SKAN – LE MEMORIE E LE PERSONE
La sua ricerca artistica, in strada e su tela, è un’indagine continua sulla figura umana, sull’intimità delle esperienze che passano attraverso gli altri e che, per essere raccontate in modo autentico, non sempre possono essere spiegate
di Giorgia Martini
Le opere di Skan, al secolo Emanuele Boi, sono ritratti che potremmo definire “ingannevoli” perché per l’artista non sono semplici ritratti. Lo sguardo pieno di ogni suo personaggio è la traduzione visiva di un suo ricordo personale, di una memoria che, passando attraverso una figura umana o parte di essa, prende corpo su un muro o su tela. I volti nelle sue opere sono così esperienze di vita, concentrate nelle forme delle persone che quelle esperienze le hanno permesse. Con Skan abbiamo parlato di come la street art sia, come, e forse più di altre forme d’arte, una pratica di conversazione, perché occupando lo spazio pubblico non può che essere essa stessa uno luogo di incontro fra artisti e fruitori.
La street art è di per sé una forma d’arte permeante, che abita lo spazio urbano, i tuoi personaggi in particolare sono quasi invadenti, il loro sguardo è così vivo che sembra seguire i passanti. In che rapporto è il tuo sguardo con quello dei tuoi soggetti?
Credo che l’intensità del loro sguardo dipenda dal carico di intimità che attraverso di loro cerco di rappresentare. Per quanto possa sembrare strano, per me le mie opere non sono affatto ritratti. Quello che cerco di fare è tradurre attraverso la rappresentazione di volti umani esperienze di vita, un accaduto che mi appartiene. E scelgo di farlo con i volti delle persone che in quell’esperienza sono state con me. Ma a prevalere è sempre il ricordo nel suo complesso, per questo faccio in modo che le persone dipinte non siano riconoscibili. Ciò che si nasconde in quegli sguardi è molto più privato di quanto si possa pensare.
L’arte di strada esce per principio dai luoghi istituzionalizzati dell’arte e, volente o nolente, si espone al dialogo con chi abita l’ambiente urbano. Secondo te in che rapporto sta la street art con il vandalismo?Sono convinto che esista un inevitabile dualismo fra queste due pratiche, che possono sovrapporsi, ma anche no. Ci sono artisti di strada che compiono atti vandalici e, a mio parere, restano artisti a tutti gli effetti. Poi ci sono artisti che realizzano le proprie opere in piena legalità, ma che per me non sono tali.
A Looperfest International Urban Festival, festival a cui hai partecipato, il programma è fatto perlopiù di workshop per adulti e bambini. Quanto il fatto che un evento d’arte internazionale si focalizzi principalmente sul coinvolgimento diretto e attivo delle persone ha a che fare con il senso di fare street art?
Sicuramente l’incontro con altri artisti è qualcosa che appartiene al senso più vero dell’arte di strada. Per gli street artist è molto comune la pratica di trovarsi, fare le murate, dipingere insieme. Non credo che questo sia troppo diverso da ciò che avviene per altre forme d’arte, penso per esempio alla musica. Però penso anche che ci sia un aspetto che in effetti contraddistingue la street art in particolare ed il fatto che mentre ad un grande festival musicale, gli artisti stanno su un palco, nel nostro caso non è mai così e anzi, i nostri festival sono workshop, sono momenti per estendere l’incontro anche a chi non fa street art, ma ne è interessato o affa- scinato da quello che facciamo.
Tu sei sardo, hai studiato a Milano, molte delle tue opere sono in Sardegna. Quanto la commistione fra questi due luoghi, da una parte l’isola e dall’altra una città che più o meno a ragione è considerata epicentro di tutto, influenza la tua arte?
Molto. Sono convinto che per un artista fare esperienza di luoghi diversi sia decisivo. In particolare sono molto interessato a indagare la figura umana nel suo complesso, motivo per cui la scelgo il più delle volte come tramite per rappresentare qualcosa che è oltre il corpo in sé. Per me Milano, come molti altri dei posti in cui sono stato, è un luogo per portare avanti questa indagine, allo stesso tempo però amo vivere su un’isola, la Sardegna, preferisco attraversare l’epicentro per poi rientrare e allontanarmi dalla vita urbana. Per altro quest’isola in particolare è molto cara a chi fa arte di strada, per la presenza di una tradizione molto forte, che inizia negli anni Sessanta, quando Pinuccio Sciola, tornando dal Messico, portò qui la cultura muralista. Pensa che fece intonacare moltissimi edifici, persi nell’entroterra sardo, perlopiù fatti di fango, per avere delle pareti bianche da poter dipingere liberamente.
Com’è entrata l’arte di strada nella tua ricerca e pratica artistica?
Direi come tanti, mi sono avvicinato prima al mondo tag e bombing da giovanissimo, quando avevo 14 anni e la cultura muralista in Sardegna era molto forte. Per me, ma credo per tutti, era principalmente un’occasione per vedersi, due birrette e una murata in compagnia. Poi il mio rapporto con i graffiti è cambiato, è evoluto, ma sicuramente la cultura street che si respirava in Sardegna ha avuto un peso molto rilevante nel mio percorso.
So che in questo periodo hai preparato una mostra oltre al festival. Il concetto di mostra, così immediatamente statico e inquadrato, come si concilia con la pratica e la visione di uno street artist?
Sì, a Cagliari si è recentemente conclusa una mia personale, L’identità sospesa, per la quale ho realizzato dipinti su un supporto come la tela in formati medi. La curatela è stata di Roberta Vanali ed è stata ospitata dalla Galleria Siotto, nel centro storico della città. Sono convinto che la parete e la tela siano due cose molto distanti, hanno codici espressivi completamente diversi, due pratiche slegate. E anche se forse la parete è oggi uno spazio al quale mi sento più vicino, al contempo dipingere su tela significa per me tornare al principio, a una pratica che ho iniziato molto prima dell’arte di strada.
Nella foto in alto: una delle opere di Skan
Intervista pubblicata su WU 126 (giugno – luglio 2024)
Dello stesso autore
Giorgia Martini
EVENTS | 11 Aprile 2024
ALESSANDRO MENDINI ALLA TRIENNALE
EVENTS | 4 Aprile 2024
LA NEGAZIONE DELLA FORMA
EVENTS | 28 Marzo 2024
BRUNO MUNARI, LA MOSTRA ‘TUTTO’ A PARMA
CONTENTS | 7 Marzo 2024
SESSO E MICROFONI
EVENTS | 14 Dicembre 2023
‘DESTINI INCROCIATI’ AL LABIRINTO DELLA MASONE