LE LIVRE D’IMAGE AL MILANO FILM FESTIVAL 2018
L’ultima opera di Jean-Luc Godard, in concorso durante l’ultima edizione del Festival di Cannes, sarà disponibile alla visione durante il Milano Film Festival, più nello specifico nelle giornate di venerdì 5 e domenica 7 ottobre
di Davide Colli
Il percorso che il leggendario regista della Nouvelle Vague sceglie di compiere con Le livre d’image presenta un carattere bidirezionale: il discorso che riesce ad imbastire compie una duplice azione sulla storia del cinema, ovvero una costruzione e una decostruzione, durante la proiezione. La decostruzione viene applicata a grandi pilastri della settima arte, da i primi esemplari di pre-cinema fino ad arrivare a pellicole vicine alla nostra contemporaneità (fino a mostrare video di repertorio della nostra attualità), i quali vengono spezzettati da un montaggio eseguito dallo stesso Godard.
Subentra quindi la pars costruens del lavoro del regista, che incolla tra loro questi frammenti, che possono rappresentare sequenze significative o perfino singoli frame, creando un collage che vive davanti agli occhi dello spettatore. Sicuramente quando si discute di Le livre d’image si sta parlando di un soggetto avulso dal prodotto cinematografico nella sua concezione più indirizzata ad un pubblico di largo consumo, nel quale la dissonanza tra i fotogrammi regna sovrana. Tuttavia, quest’ultimo non rappresentava sicuramente l’obiettivo primario di Godard, il quale punta a riunire una “nicchia” di spettatori per raccontargli, tramite un esempio di video arte, le basi su cui si costituisce il cinema, i semi che ne hanno dato i natali.
Il punto di vista che fornisce su quanto il cinema sia legato indissolubilmente alla corporalità umana, nello specifico alla mano, oltre alla sua ossessione per l’arte del rifacimento (del remake), non possono che risultare interessanti, in particolare se pronunciati da un maestro della sua levatura, il quale rinuncia alla propria fisicità per diventare voce narrante e guida all’interno di questo viaggio nel suo stesso pensiero. Se questa sua volontà di dire addio al linguaggio filmico convenzionale, già avvenuta con la sua scorsa opera, appare talvolta pretenziosa e in disperata ricerca di un senso di incomprensibile avanguardia di cui il pubblico fatica ad avere il bisogno, Le livre d’image merita comunque di essere osservato e contemplato, in quanto frutto delle fascinazioni e delle suggestioni di un uomo essenziale per il mondo del cinema, oggi quanto ieri.
Le livre d’image al Milano Film Festival 2018:
Spazio Oberdan, il 5 ottobre alle 20
Anteo – Sala Astra, il 7 ottobre alle 15:30
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Davide Colli
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