BLOOP, L’ARTE PER TUTTI
Bloop è un festival di arte proattiva che da oltre un decennio prende forma in una delle località più famose del Mediterraneo, Ibiza, proponendo un’alternativa culturale, inclusiva e gratuita per chi si trova, in agosto, sull’isola spagnola
di redazione di WU
La conosciamo per le spiagge, i club e la night life, per essere un posto storicamente libero dove la cultura hippie ha attecchito, ma anche per essere diventata buen retiro estivo di star e personalità provenienti da ogni parte del mondo. Ibiza è ed è sempre stata “tante cose” assieme, non sempre concordanti fra loro, e dal 2011 a oggi è anche la sede di Bloop Festival, un evento di arte proattiva che, dal 12 al 25 agosto di quest’anno, ha festeggiato la sua tredicesima edizione sull’isola.
Nato proprio nel 2011 a Sant Antoni de Portmany, nel corso degli anni Bloop ha passato diverse fasi. La prima, quella che lo vede debuttare e crescere nella città della costa occidentale dell’isola, è quella del contrasto. In un luogo famoso per la speculazione edilizia e per l’idea di vacanza-divertimento senza limiti, Bloop realizza qui una proposta culturale alternativa basata su due principi: inclusività e creatività. «Portare un evento come Bloop è stato uno shock culturale» racconta Matteo Amadio, ideatore e fondatore del festival, oggi ancora impegnato in prima persona nell’organizzazione. «Ci siamo subito resi conto che le persone perdevano interesse nel fotografare le scene tipiche del centro di Sant Antoni e preferivano immortalare le opere di arte che, edizione dopo edizione, abbiamo portato su questo lato dell’isola». Opere di street art, ma non solo: mostre, installazioni, eventi e workshop, pensati per adulti e bambini, sempre gratis.
Nel 2016, Dopo la sesta edizione, Bloop cambia casa a causa di una serie di interferenze da parte della politica locale. Gli organizzatori si spostano a Eivissa, sull’altro lato dell’isola. Qui inizia una seconda fase, che vede il festival crescere e consolidarsi, anche grazie a qualche esperimento fuori dal contesto ibizenco come le due edizioni off ospitate a Milano e a Morelia, in Messico, in occasione del Dia de los Muertos nell’ottobre 2022.
In 13 anni di attività il festival ha contribuito a creare una galleria d’arte open air sull’isola, della quale fanno parte circa 60 murales realizzati da artisti come Martha Cooper, Said Dokins, Interesni Kazki, Phlegm e Okuda. «Quasi tutti i murales che abbiamo realizzato sono ancora visibili. Alcuni sono stati cancellati, altri sono ancora qui, con la stessa potenza del primo giorno», aggiunge Matteo. Questa “galleria diffusa” è visitabile grazie a un’applicazione per Android e iOS che, sfruttando geolocalizzazione e realtà aumentata, permette a tutti di trovare le opere d’arte presenti sull’isola e conoscere da vicino la storia del festival. La app è il miglior modo di approcciarsi al festival, conoscere gli eventi in programma e, novità di quest’anno, anche per vincere dei premi. È realizzata da Biokip Labs, l’agenzia milanese che organizza anche il festival.
Per l’edizione 2023 il tema scelto è stato Believe: tra crisi climatica, guerra e incertezza la persone sono più inclini a perdere la speranza e a sentirsi sole e disarmate. Bloop ha voluto provare con l’arte a riflettere insieme sul presente, fornendo prospettive diverse grazie ai tanti artisti internazionali che hanno partecipato. Oltre alle nuove funzionalità della app, la grande novità è stato l’ingresso di un nuovo partner. Si tratta di Endesa, energy company spagnola che ha concesso a Bloop l’utilizzo di pareti e centraline elettriche su tutto il territorio dell’isola. Proprio in una centrale in disuso vicino alla città di Eivissa, messa a disposizione da questo partner, si è svolta dal 18 al 20 agosto Ephemeral Electricities, una mostra all’interno del programma del festival, che in questa location inusuale ha visto coinvolti Said Dokins, Silvia Ramacci, Amadama e Telenova.
Il futuro del festival è ancora a Ibiza: «Vogliamo fare crescere Bloop sempre di più, realizzando opere importanti e mostre sempre più immersive per le migliaia di persone che ogni anno partecipano a questo evento», dichiara Matteo. «Da qualche mese, stiamo lavorando per rendere Bloop un festival del Mediterraneo, realizzando una futura edizione, oltre a quella di Ibiza, anche in un’isola italiana». La situazione è ancora in fase di definizione, ma senza dubbio una seconda versione estiva questo evento, indipendentemente da dove si terrà, sarà sempre all’insegna dell’inclusività e della gratuità. Una visione che è la stessa dagli esordi perché, come recita uno dei claim storici del festival, Art is for Everybody, ovvero l’arte è per tutti. E, sulla più famosa delle Baleari, lo è senz’altro da quando c’è Bloop.
Nella foto in alto: ‘Sun’ di Spy