GUINEVERE – LE BELLE COINCIDENZE
Guinevere ha debuttato con il suo primo EP, ‘Running in Circles’, uscito per La Tempesta lo scorso 3 marzo, e sarà nella lineup de La Prima Estate
di Enrico S. Benincasa
Una voce e un gusto musicale fuori dal comune, atmosfere atemporali di matrice folk, ma che lasciano intravedere un amore tanto per la classica quanto per il pop. Sono questi gli ingredienti di Running in Circles, primo EP di Guinevere da lei prodotto insieme a Matteo Pavesi e pubblicato da La Tempesta. Dietro questo moniker c’è Ginevra Battaglia, classe 1998, un background artistico multidisciplinare e una genuinità nell’approccio non facile da trovare nel mondo della musica.
Il tuo EP Running in Circles è uscito lo scorso 3 marzo. Sei contenta dell’accoglienza che sta ricevendo?
Sono molto felice e grata per come sta andando. Sto anche provando una particolare sensazione di sollievo perché, mentre le persone che lo ascoltano stanno scoprendo qualcosa di nuovo, per me invece la pubblicazione è il momento in cui sto “lasciando andare” qualcosa di mio. È un contrasto interessante che mi fa riflettere ma anche una grande gioia perché, per la prima volta, condivido un lavoro musicale con gli altri.
A quando risalgono i primi momenti di lavorazione di Running in Circles?
Ho iniziato nella primavera del 2021 insieme a un gruppo di amici musicisti, che mi hanno aiutata durante una sorta di residenza artistica mentre mi trovavo in Toscana. Verso giugno di quell’anno ho incontrato Matteo Pavesi, il produttore del disco, con cui dal mese successivo abbiamo iniziato a lavorare assieme. A febbraio 2022 il disco era praticamente pronto.
Come hai conosciuto Matteo Pavesi?
È stata una bella coincidenza. Ero in un momento che potrei definire di smarrimento artistico e un’amica, che lo conosceva, mi aveva girato il suo contatto. Ci ho messo un po’ di tempo a scrivergli, l’ho fatto quando ho scoperto tramite i social che entrambi ci trovavamo a Bologna. Ho voluto incontrarlo di persona per sentire i pezzi, nessun invio digitale. Abbiamo scelto di provare a lavorare assieme. La certezza che era la persona giusta l’ho avuta quando, durante la prima volta che lavoravamo su Setting of the Sun, entrambi abbiamo pensato che, in un momento particolare del pezzo, ci andava un quartetto d’archi. Lui, oltre a pensarlo, lo ha detto ad alta voce ed è stata la conferma della nostra connessione.
E come sei entrata in contatto con La Tempesta?
Un’altra bella coincidenza. Una volta finito il disco non sapevo bene come muovermi. Parlando con mio papà abbiamo pensato di chiedere un consiglio a Matteo Caccia, che lui conosceva perché, quando ero appena nata, gli era capitato di lavorarci assieme. Matteo mi ha suggerito di sentire Enrico Molteni de La Tempesta, così gli ho scritto, mi ha risposto e ci siamo incontrati. Anche qui ho capito di aver trovato la persona giusta, per la sua umanità, il cuore e la sua capacità di comprendere la visione dell’artista.
Perché hai scelto Guinevere come nome d’arte?
Quando stavo pensando a come chiamarmi, cercavo qualcosa che mi identificasse e che non fosse troppo lontano dal mio nome, Ginevra. Scrivendo in inglese volevo qualcosa di “internazionale”, che avesse senso, ma che non fosse niente di artefatto. Guinevere è stata la prima intuizione che ho avuto, e in genere la prima è sempre quella buona. Poi è anche il titolo di una canzone che mi cantava sempre mio papà alla chitarra, per me ha un significato particolare.
Dove potremo vederti dal vivo?
Suonerò un po’ in giro, inizialmente solo chitarra e voce. Sono nella lineup de La Prima Estate, nel giorno di Bon Iver e Kings of Convenience.
Intervista pubblicata su WU 119 (aprile – maggio 2023). La foto in alto di Guinevere è di Luca Soncini, style Vittoria Brachi, make up Carla Curione. Guinevere indossa t-shirt Obey
Guinevere su IG
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