LES NUITES FAUVES
Carolina Lopez Bohórquez indaga le forme di espressione della femminilità con la sua machina fotografica, restiduendoci immagini viscerali e figlie della cultura latinoamericana
di Alessandra Lanza
Carolina Lopez Bohórquez si definisce una creatura della notte e il suo progetto esplora proprio questo, posando la macchina fotografica su quei corpi femminili, o transessuali, che vanno a caccia di libertà. Uno sguardo latinoamericano e viscerale, quasi violento, che vive dall’interno quello che racconta.
Quando è nato il progetto?
Quattro anni fa, quando abitavo a Berlino. Per caso sono finita in un locale dove facevano burlesque e mi è piaciuto molto, così ho iniziato a fotografare. Ho continuato con il progetto a Praga per cercare altre storie, lì ho trovato un mondo, e poi a Parigi, Milano, Las Vegas. Il bello è che fino a quel momento sono sempre andata in cerca della storia giusta inventandomi di tutto, ci ho messo un po’ a capire che quello che volevo seguire era proprio accanto a me: sono sempre stata una persona “notturna” che va alle feste e nei locali, sono un’esteta e un’edonista, quindi è iniziato tutto in modo naturale. Ci sono anche i miei amici in queste immagini.
E l’idea del libro?
Avevo già fatto una mostra con dei poster, ma volevo andare oltre. Portando in giro i miei lavori precedenti alle fiere di arte e fotografia sono diventata amica di molti editor, a cui ho chiesto consigli. Molti spesso chiedono di essere pagati per una pubblicazione, ma nel frattempo è nata la piattaforma SelfSelf: ho presentato loro il progetto e abbiamo deciso di collaborare per fare un crowdfunding. Del design del libro mi sono occupata io, lavorandoci per mesi: avrei voluto un lavoro interamente per immagini, lasciando fuori i testi – persino il mio nome.
Credi di aver trovato la tua voce con questo progetto?
Sì, penso di aver trovato me stessa. Subito prima avevo seguito un workshop con Larry Fink, a cui avevo mostrato un mio lavoro dedicato alle persone cinesi. Mi aveva chiesto se avessi parlato con loro, e gli avevo risposto di no, per colpa della lingua. «Secondo me dovresti fotografare in quelle situazioni in cui ti senti comoda, a tuo agio», mi ha consigliato. E aveva ragione.
Il corpo femminile o femminilizzato è protagonista: rifletti anche su di te?
È un discorso che ho sempre fatto. Ho una sorella gay, per un periodo mi sono chiesta se lo fossi anche io, da bambina invece il mio mito era Cicciolina. Questa è una ricerca sulla femminilizzazione e sulla sessualizzazione del corpo. Il mio obiettivo è diventato trovare quei luoghi dove le persone sono libere, senza censure o limiti da parte della società, spazi in cui le donne non sono vestite in un certo modo perché si stanno prostituendo, ma perché vogliono semplicemente sentirsi così. Raramente mi hanno detto di no alla richiesta di scattare. In ogni immagine, molto spesso fatta di un dettaglio, trovo sempre una parte di me stessa, come nei ritratti, penso che succeda a tutti. Nel libro ci sono anche io, spesso autoritratta. Da sempre mi piace essere fotografata, e quando mi fotografano male allora mi fotografo io, meglio.
Andrai avanti sul tema?
Sì, voglio allargarlo ad altre persone, anche migranti, fare delle interviste. A breve mi trasferirò a Miami e sto facendo una proposta al museo di arte contemporanea della città per raccontarne la notte attraverso le minoranze.
CAROLINA LÓPEZ BOHÓRQUEZ Nata in Colombia, ha vissuto a Bogotà fino a 17 anni, per poi trasferirsi a Firenze, dove ha studiato pittura e fotografia. Si è poi trasferita prima a Milano e poi a Los Angeles, ha studiato e lavorato come fotografa, Il libro Le Nuits Fauves è stato pubblicato nel 2022 in collaborazione con il crowdfunding di SelfSelf Books
Articolo pubblicato su WU 113 (aprile – magio 2021). Segui Alessandra su IG
Tutte le foto presenti in questa pagina sono di Carolina Lopez Bohórquez