LORENA SPURIO – IL FASCINO DEL TRATTO POTENTE
Lorena Spurio ha scoperto l’illustrazione dopo un percorso personale che l’ha portata a viaggiare in Italia e in Europa. Le sue creazioni parlano al femminile e sono molto colorate, ma l’estetica e la tecnica del tratto sono per lei fondamentali per raccontare una storia
di Chiara Temperato
Lorena Spurio nasce a Reggio Calabria il 12 dicembre del 1992. A 18 anni si trasferisce a Roma per studiare “Lingue e Letterature” alla Sapienza e dare seguito alla passione per la letteratura inglese. Sceglie poi di invertire la rotta dei suoi studi e a Torino frequenta la magistrale in “Comunicazione e arte contemporanea”. Ma è soltanto a Madrid, pochi anni dopo, grazie a un corso di pittura durante il suo Erasmus, che scopre la sua vera vocazione: l’illustrazione. E così, tra Milano e Barcellona, si butta a capofitto nel disegno sperimentandolo in tutte le sue forme. Con il suo progetto personale sulle donne, ispirato dalle riflessioni durante il lockdown, trova la sua forma artistica più matura.
Il tuo amore per l’illustrazione è stato silente per un po’ di tempo. Verrebbe da definirlo quasi un colpo di fulmine sbocciato in età matura. Cosa ne pensi?
Direi proprio di sì. Da bambina non ero molto interessata al disegno, scarabocchiavo più che altro, un po’ come tutti. Fino ai 17 anni la mia più grande passione è stata la danza. E soltanto alla fine del percorso universitario – incentrato su letteratura e comunicazione – ho capito cosa volessi realmente fare della mia vita. Il colpo di fulmine è avvenuto quasi per caso: nel 2016 ero a Madrid per l’Erasmus e dovevo frequentare un corso di “Pittura digitale”. All’inizio ne ero intimorita, non prendevo in mano una matita da secoli, ma poi è scattato qualcosa. E così ho iniziato a seguire quell’impulso, un po’ per gioco, un po’ per curiosità. Volevo capire se quel fuoco, improvviso e potente, sarebbe durato. Riempii la mia vita di schizzi. E quando arrivò il momento di scegliere, non ebbi dubbi. L’amore per l’illustrazione era ormai diventato un’urgenza, e non poteva più restare in silenzio.
Una passione dirompente, quindi, che durante il lockdown ha preso una direzione intima e personale. Com’è andata?
L’illustrazione era entrata nella mia vita come un fiume in piena. Per potermi spingere oltre, però, era arrivato il momento di supportarla con una formazione tecnica adeguata: ho frequentato così un “Corso di illustrazione breve” alla NABA di Milano e un Master in “Illustrazione creativa” a Barcellona, città in cui avevo iniziato un’esperienza lavorativa come illustratrice. Se quello è stato un periodo ricco di sperimentazione, il lockdown poco dopo mi ha indotto a tirare fuori il lato personale della mia arte. Trascorrevo molto tempo da sola con i miei pensieri e le mie emozioni, e così ho iniziato a focalizzare l’attenzione sulla mia fisicità, sulle forme e i movimenti dei corpi femminili e il modo in cui comunicano con l’ambiente. Il passo successivo è stato trasferire questa nuova consapevolezza in autoritratti, spesso realizzati in movimenti danzanti.
Autoritratti di Lorena ma anche ritratti di altre donne, giusto?
In me era nata una precisa urgenza espressiva che, insieme all’interesse verso le tematiche femministe coltivato in quei mesi, ha ispirato il mio progetto personale sulle donne, raccontate attraverso il filtro della quotidianità e della contemporaneità. Dopo aver letto Il calibano e la strega di Silvia Federici, la mia visione del mondo femminile si è arricchita di nuovi punti di vista. Mi sono appassionata alle tematiche di genere, ho studiato i testi femministi e iniziato a mettere tutto in discussione: ho capito che i tabù con i quali avevo vissuto fino ad ora, le difficoltà e le emozioni annesse non erano solo miei, ma di tutte le donne. Ed è così che ho sentito l’esigenza di “svelarmi” e di raccontare, attraverso me stessa, le storie che in fondo accomuna- no tutte noi: quelle di sofferenza, di conquista e di orgoglio. I miei disegni dicono molto della mia vita: dalla danza alla lettura, dalle relazioni più intime al rapporto conflittuale che mi lega alla Calabria, fatto dell’amore per i colori e le luci, della dolcezza dei ricordi d’infanzia, ma anche dell’amarezza per la situazione in cui oggi la mia terra è prigioniera.
Attraverso i tuoi disegni rifletti, sogni e parli agli altri. Ma c’è una cosa che ti emoziona più di tutte: la capacità di raccontare una storia attraverso il “tratto”.
Quando disegno rifletto su temi sociali, ma allo stesso tempo vago tra paesaggi suggestivi e atmosfere sognanti. Per me è importante sia esplorare la componente sociale e politica dell’arte, sia quella più onirica ed estetica. E nel tempo ho capito che era l’illustrazione “fatta a mano” a rappresentarmi di più: quando dipingo con l’acquerello e il gouash e su carta sono in pace con me stessa. Tuttavia, più che pittrice mi considero un’illustratrice, proprio perché affascinata dalla potenza del tratto, più che dai colori. Credo che l’estetica e la tecnica di un tratto ci possano dire molto sull’intimità di chi lo ha realizzato e sulla storia che vuole raccontare. E io adesso sono alla ricerca di un segno dirompente, come la passione che ho dentro.
Chi è Lorena Spurio al di fuori dell’illustrazione?
Non c’è un fuori. L’illustrazione definisce la mia vita in ogni momento. Mi ha insegnato a guardarmi in profondità e a trasformare in opportunità espressive tutto ciò che consideravo un limite, come per esempio la mia riservatezza. Disegnare per me è terapeutico perché mi obbliga a riscoprirmi di continuo, a non giudicarmi e ad accettarmi così come sono. Ultimamente penso molto al fumetto, perché sento il bisogno di far parlare i miei disegni e di farli vivere all’interno di una sequenza narrativa. Devo molto all’arte, perché mi ha dato la possibilità di essere me stessa, e spero che un giorno qualcuno guardando un mio disegno possa trovare la stessa libertà che ho trovato io.
Nella foto in alto: Lorena Spurio, foto di Chiara Lombardi
Lorena Spurio su IG
Dello stesso autore
Chiara Temperato
INTERVIEWS | 1 Maggio 2020
LADAN TOFIGHI – UN PORTO SICURO PER LA MIA FANTASIA
CONTENTS | 17 Aprile 2019
‘SALENTO MODERNO’, LE FOTO DELLE “CASE STRANE” DEL SALENTO
CONTENTS | 8 Marzo 2019
LA NUOVA SOCIETÀ DEL PIANTO
INTERVIEWS | 16 Ottobre 2018
ELENA XAUSA – TRA FANTASIA E QUOTIDIANO
INTERVIEWS | 22 Giugno 2018
MOMUSSO – L’IMPORTANZA DEGLI SPAZI BIANCHI