VIVA LE BUGIE
Imparare a mentire è una fase naturale dello sviluppo infantile e soprattutto è “umano”. Più della metà delle persone tra i 18 e i 44 mente da una a cinque volte al giorno, ma nonostante questo l’onestà è ancora uno dei valori più forti nella nostra società. Ma se la globalizzazione stesse cambiando tutto?
di Carolina Saporiti
Quando è stata l’ultima volta che avete detto una bugia? Se la risposta è «non me lo ricordo, è passato un sacco di tempo» state probabilmente dicendo una delle bugie che diciamo quotidianamente. Tra i 18 e i 45 anni, infatti, il 45% delle persone dice da una a cinque bugie al giorno e il 9% ne dice anche di più (fonti: Timothy R.Levine et Al., Journal of Intercultural Communication Research, 2016; Eveleine Debey et Al., Acta Psychologica 2015; Kim Serota, Oakland University). Insomma più della metà della popolazione mondiale sembrerebbe essere composta da mentitori seriali. Ed è proprio così. Iniziamo a mentire da bambini perché fa parte del nostro percorso di sviluppo.
Siamo abituati a pensare in modo negativo alle bugie e a diffidare – giustamente – di chi mente in maniera costante, ma non teniamo conto che pur non dicendo menzogne eclatanti anche noi nel nostro piccolo lo facciamo. Con gli amici, in famiglia, sul posto di lavoro. Generalmente si mente per trarne profitto, a volte sono scuse, altre bugie servono a dare un’immagine migliore di sé. Insomma sembrerebbe così comune da poter dire che mentire è umano, un po’ come errare, e alcuni scienziati sostengono questa tesi, sottolineando che l’essere disonesti è importante tanto quanto il bisogno di darsi degli altri.
Questa capacità si è probabilmente sviluppata non appena l’uomo ha iniziato a parlare: d’altronde ottenere favori, conquistare potere o risultare affascinanti con le parole piuttosto che con i gesti non è più facile? Perché diciamo così tante bugie? Secondo lo studioso Tim Levine si mente quando l’onestà non funziona, ma a mentire si impara. Se la verità è una cosa naturale, dietro ogni bugia c’è invece uno sforzo mentale che si impara a fare tra i due e i cinque anni. Chi è genitore non dovrebbe preoccuparsi troppo delle piccole bugie dei propri figli: a due anni mente il 30% dei bambini, a tre il 50% e a otto anni la percentuale sale a 80. La capacità di elaborare bugie, poi, migliora crescendo quando anche i più piccoli riescono a mettersi nei panni degli altri. Interessante è scoprire che in un esperimento dello psicologo della University of Toronto, Kang Lee, sia i bambini, sia gli adolescenti bugiardi provetti hanno dimostrato di avere una teoria della mente più solida e migliori funzioni esecutive. Al contrario i bambini affetti da disturbi dello spettro autistico sono meno bravi a dire bugie. In un altro esperimento del 2005 sono state confrontate le scansioni cerebrali di tre gruppi di soggetti scoprendo che i bugiardi avevano almeno il 20% di fibre neurali in più nella corteccia prefrontale e dunque un cervello con maggiore connettività. Se ciò sia una causa o una conseguenza del dire bugie però non si sa.
A questo punto viene da chiedersi perché consideriamo deplorevole mentire se è una capacità innata dell’uomo e se è anche dimostrato che occorre una certa abilità per farlo. La risposta è semplice: l’onestà è uno dei valori universalmente riconosciuti dalla nostra società. Quindi la maggior parte di noi, seppur dicendo molte bugie al giorno, si limita a dirne di piccole e che non abbiano grosse ripercussioni sugli altri. Questo è un bene perché il nostro cervello si abitua al disagio emotivo provocato dal dire falsità, rendendo l’atteggiamento sempre più facile.
Oggi siamo di fronte però a un grosso problema per quanto riguarda la verità: con la globalizzazione e la rete è sempre più difficile distinguere il vero dal falso. La nostra tendenza naturale a darci ci rende vulnerabili molto più facilmente: in pratica il fatto di credere che l’onestà sia un valore universale ci rende dei “creduloni”, senza contare il fatto che a volte le bugie ci gratificano e quindi, anche di fronte all’evidenza, non cambiamo idea, credendo al falso. Non solo, quando una bugia conferma in qualche modo la nostra visione del mondo, allora distaccarsi per vedere con lucidità i fatti è ancora più complicato. Pensiamo a quello che accade in rete ogni giorno: quando si diffonde una notizia, cercare di screditarla è difficilissimo e anzi si rischia di rafforzarla perché la gente tende a pensare che le informazioni più diffuse siano quelle vere. Dunque nell’era della tecnologia e dei social network è davvero difficile scoprire cosa sia vero. Dobbiamo abituarci all’idea che la verità un bene sempre più prezioso.
Dello stesso autore
Carolina Saporiti
CONTENTS | 4 Aprile 2024
NEW YORK, NEL CUORE DELLA MELA
INTERVIEWS | 11 Gennaio 2024
FRANCESCA PASQUALI – IL FAVOLOSO MONDO DELLA NATURA
CONTENTS | 26 Ottobre 2023
PARIGI, ALTRE PROSPETTIVE
CONTENTS | 8 Giugno 2023
LA SECONDA VITA DEI BAGAGLI SMARRITI
INTERVIEWS | 4 Maggio 2023
ANDREA CRESPI – L’ESSENZIALE