BIGMAMA – NIENTE TRUCCHI
Marianna Mammone è una delle rivelazioni della scena urban di questo 2022. Un esordio – Next Big Thing – decisamente solido, ma è sul palco che si sta costruendo una credibilità grazie a una regola aurea della musica dal vivo: dare tutto, senza scorciatoie
di Carlotta Sisti
Marianna risponde al telefono con un «salve» velato di timore. Le dico chi sono, e allora fa un sospiro di sollievo: pensava fossi una professoressa del Politecnico, «e mi sono cacata sotto». Ridiamo. Con un tour in giro per l’Italia, BigMama deve stare dietro anche a «un sacco di esami». Ma non ha altra scelta: «Non vengo da una famiglia ricca, ho la fortuna di aver ottenuto una borsa di studio e, stando al passo con gli appelli il Politecnico mi regala una bella casetta qui a Milano». Ma suonare è la sua «cosa preferita al mondo» di BigMama, e questi concerti se li è guadagnati con la tigna di una che non ha mai mollato (e capirete leggendo quanto, nel suo caso, questo sia vero) e con un disco uscito per Pluggers, Next Big Thing, con il suo flow micidiale, le produzioni tsunamiche di Riva e Crookers e il senso di libertà di chi sa fare un tipo di musica che non si ispira a nulla.
Marianna Mammone, classe 2000, in arte BigMama, nata ad Avellino, come Ghemon che ha sempre sottolineato questa sua provenienza. Che rapporto hai con la terra d’origine?
La mia terra mi ha sempre rifiutata, sia perché è abitata da persone che non vogliono farti sentire bene con te stessa, tanto sono impegnate a giudicarti, sia perché non ha mai dato opportunità a noi musicisti. Anche agli eventi organizzati dai ragazzi del posto, ho sempre trovato cattiveria. Mi ricordo che, a circa 13 anni, an- davo a fare i concerti e c’erano ragazzi più grandi di me che si divertivano a pren- dermi in giro perché io, una ragazza grassa, avevo deciso di fare musica. Purtroppo ancora adesso non c’è un bel legame tra artisti avellinesi. Siamo cresciuti nella convinzione che se uno ce la fa, l’altro muore, e allora tutti cercano di calpestarsi.
Da questa frustrazione hai cominciato a scrivere?
Esatto. L’unico sfogo l’ho trovato nella penna. Ascoltavo musica, ma non riuscivo a trovare artisti che sapessero darmi conforto e allora ho deciso di farlo da sola. Sono partita dagli episodi di bullismo che ho subìto da ragazzina – e che sono andati avanti a lungo – fino a oggi, quando ho voluto che la mia musica fosse anche serena, divertente, ironica.
Quanto ha contato Pluggers, l’etichetta che ha pubblicato Next Big Thing, nella costruzione di questa tua seconda vita musicale?
Calcola che non sapevo neanche che cosa fosse un’etichetta. Per intenderci, quando a 18 anni mi ha contattata Oliver, che io chiamo “capo”, avevo paura di dover pagare lo studio nel quale sarei dovuta andare per registrare. Conosco tanti altri artisti che fanno musica e penso che nessuno sia stato fortunato quanto me. Mi fido ciecamente di questa realtà che mi fatta crescere musicalmente e come persona.
E con Riva com’è andata? Come ti sei trovata?
Riva è un grande, è geniale. Poi, grazie al fatto che lui è completamente dentro al progetto di Myss Keta, le ha fatto sentire delle cose che avevamo fatto insieme e lei, ovviamente, è impazzita. Mi ha chiesto di fare parte del suo ultimo album, Club Topperia, sia come feat, sia per scrivere alcuni pezzi a quattro mani. È stata la prima volta che ho fatto l’autrice per qualcuno. E se ci siamo trovate e abbiamo scritto cose fighe è perché tra me e lei ci sono molti punti in comune.
A Milano il discorso di fare cricca ha funzionato di più?
Sì, qui c’è molto di più l’idea che se qualcuno acquisisce più visibilità è un bene per tutti. Ho il mio giro di persone con cui esco, quasi tutti artisti, ma so anche che chiunque di loro farebbe l’impossibile per arrivare dove si è prefissato. Laddove ci fosse da scegliere tra aiutare un amico o rafforzarsi, l’artista sceglierà, secondo me, sempre di rafforzarsi. Ma non credo molto nell’amicizia.
Come mai sei arrivata a pensarla così?
Perché nella vita ho sempre incontrato persone che non erano disposte ad accettare i miei cambiamenti. Sono cresciuta in fretta: avevo sei anni e già cambiavo i pannolini ai miei fratelli piccoli. A vent’anni ho avuto il cancro (a Marianna nel 2020 è stato diagnosticato il Linfoma di Hodgkin, un tumore maligno del sangue, ma dalla seconda metà del 2021 «ho la tac e le analisi perfette», NdR) e mi tocca dire che gli amici che avrebbero potuto starmi vicino non ci sono riusciti. Così oggi preferisco avere degli “amici flessibili”, senza crearmi troppe aspettative.
Nell’amore ci credi?
Il mio rapporto con l’amore è l’opposto. Quando sto con una persona sento di poter essere e dare me stessa al cento per cento. Poi ora abbiamo parlato di cose pesanti, ma sono una simpaticona, faccio battute su tutto, però quello che ho vissuto mi ha lasciato dei traumi. E se l’amore lo vivo così bene è grazie alla mia famiglia.
Non posso non chiederti di approfondire.
Ho due genitori che non hanno mai fatto vedere a noi quattro figli nemmeno l’ombra di un dubbio del fatto che si amassero. E l’amore che provo per i miei fratelli non te lo posso manco spiegà. Con mio fratello maggiore ci siamo anche odiati, ma mi taglierei un braccio per lui, i due piccoli sono letteralmente la mia vita. La famiglia è il mio riferimento assoluto, che non ha mai traballato.
Hai mai pensato a quel che non vorresti mai diventare o non vorresti mai fare, se questo continuerà a essere per sempre il tuo lavoro?
La pochezza. Sai quando uno diventa famoso, e si mette subito su un gradino più alto rispetto agli altri? Ecco, per me quella è sinonimo di pochezza. Credo sia un vizio di chi sta nel mezzo, di chi è un eterno emergente, perché i grandissimi sono i più tranquilli.
Tu live spacchi. Ed è un momento in cui le lacune dei rapper più giovani quando si esibiscono dal vivo sono molto dibattute. Alla fine vedi che forse la gavetta avellinese ha fatto il suo?
Penso sia proprio così. Fin da piccola mi sono auto buttata su tutti i palchi possibili. E rispondevo a chi mi prendeva per il culo che almeno non usavo nessuna voce registrata sulla base, a differenza loro. Il mio approccio è sempre stato questo: niente trucchi, arrivare magari stremata a fine esibizione, ma dare tutto e far divertire le persone con uno show di livello.
Articolo pubblicato su WU 115 (settembre 2022)
BigMama su IG
La foto di BigMama è di Adriana Tedeschi
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