HUGO MAUPETIT – THE GUM PROJECT
Il progetto di questo giovane designer francese, realizzato insieme a Vivian Fisher, mira a dare nuova vita alle gomme da masticare usate e lasciate nell’ambiente. Siamo ancora in una fase iniziale, ma non mancano le idee e l’interesse per realizzarlo
di Enrico S. Benincasa
La gomma da masticare è senz’altro un rifiuto “odioso”, soprattutto se lasciato sul marciapiede. L’ADUC, l’associazione per i Diritti di Utenti e Consumatori, stima che ogni anno in Italia il consumo ammonti a circa 23 mila tonnellate e, più della metà di queste non sono smaltite nel modo corretto ovvero in un cestino. Hugo Maupetit, un giovane designer francese, insieme alla sua collega Vivian Fisher, vuole provare con The Gum Project a dare una nuova vita a questo materiale trasformandolo in una ruota per skateboard. Il progetto, sviluppato in ambito universitario, è stato testato a Nantes posizionando in un quartiere alcune lavagne dove attaccare il chewing gum usato. La risposta è stata positiva, ma sono diversi i dettagli da mettere a pun- to prima di vederlo realizzato. Come ci spiega Hugo, però, quello che non manca è l’interesse per farlo.
Quando tu e Vivian Fisher, la designer che ha collaborato con te a questo progetto, avete iniziato a pensare a questa idea di riciclo delle gomme da masticare?
È un’idea che io e Vivian abbiamo delineato durante il nostro periodo di studi alla Nantes Atlantique Design School, riguardava un progetto che ci era stato assegnato con al centro il riciclo e la sostenibilità. Abbiamo pensato al chewing gum perché stavamo cercando un rifiuto che potesse essere trasformato in maniera efficace. La gomma da masticare aveva tutte le caratteristiche del materiale ideale perché tutti la conosciamo. Chiunque l’ha provata almeno una volta in vita sua o l’ha trovata sotto la suola di una scarpa. Ci è sembrato quasi divertente metterla al centro di un progetto del genere.
Avete installato dei pannelli in alcune zone della città di Nantes per raccogliere le gomme da masticare usate. Attualmente sono ancora al loro posto?
Attualmente non ci sono pannelli in giro per Nantes per la raccolta delle gomme da masticare usate, il progetto è ancora in una fase beta ma ci stiamo lavorando.
So che la municipalità non vi ha dato la possibilità di testarlo su larga scala, provando anche a coinvolgere altri quartieri. Avete ricevuto proposte da altre città, in Francia o anche nel resto d’Europa, per provare a vedere come potrebbe funzionare?
Al momento non siamo in contatto con altre città, né in Francia, né altrove, per provarlo su larga scala. Ma penso sia solo un discorso di tempo: se avessimo l’ok da qualche municipalità, le altre seguirebbero l’esempio. Penso che il problema sia più che altro di immagine, non tutti sono d’accordo sull’avere delle lavagne in giro per la città con i chewing gum usati, è un aspetto su cui dobbiamo fare delle riflessioni.
Avete ipotizzato come partner dell’iniziativa due aziende importanti come Vans e Perfetti Van Melle per il brand Mentos. Avete attualmente contatti con queste realtà?
Abbiamo sentito Mentos per discutere il progetto con loro, ma al momento non posso dire nulla di ciò che ci siamo detti.
Ci sono altre realtà che si sono dimostrate interessate a The Gum Project?
Sì, alcune aziende americane e asiatiche ci hanno contattato per approfondire. Ma prima di ogni accordo, dobbiamo migliorare il processo di creazione per rendere il tutto più fattibile.
Perché questo materiale di scarto si presta particolarmente bene alla creazione di una ruota per uno skateboard?
Da un punto di vista tecnico la gomma da masticare è un derivato del petrolio e quindi può essere lavorato come un qualsiasi termoplastico. La sua morbidezza, così come le sue differenti consistenze, sono perfette per la creazione di una ruota per una tavola da skateboard. In più hanno colori accesi e caratteristici, ben visibili a distanza, caratteristica che rende queste ruote molto riconoscibili.
Avete pensato a possibili utilizzi diversi per questo materiale?
Sì, certo, potremmo creare anche accessori per le biciclette, suole o intersuole per le sneakers giusto per fare qualche esempio. Al momento, però, siamo concentrati sul processo di creazione di queste ruote.
Quanto è importante per te, come designer, includere la sostenibilità nei tuoi progetti?
Oggi è per me basilare mettere al centro la sostenibilità in ogni lavoro personale o di team, senza di essa mi sentirei come se stessi creando una “fabbrica di gas” di cui non abbiamo certo bisogno. Longevità e durabilità, al pari di sostenibilità, sono sempre le parole chiave di ogni progetto in cui sono coinvolto.
Stai lavorando a qualcosa di nuovo in questo momento?
Sì, sto lavorando a Nap, un progetto personale che mi sta molto a cuore. Riguarda un ambito che a molti può spaventare: il mondo funerario. Le tombe in cemento, spesso orizzontali, oltre a occupare troppo spazio sono molto costose. Il mio obiettivo è rendere i cimiteri degli spazi per quanto possibile più allegri dello stato attuale, cercando di salvare spazio tramite la creazione di tombe più colorate e verticali. Vorrei realizzarle con i sedimenti marini, materiale molto simile al cemento, meno caro e con un minore impatto ambientale.
Intervista pubblicata su WU 109 (agosto-settembre 2021)
Nella foto in alto: Hugo Maupetit
Hugo Maupetit su IG
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