IBISCO – LA COSTANTE
Ibisco ha pubblicato ‘Languore’, il suo secondo album in studio ancora prodotto da Marco Bertoni. Questo mese suonerà a Milano (5) e Ravenna (16)
di Enrico S. Benincasa
Il 20 ottobre è il giorno di uscita di Languore, il secondo album di Ibisco. Questo è il nome d’arte che ha scelto Filippo Giglio, 27enne bolognese, per debuttare un anno e mezzo fa nella scena musicale italiana con Nowhere Emilia, disco che incrocia le sonorità new wave con la scrittura cantautorale italiana. Con Languore Ibisco prosegue su questa strada aggiungendo nuovi elementi (sempre coadiuvato alla produzione dal concittadino Marco Bertoni, produttore, compositore e membro dei Confusional Quartet). Uno di questi è la cover del disco, argomento iniziale della nostra chiacchierata.
Languore è il tuo secondo disco. C’è una certa continuità musicale e di scrittura con il tuo esordio Nowhere Emilia, ma anche degli elementi di rottura come per esempio l’immagine di cover, agli antipodi rispetto a quella precedente…
Sì, penso che gli ascoltatori si accorgeranno che elementi come voce, testi e stile di scrittura siano gli stessi, diciamo che è cambiato il “vestito”. In un’intervista di tanti anni fa Lucio Dalla disse che il suo peggior incubo era risvegliarsi uguale al se stesso del giorno prima, e anche a me spaventa essere sempre la stessa persona. Attorno alle costanti che ho citato prima, c’è un mondo sempre in evoluzione. La cover, realizzata da Giovanni Benassi, è stata scelta anche per cercare di non cadere in quei cliché che, gioco forza, si possono accostare al mio progetto, o quanto meno è un tentativo di non accumularne altri.
Il disco contiene nove canzoni: sono la misura giusta per te oggi?
È la misura giusta per una serie di motivi. In primis perché ogni canzone deve essere solida e avere una sua autonomia. I riempitivi non mi fanno impazzire ed eccedere quella misura potrebbe mettere in ombra alcune canzoni, portando un ascoltatore a non prestare la giusta attenzione. Poi, nei live, mi piace l’idea di suonare tutto il disco. I pezzi in ogni caso sono lunghi, ho avuto comunque modo di “sfogarmi” musicalmente e sono contento del risultato finale.
Hai lavorato ancora con il produttore e musicista Marco Bertoni. Perché hai scelto nuovamente lui per questo secondo album?
Sul primo disco c’è stato un lavoro sano e profiquo e si è creato un rapporto umano che era un peccato interompere. Con Marco ci completiamo e ci capiamo: lui è una persona in grado di arrivare dove non arrivo e non vuole fare le cose che io già so fare. Ci troviamo su tutto, abbiamo gli stessi gusti. Poi il suo studio è fuori città, e non c’è bisogno di girare mezz’ora per parcheggiare come succede a Bologna (ride, NdR). Sono cose che fanno bene a certi progetti.
Quando è arrivato il titolo del disco?
Il titolo era un po’ nell’aria quando sono entrato in studio circa un anno fa. Sentivo nei brani la presenza di questo spleen, di questa mancanza legata al senso di vuoto, al ripensare a quello che si è fatto nella vita e a quello che si vorrebbe fare e non si fa. Se cerchi sul dizionario, questo è il significato di languore.
Come saranno i live successivi all’uscita di Languore?
Sicuramente i pezzi del disco li suoneremo tutti, ma non li faremo di fila e in scaletta non ci saranno solo quelli ma anche brani del precedente album, È una scelta per dare continuità perché c’è un filo conduttore tra i due lavori. Qualche brano lo abbiamo già suonato negli ultimi concerti estivi, ma presto ci troveremo con tutta la band in sala prove per preparare bene il live.
Hai già pensato se fare un altro album di remix come hai fatto per Nowhere Emilia?
Non ne abbiamo ancora parlato, ma ci sono dei brani che si potrebbero prestare senz’altro. Perché no, insomma, non lo escludo.
Ci saranno altre uscite di singoli o video da qui alla fine dell’anno?
Non usciranno altri singoli nel breve termine, forse nell’anno nuovo arriverà un altro brano inedito. Al momento è un’idea, ancora tutta da definire.
Intervista pubblicata su WU 122 (novembre 2023). La foto in alto di Ibisco è di Andrea Ceppi, style Vittoria Brachi. Ibisco indossa top Adelbel, pullover in vita Minimum, pantaloni Obey
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