MUN SING – SPAVENTAPASSERI
L’artista di Bristol porta il live di ‘Frolic’ a City Echoes Milano 2025: il suo “spaventapasseri” prende vita tra musica, arte e architettura
di redazione di WU
Produttore, songwriter, visual artist e dj, Mun Sing è l’alias solista di Harry Wright, figura cardine della scena di Bristol e tra le voci più originali della club music contemporanea.
Dopo il successo del debutto “Inflatable Gravestone” — pubblicato da Planet Mu nel 2023 e inserito da Resident Advisor tra i migliori album dell’anno — la sua traiettoria artistica l’ha portato dalle collaborazioni con BABii, Gaika e Iceboy Violet, fino ad esibirsi insieme a Björk, a Reykjavik e New York. Oggi Mun Sing arriva a Milano per presentare dal vivo “Frolic”, il nuovo EP uscito quest’anno per la sua etichetta Illegal Data: un lavoro che introduce nell’immaginario dell’artista la figura dello Scarecrow – spaventapasseri personaggio-fiaba, attraverso cui l’artista indaga e sovverte il tema dell’eccesso, smascherando — strato dopo strato — la vulnerabilità nascosta dietro il travestimento.
Il suo set inaugura la prima giornata di City Echoes, la nuova edizione meneghina di Polifonic (20–23 novembre), che trasforma ADI Design Museum, Alcatraz, Basic Village e Mogo Hi-Fi in un ecosistema di musica, luce e architettura.
Abbiamo chiacchierato con l’artista in occasione della sua data milanese per parlare di “Frolic”, del futuro della sua label Illegal Data, e di come lo spaventapasseri prenderà vita sul palco di City Echoes Festival.
Partiamo dal tuo EP “Frolic”, una delle uscite più interessanti che abbia ascoltato quest’anno. Cosa ha ispirato il concetto dello spaventapasseri?
Grazie! Volevo creare un personaggio, una sorta di cattivo da fiaba per adulti, costruita intorno all’idea dell’eccesso: lo spaventapasseri punisce gli adulti che si concedono troppo divertimento. Il concept del disco e dello show dal vivo ruota proprio intorno allo svelamento progressivo di questo personaggio cupo, fino a rivelarne un nucleo più fragile e vulnerabile.
Questa è stata la tua prima uscita sulla tua etichetta, Illegal Data. Come ti senti ad aprire questo nuovo capitolo proprio con la tua label?
Per questo progetto mi è sembrata la scelta più giusta, e trovo quasi ironico pubblicare un disco su questo tema proprio sulla mia etichetta. Mi ha permesso di dare forma a una visione più chiara e immediata, sia sulla musica, sia sul contesto in cui viene diffusa.
Hai portato “Frolic” in tour in festival e club in tutto il mondo. Qual è il tuo brano preferito da eseguire dal vivo?
Adoro suonare “Somersault”, perché in quel punto del set mi sento sempre nel mio stato più “folle”. Ma amo anche “The Hypocrite”, perché mi dà la sensazione di uno scambio di vulnerabilità tra me e il pubblico. Un momento tenero di riflessione — o almeno spero sia così!
Come immagini l’evoluzione di Illegal Data nei prossimi anni? Più release, nuovi artisti, o direzioni diverse?
Sì, sicuramente più release. Voglio continuare a mettere insieme persone da diverse parti del mondo. E poi: forse un’altra compilation, e qualche showcase in più… Vedremo!
Porterai il nuovo live a Milano per City Echoes. Cosa può aspettarsi il pubblico, e come prende vita lo spaventapasseri sul palco?
Sono molto entusiasta per questa data! Ma… Per saperlo, dovrete venire a vedere lo show!
City Echoes intreccia musica, luce e architettura. Esibirti in un contesto multidisciplinare cambia il tuo approccio al live?
Visto il carattere intrusivo del personaggio, per me si tratta più di portare lo spaventapasseri dentro questi ambienti e nutrirmi dell’energia delle persone nella stanza, più che dello spazio in sé. Ma luce e struttura sono elementi fondamentali del mio show, quindi immagino che questo arricchirà l’esperienza complessiva.
Dopo “Frolic”, dove pensi che andrà la tua traiettoria musicale? Stai già esplorando nuove sonorità o concetti?
Dopo “Frolic” brucerò lo spaventapasseri, una volta per tutte. Mi ha arricchito e al tempo stesso perseguitato durante quest’anno. Ho imparato molto, su ciò che ci separa e ciò che ci accomuna; ma sono pronto a lasciarlo vivere solo come spirito, non più come presenza fisica. Penso che mi mancherà, ma ho bisogno di bruciarlo per poter pensare con lucidità al prossimo disco.
Nella foto in alto: Mun Sing, Credits Alice Jennings
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