WHO IS AMERICA?, IL RITORNO DI SACHA BARON COHEN
Who is America? riporta Sacha Baron Cohen in televisione e con lui arriva un po’ di aria fresca nel mondo della satira politica d’oltreoceano
di Davide Colli
Nel mare di comedian che popolano gli schermi (piccoli e grandi), Sacha Baron Cohen continua a distinguersi per un utilizzo quasi anacronistico del travestimento, dell’impersonare più di un personaggio fittizio anche nello stesso prodotto: una capacità questa che permette di comprendere quanto sia un attore poliedrico. Ce lo ricordiamo tutti per Borat e Bruno, episodi di un percorso professionale che lo ha portato da parecchi anni a mettere da parte il format grazie al quale il suo talento è stato per la prima volta riconosciuto, ovvero lo show televisivo (ricordate Da Ali G Show?). Ora l’attore inglese è ritornato sul piccolo schermo con Who is America?.
Questo nuovo programma è stato annunciato solamente una settimana prima dell’effettiva messa in onda su Showtime. La prima puntata, andata in onda lo scorso 15 luglio, si è dimostrata profondamente debitrice del genere che l’ha reso famoso, la candid camera, ma in una maniera decisamente più articolata rispetto al “modello base” della suddetta. Nelle situazioni proposte, l’obiettivo di Sacha Baron Cohen non è quello di imbastire un one man show circondandosi di ospiti dalle apparizioni marginali, ma nel sfruttare il potenziale esilarante di ognuno di essi, dando vita a scambi pregni di assurdità ma sempre ancorati in un contesto realistico.
Determinante nel delineare la differenza tra i due prodotti è la preda che Sacha Baron Cohen ha nel mirino, ovvero ogni archetipo di cittadino americano esistente, ogni stereotipo che possa sentirsi attaccato dalla sua feroce satira. Il modus operandi eseguito consiste in un continuo botta e risposta tra il personaggio incarnato da Cohen in quel particolare intermezzo e l’ospite con il quale si trova ad interagire: il tutto ha un funzionamento similare a quello di una partita di tennis, all’interno della quale l’elemento in grado di suscitare ilarità passa da uno all’altro degli individui coinvolti. Nella prima puntata i quattro personaggi inediti di Sacha Baron Cohen si dividono il tempo in scena. Nelle prime tre situazioni le “creature” create dal comico inglese (ovvero un complottista repubblicano alle prese con Bernie Sanders in persona, un democratico liberale docente di “Studi del Gender” e un artista ex-carcerato simil Charles Manson che crea le proprie opere a partire da materiali non convenzionali) sono la fonte di gag e risate, nel quarto spezzone sono invece gli intervistati, nel loro rendersi involontariamente grotteschi, a diventare i veri mattatori del programma.
In quest’ultimo il comico britannico è chiamato ad interpretare Erran Morad, un esperto dell’antiterrorismo con il desiderio di trovare supporter per una sua proposta di legge che porterebbe all’insegnamento a bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni su come maneggiare correttamente un’arma da fuoco. A intervenire nella discussione vi sono molti membri di lobby americane delle armi, quasi tutti appartenenti alla classe politica statunitense, ognuno di essi ignaro della vera natura del programma televisivo. Lo sgomento provocato presenta quindi una duplice origine: oltre che dalle dichiarazioni da mani nei capelli dei diretti interessati, esso viene generato dalla noncuranza di questi individui di una caratteristica dei media, tradizionali o digitali che siano, ovvero il fatto di fungere da casse di risonanza dei messaggi trasmessi tramite il loro utilizzo. L’ignoranza di persone come Philip Van Cleave (avvocato a favore dell’utilizzo delle armi e presidente della “Virginia Citizens Defense League”) e Larry Pratt (co-fondatore dell’organizzazione “Gun Owners of America”) nei confronti di una realtà onnipresente nella contemporaneità rende lo scenario ancora più distopico e in apparenza avulso dalla quotidianità.
In un periodo storico nel quale gli Stati Uniti d’America perseverano nella loro estrema superficialità, è un comico inglese a mettere in risalto gli aspetti meno edificanti di questa società. Who is America? è un lampo di freschezza nella satira televisiva di stampo politico e un’ulteriore rinascita artistica per Sacha Baron Cohen, di cui forse ci eravamo un po’ dimenticati negli ultimi anni.
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