BAJA CALIFORNIA, MAGICA DESOLAZIONE
Il blu profondo del Mar di Cortés con le sue storie di pirati e avventurieri, le graziose missioni gesuitiche che spuntano da oasi come miraggi, il deserto del Vizcaino, i cactus alti anche 15 metri, insenature di acqua turchese: c’è davvero di tutto in Baja California. Una striscia di terra che da Tijuana si protrae verso sud per oltre 1600 chilometri, correndo parallela alla costa pacifica del Messico e suggestionando la mente di qualsiasi viaggiatore
di Rocco D'Alessandro
PERCORRENDO LA FEDERAL MEXICO 1
La Baja California emoziona per la sua unicità. Vale davvero la pena conoscere questo angolo sperduto e desolato di mondo, dove il sole e la solitudine la fanno da padroni. Un universo a sé stante, molto diverso dal Messico continentale per paesaggio e stile di vita. C’è solo una strada che da Tijuana corre fino a Los Cabos, è la Federal Mexico 1, la spina dorsale della penisola. I trasporti pubblici scarseggiano e in alcuni tratti non passano proprio, e allora il miglior modo per conoscere la vera Baja California è solo una la macchina.
LA PAZ, PORTA D’ENTRATA DEL MARE DI CORTÉS
Iniziamo il nostro viaggio da La Paz, una città dinamica che vive di pesca e turismo. Grazie alla sua posizione strategica, è un punto di riferimento per tutta l’area. Siamo a 154 chilometri da Cabo San Lucas e a 81 da Todos Santos. La Paz, oltre a essere il porto principale del Golfo della California, è considerata la porta d’entrata del Mar di Cortés. Negli immediati dintorni della città si incontrano spiagge di sabbia bianca e acqua cristallina, quasi tutte raggiungibili esclusivamente con mezzo proprio. Tra queste spiccano per bellezza quelle di Tecolote e di El Coyote.
LORETO, LA CAPITALE STORICA
Loreto è stata per anni sede di una missione gesuitica, oggi invece è un vivace centro turistico oltre che capital historica de la California. Da questa piccola oasi nel deserto, partì Padre Juan Maria Salvatierra alla conquista della penisola. Qui giungevano peones e gringos per iniziare la loro personale corsa all’oro, che poi si rivelava nella maggior parte dei casi vana. Oggi, ad attirare l’attenzione dei viaggiatori che passano di qui, oltre alla piacevole atmosfera di paesino abituato al turismo, sono le isolette che spuntano in mezzo alle acque azzurre del Mar di Cortés, proprio di fronte alla costa.
IL TRATTO PIÙ BELLO
Proseguendo verso nord, il tratto di strada che da Loreto porta a Santa Rosalia è forse il più scenografico e spettacolare di tutta la Baja California. La Mexico 1 si inerpica tra irte formazioni rocciose e pendii scoscesi che degradano bruscamente sul tratto costiero in gran parte inospitale e selvaggio. Qui il vento soffia con insistenza e i panorami a picco sul mare mettono i brividi per la loro bellezza. Poi, a un tratto, protette dalle montagne, si svelano alla vista, tra colori e suggestioni, le paradisiache baie di Mulegé e Bahia Concepcion, tanto belle quanto desolate.
SANTA ROSALIA, TRA MINIERE E FRANCESISMI
Superato questo tratto pieno di curve e saliscendi, si arriva a Santa Rosalia e il paesaggio cambia totalmente. Siamo a ridosso di una zona mineraria che fu sfruttata in origine dal dittatore Porfirio Diaz. Fu lui nel 1885 a chiamare una società francese, la Bolero, per estrarre rame dai tanti giacimenti. In seguito fu realizzata una città-satellite per ospitare operai e minatori con case costruite secondo lo stile francese, basse e in legno colorato. La loro struttura è rimasta invariata nel tempo e ha regalato a Santa Rosalia una fisionomia particolare e molto pittoresca.
LE MISSIONI GESUITICHE DI SANT’IGNACIO
A nord di Santa Rosalia, a circa un’ora e mezza di macchina, si trova San Ignacio, piccolo centro esattamente a metà strada con Guerrero Negro, che ospita le saline più grandi del mondo. La missione di San Ignacio emerge da un’oasi lussureggiante di palme da dattero. Furono i gesuiti a fondare la missione nel lontano 1728, gli stessi che poi edificarono la grande chiesa che domina la piazza centrale del paese. È il posto giusto per conoscere la storia della Baja California e per rilassarsi in un angolo di tranquillità e di pace.
AI CONFINI DELLA TERRA
Ci vogliono altre due ore di macchina per arrivare in un posto talmente remoto che sembra di essere quasi ai confini della Terra. Le strade sono bianche e polverose, solo qualche casa e qualche ostello lungo la via principale. Siamo a Guerrero Negro, esattamente a metà della Baja California, un posto desolato e accecante che però, da gennaio ad aprile, si riempie di turisti perché è il periodo di maggior passaggio delle balene. Non a caso, la laguna Ojo de Liebre è uno dei punti prediletti dai grandi cetacei per portare a termine la gestazione. Tra le cose più entusiasmanti di questo tratto, ci sono i cactus, così grandi da far sembrare tutti formiche al loro cospetto.
TIJUANA, TERRA DI MEZZO
Infine, c’è Tijuana, un mondo a parte, fatto di confini forzati, stravaganze architettoniche e segni evidenti di un ricco e recente passato. Qui venivano a sballarsi i gringos americani, prima che i cartelli della droga ne compromettessero la tranquillità. Oggi Tijuana è una metropoli, brutta, ma ricca di spunti. Di tranquillità ce n’è poca, giacché siamo sul bordo di uno dei confini più complicati del mondo, quello tra Stati Uniti e Messico. Qui tutto è borderline, si parla un po’ spagnolo un po’ inglese, persino la cucina è un mix di influenza messicana e mediterranea, lo stile baja med. Tijuana è così: insidiosa, un po’ pazza e, a modo suo, unica!
Originariamente pubblicato su WU 87 (aprile 2018). Tutte le foto sono di Giulia Magnaguagno. Segui Rocco e Giulia su vitaminaproject.com e su Facebook