sventolare il foglio della vaccinazione con sempre più disperata furia: i gelidi custodi della legalità non m’hanno fatta passare e m’hanno sibilato più volte «io fosse in lei andrei in farmacia a farmelo stampare». Tralasciando la mia reazione scomposta, di fronte a il 4enne basito a cui probabilmente per il nervoso stavo stritolando la mano, e lasciando perdere il fatto che molto semplicemente stavo mostrando il QR code della prima dose e non della seconda, il punto è che mi sono sentita sbugiardata come un Pippo Franco fraudolento, come un Red Ronnie picchiatello, come un Freccero complottista, e in quel momento ho realizzato che la nuova vergogna, tra persone di buon senso, è passare per no vax. Mi sono trovata dall’altra parte, dalla parte di quei genitori che rimangono sulla soglia perché sprovvisti del documento sinonimo di sale in zucca, e ai quali ho sempre riservato lunghe occhiatacce e scrollate di testa. Senza dargli il beneficio del dubbio. Ora che mi sono trovata dall’altra parte, nulla è cambiato, e continuerò a memorizzarne i volti per evitare di finire a feste di compleanno negazioniste, quindi, di base, non ho imparato niente da questa storia, se non che la schermata 1 di 2 del Green Pass di Immuni non serva a una cippa di niente. Adesso che lo so e che mai mi vorrei ritrovare nella situazione di dover scandire a voce troppo alta tutto sulle mie vaccinazione, vorrei poter usare il pass per entrare nei locali, sentirmi un concerto, andare a ballare, visto che siamo il paese con più inoculati d’Europa, visto che abbiamo agito, per una volta, in modo praticamente impeccabile, visto che anche i Gen Z hanno risposto in massa alla chiamata. Ci meritiamo i club aperti, e i club si meritano più che altrove di tornare a lavorare. E visto che di musica, come sempre, siamo a parlare, ecco i pezzi più fighi di questi ultimi giorni, fatti da gente che spero di vedere molto presto su un palco.
IL RISVEGLIO: ‘THE BEACHLAND BALLROOM’ DEGLI IDLES
Gli Idles per anticipare il nuovo disco, Crawler, in uscita il 12 novembre, hanno pubblicato il pezzo che non ti saresti aspettato, e cioè una ballad. Il singolo, che prende il nome da un iconico club dell’Ohio, è una canzone soul onesta, schietta, e con una splendida e avvincente esibizione vocale del frontman Joe Talbot. E proprio Talbot ha, per The Beachland Ballroom, un amore totale: «Essere in grado di scrivere una melodia dell’anima come questa – ha detto – mi ha fatto volare in un’altra dimensione. Oggi come band siamo in un luogo dove ci è effettivamente permesso di andare ovunque vogliamo, ed essere creativi e non ripeterci. Questa canzone è una specie di allegoria del sentirsi persi e della capacità di superarla. È un brano che amo davvero cantare». Gli Idles da sempre sanno dare vita a storie vivide di traumi, dipendenze e recuperi, ma oggi ci sono anche nuove trame ed esperimenti sonori che li stanno portando in un nuovo, entusiasmante territorio. Un pezzo lento, sorretto da una strumentale monumentale, pieno di commozione, e via, che la giornata inizia con la giusta sturm und drang.
LA PAUSA CAFFÈ: ‘MORSI’ DEI COSMETIC E VRCVS
L’underground è vivo, viva l’underground. Che oggi può benissimo prescindere dalla chitarre distorte, e trovare, invece, compimento in un incrocio saettante di synth e note di pianoforte. I Cosmetic, in questa creazione di atmosfere vaporose, ampie, fluttuanti, sono bravissimi, e qui, complice la partecipazione dell’elettronica di Vrvcs, ossia Filippo Reider dei Fine Before You Came, tutto diventa più fascinoso. La narrazione, poi, che come spiega la band, «dipinge tutta la voglia della nostra generazione di spaccare in due i percorsi obbligati creati dai nostri genitori e di ricominciare da capo, rifacendo le cose a modo nostro, ora che siamo genitori a nostra volta», non rimane opaca sullo sfondo, ma arriva, dritta e chiara.
PRANZO: ‘BE SWEET’ DI JAPANESE BREAKFAST E ‘THE FEELS’ DELLE ‘TWICE’
Be Sweet è il singolo di debutto del prossimo album di Michelle Zauner Jubilee aka Japanese Breakfast ed è più vivace e colorato della maggior parte della sua musica precedente, come ci dice anche cover, nella quale, vestita di giallo fluo, è circondata da cachi dorati che sembrano addobbi di una festa psichedelica. Scritta con Jack Tatum dei Wild Nothing, la canzone vibra di energia e abbandona le influenze precedenti come lo shoegaze e l’indie rock, per lasciare campo aperto al synth-pop ballerino degli anni Ottanta. Dagli Ottanta ai Novanta, e bentornati anche a loro, ecco The Feels, il primo singolo in lingua inglese del gruppo k-pop Twice. Ma, cosa più importante, questo è anche uno dei momenti fino ad oggi più orecchiabili e simpatici del collettivo. Le Twice si appoggiano mirabilmente alla sana nostalgia e, fortunatamente, The Feels è abbastanza bella da giustificare il ritorno al passato.
APERITIVO: ‘HIGHER GROUND’ DI POLUN FEAT. GRECIA ELLA E ‘WET DREAM’ DELLE WET LEG
Lascia che Polun e Gracie Ella ti elevino verso altissime vette, con il loro singolo congiunto, Higher Ground. Con l’etereo falsetto di Ella e la divertita produzione di Polun, siamo abbastanza sicuri che manterrete questa traccia in rotazione per giorni e giorni.«Baby, do you want to comе home with me?/ I’ve got Buffalo ’66 on DVD»: con questa strofa, le Wet Leg mi hanno fatta urlare, e se non capite la quote, accidenti a voi, che come unica arma a vostra discolpa potete invocare la mancanza imbarazzante del film di Vincent Gallo sulle piattaforme di streaming. Ma pure senza aver visto un film da vedere, potrete lo stesso apprezzare l’uso magistrale delle allusioni in Wet Dream, così come l’incorporazione naturale della band di melodie pop all’interno del loro stridente dance-rock. Decadente e bellissimo.
PRIMA DI ANDARE A DORMIRE: ‘GASLIGHT’ DI ELI DERBY
Eli Derby ha fatto coming out con il suo singolo di debutto, Gaslight. A 18 anni, il cantante del Maryland è più saggio di quanto i suoi pochi suoi anni farebbero intendere, e porta casa un pezzo spessissimo che «riguarda l’assicurarsi che la persona che ascolta si senta bene, anche se non sa ancora che nome dare alla sua “situazione”. Ma parla anche di come, a volte, l’incertezza può essere esattamente ciò di cui hai bisogno in quel momento». La sua maturità si traduce perfettamente anche nella sua musica, perché Derby canta con un senso di fervore impressionante, per un diciottenne. E poi, hey, ma come se la balla, nel video. Occhi puntati, eccome.
BONUS INSONNIA: ‘BORN YESTERDAY’ DI ARCA FEAT. SIA
La coppia di cui non sapevi di aver bisogno: Arca abbina i suoi tocchi nervosi e irrequieti alla produzione sfumata e sottile della pop star australiana Sia. Born Yesterday è un singolo di tre minuti stratificato ed ipnotico, ma soprattutto ad altissimo e quasi pericoloso carico emozionale. Per un’insonnia da cime tempestose, insomma.
Nella foto in alto: Idles, foto di Tom Ham
La playlist 12H di WU curata da Carlotta la trovate anche su Spotify, qui sotto il player
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