LA RIVOLUZIONE
In pochi mesi, grazie ai suoi lavori con l’intelligenza artificiale, If Only è diventato un artista non solo a livello social. Con lui abbiamo parlato di come questa risorsa non sia una semplice innovazione
di redazione di WU
In un tempo veramente breve Vincent Smadja, conosciuto con il nome d’arte If Only è diventato uno degli artisti più interessanti tra coloro che lavorano con l’intelligenza artificiale. Come tanti in questo 2023, si è interessato alle possibilità offerte da strumenti come Midjourney per curiosità e, grazie ai social, l’interesse per le sue creazioni è aumentato esponenzialmente dandogli una visibilità ina- spettata e forse nemmeno così cercata.
Francese, di base a Parigi, ha un nome d’arte/nickname – If Only – con cui inizia ogni caption di tutti i post del suo profilo Instagram. I suoi post sono ovviamente le sue opere che ritraggono soggetti di grande impatto come monumenti e architetture conosciuti da tutti o personaggi pubblici contemporanei. Aldilà della categoria, però, If Only li propone, grazie alla AI, in una veste inedita in cui si incrociano la meraviglia, l’ironia e il surreale.
«Ho iniziato a sperimentare con Midjourney a marzo di quest’anno», ci ha detto Vincent. «Prima di allora non avevo mai creato qualcosa di “artistico” con le mie mani, non ho esperienza o abilità di questo tipo. Per questo, nel mio percorso professionale, ho sempre scelto ruoli e professioni che avessero a che fare più con la creatività che con la creazione nel senso più letterale del termine». Idee e tecnologia, nel caso di Vincent, hanno fatto in questo caso la differenza e lo hanno portato, in brevissimo tempo, a occuparsi a tempo pieno della sua produzione artistica.
Proprio come artista AI If Only ha recentemente partecipato ad Art(e)facts – for daily use, una mostra di Domingo (agenzia di comunicazione omnichannel basata a Milano), curata da Francesco Sorrentino e dalla AI Agency Creaitors.co. Insieme ad altri 16 artisti italiani e internazionali il suo lavoro è stato preso a esempio di come l’intelligenza artificiale stia cambiando il mondo dell’arte e della creatività: «Credo che l’intelligenza artificiale ci stia dimostrando di essere un tool performativo, in continua evoluzione giorno dopo giorno, al supporto dell’uomo, nel rendere “possibile l’impossibile”», ci ha detto Sorrentino. «Trovo che nel lavoro di Vincent ci siano due asset ricorrenti e vincenti: l’ispirazione agli eventi con- temporanei e la sperimentazione su icone intramontabili come meraviglie architettoniche, personaggi pubblici o campagne e prodotti di brand del lusso. Questa formula, associata alla sua personale visione contemporanea dell’arte, ci permette di immergerci nelle sue opere, riconoscendone gli elementi che fanno parte della cultura contemporanea, ma con alcuni scenari innovativi e spesso provocatori, con dettagli quasi associabili più al sogno che alla realtà».
Questo forte legame alla cultura contemporanea, insieme alla possibilità di evadere da essa grazie a un twist creativo che ci fa accedere a una dimensione più onirica, è forse una delle chiavi che hanno reso le opere di If Only virali, ripostate tanto da utenti normali quanto da realtà dei media come NBC o nomi importanti dell’arte come Saatchi. E grazie a questo buzz è riuscito a collaborare con brand come Valentino e aziende del mondo del beauty come Kerastase.
Con la probabile introduzione massiva dei tool di AI nel mondo della creatività, non potrà che esserci un cambiamento di prospettiva per chi con l’arte ci lavorava già e per chi inizierà a lavorarci. Siamo ancora in una fase beta, per usare un termine di derivazione tecnologica, di questo processo, ma Vincent ha un’idea su quello che ci aspetta: «Nessuno può ovviamente avere una risposta certa su quello che accadrà nei prossimi anni. A mio parere, però, l’introduzione dell’intelligenza artificiale in ambito artistico e creativo non è una semplice innovazione, è una rivoluzione. Porterà nuove pratiche, ma anche un nuovo mindset soprattutto tra le generazioni più giovani. Ci aspetta un nuovo modo di creare e consumare l’arte».
La velocità con cui tutto cambia, soprattutto quando si parla di tecnologia, non aiuta certamente a fare previsioni in questo senso. Molto dipenderà dalla possibilità di accesso a questi strumenti e all’ulteriore sviluppo che faranno. Vista la complessità della questione, bisognerà anche tenere conto di tanti aspetti che solo a prima vista possono essere considerati solamente accessori, come quelli di natura etica e quelli più legati alla sfera legale Ma il riferimento che Vincent fa alle generazioni più giovani, che si confronteranno con la AI senza sovra- strutture, è il vero punto: saranno loro, probabilmente, a completare quella rivoluzione che oggi è appena partita.
Articolo pubblicato su WU 123 (dicembre 2023)
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