MILANO FILM FESTIVAL – HAVE A NICE DAY
di Susanna Causarano
Have a Nice Day è l’unico lungometraggio di animazione in concorso al Milano Film Festival 2017. Presentato in anteprima mondiale al Festival di Berlino, racconta la giornata travagliata di una borsa piena di contante (la vera protagonista), rubata e inseguita da molti, passata per le mani di quasi tutti i personaggi del film. Il regista Jian Liu usa attori veri e ci costruisce sopra l’animazione.
Questo conferisce a Have a Nice Day una dose ancora maggiore di realismo e non è difficile credere che nel proprio paese venga fortemente osteggiato e sottoposto a censura. Già con il precedente lungometraggio animato Piercing I (2010) aveva fatto arrabbiare la Cina per crudezza con cui mostrava una realtà sociale quasi distopica dove i cittadini sono oppressi soprattutto dalla frustrazione di non poter aver accesso alle “libertà occidentali” come avere soldi e fare shopping on-line. Non a caso il personaggio principale del film è il denaro, agognato, inseguito, desiderato da tutti. Con tanto denaro si può comprare il benessere e il bene sommo: la libertà.
Con tanto denaro ci si può trasferire a Shangri-La, il luogo immaginario descritto nel romanzo Orizzonte Perduto (1933) di James Hilton, che una ragazza nel film sogna assieme al suo fidanzato. Ciò che passa è una realtà insostenibilmente grigia, senza sentimenti, meccanica e disperata. Shangri-La (la cui scena dedicata è corredata da un balletto e da una canzone in stile film musicale) è la terra dove ancora la natura cresce e prospera, dove ci si ama, dove ha senso mettere al mondo un figlio. La vita di tutti i giorni invece scorre monotona e, se si hanno molti soldi, passa meglio.
Si capisce quindi quanto la narrazione critica di Liu strida ampiamente con la propaganda di Xi Jinping, che proprio dal luglio scorso ha deciso di far precedere qualsiasi proiezione cinematografica da una serie di spot propagandistici volti a esaltare la Cina. Facce belle, sorridenti e soprattutto conosciute da tutti i cittadini cinesi, convincono con voce suadente che patria e famiglia sono i soli soggetti da onorare e non deludere, nel grande sogno cinese.
In Have a Nice Day e negli altri suoi film invece, Liu denuncia con una certa asciuttezza che si potrebbe definire tutta orientale, l’enorme divario che sempre intercorre tra la propaganda e la realtà, fatta di corruzione, mafia, soprusi. Una mafia che come tutte le mafie non perdona, ricicla il denaro nelle sale da gioco, sfrutta la bassa manovalanza. Liu sembra dirci che più la narrazione interna imporrà il concetto “Cina culla del socialismo”, più sarà impossibile far emergere e combattere i reali problemi del paese, la corruzione, la malavita e l’adorazione del denaro. C’è però un’altra chiave di lettura: la denuncia è chiaramente presente, ma quello che conta è il racconto di una realtà che fa riflettere anche vista dall’Occidente, non solo dai cittadini cinesi,che, seppur parlandone, soffre esattamente degli stessi mali: corruzione, malavita e adorazione del denaro.
In seconda programmazione martedì 3 ottobre alle 19.30 al Cinema Ducale. Qui il programma completo del Milano Film Festival 2017