SYML – SUONARE SEMPLICE, SUONARE BENE
Syml è il progetto solista di Brian Fennel, artista fuoriuscito dai Barcelona e ora impegnato in una carriera solista cominciata con un album omonimo. Sarà in concerto il 1° luglio al Circolo Magnolia di Segrate (MI)
di Enrico S. Benincasa
Brian Fennel ha scelto Syml come nome per il suo percorso solista. Una parola che viene dal gallese, che vuol dire simple e che vuole essere anche un omaggio alle sue origini. Si fa fatica però a definire il suo approccio alla musica in questo modo, viene in aiuto forse un altro aggettivo, accessibile, perché le sue canzoni riescono a essere di facile accesso ai più senza risultare scontate e banali, con un’eleganza non comune. Siamo nel territorio del pop di stampo indie, dove il piano ha un’importanza non indifferente così come succedeva nei Barcelona, la band con cui Brian ha iniziato il suo percorso musicale quasi 15 anni fa. Syml è un’idea partita nel suo studio casalingo alle porte di Seattle e ha avuto una bella spinta grazie a Where’s My Love, brano da diverse milionate di ascolti grazie al fatto di essere stato inserito in una puntata di Teen Wolf. Un aiuto imprevisto che comunque non ha fatto cambiare direzione a Syml verso lidi più commerciali: la controprova potete averla dal vivo il 1° luglio a Circolo Magnolia, unica data italiana della sua estate in giro per i festival europei.
Syml in gallese vuol dire simple: la musica è una materia semplice per te?
No, non la definirei così, è un linguaggio basato su un alfabeto di 12 lettere, almeno per quanto riguarda la musica occidentale e dodecafonica, che non è facile da padroneggiare bene. Certo, può esserlo per alcuni, ma il risultato finale può essere invece estremamente complesso, specialmente se penso a certi musicisti… Probabilmente qualcuno di loro definirebbe la musica una materia “semplice” se glielo chiedessi (ride, NdR). Scrivere una canzone, per me, non è assolutamente una cosa facile, ma uno dei miei obiettivi è quello di provare a fare cose chiare, oneste e renderle “semplici”, o meglio accessibili, per chi le ascolta.
Come hai lavorato per questo tuo primo album solista? Quanto è cambiato nel tuo processo creativo rispettoa quando avevi una band?
Gran parte dell’album è stato scritto da me l’anno scorso nel mio studio, poi ho collaborato con diversi musicisti e produttori da remoto. Quando lavori da solo non hai a che fare con la democrazia del gruppo, decidi in autonomia e ti prendi le responsabilità. È bello ma duro allo stesso tempo, perché opinioni diverse possono essere sfidanti e aiutarti in un processo creativo come quello di un disco, anche a rafforzare le tue idee. Per abitudine, però, faccio sentire le mie cose prima che escano a quattro/cinque persone, di cui mi fido a prescindere dal loro grado di conoscenza della musica. Non sono tutti professori, insomma.
Avevi programmato di iniziare il solo project Syml una volta terminata l’avventura dei Barcelona?
Non avevo deciso a tavolino, semplicemente le canzoni che sono poi entrate nei dischi di Syml sono venute fuori da sole. Una delle ragioni per cui è terminata l’esperienza dei Barcelona è che non volevo più viaggiare tanto, anche se ora sono in tour! È più dura oggi perché ora ho una famiglia e due bambini, ma ho comunque una seconda famiglia di persone che sono coinvolte in questo progetto e mi sostengono. La vita è fatta di stagioni e fasi, e ora sono in questa. Non penso però che farò tour per tutta la mia vita.
È cambiato il tuo approccio alla scrittura da quando sei padre?
Sì, da un punto di vista pratico ora scrivo per lo più di notte perché di giorno sono occupato. Dall’altro stare a contatto con i bambini ti cambia: sono curiosi, fanno domande e non mascherano emozioni. Se sono tristi lo fanno vedere, così come se sono felici, e questo essere senza filtri è fonte di ispirazione per me.
Where’s my love ha avuto una grande spinta dal fatto di essere stato scelto come colonna sonora per un episodio di Teen Wolf. Dopo la messa in onda i tuoi ascolti sulle piattaforme di streaming e su quelle video sono cresciuti e non di poco. Cosa hai pensato quando ti sei reso conto di quello che stava succedendo?
È stato pazzo e divertente allo stesso tempo. Non stavo guardando lo show, l’ho scoperto a cose fatte. È strano che persone amino una serie Tv a tal punto da far schizzare negli ascolti un pezzo non molto conosciuto in quel momento solo perché presente in una puntata. Questa però è stata la scintilla che ha acceso il percorso di Syml.
Non è strano che, come in questo caso, siano più le cose che accadono fuori da uno studio a influenzare il destino di una canzone?
Stavo parlando l’altro giorno con un mio amico ed entrambi ci siamo ricordati che, prima dell’avvento di tutte le nuove tecnologie come Shazam o Spotify, per diffondere musica nuova ed emergente ti regalavano una compilation quando cambiavi le gomme della macchina. Ora siamo in questa fase, quella dello streaming e di Shazam, anni fa c’era MySpace (che fu la prima etichetta dei Barcelona, NdR). Sì, è vero, alla fine i veri cambiamenti nella musica avvengono al di fuori delle mura di uno studio, ma più che altro dal punto di vista commerciale di questo mondo. C’è tanta gente che lavora per anticipare i cambiamenti commerciali dentro le mura degli studi, cercando di farlo con onestà e con quella candida magia che può trovarsi in quello spazio.
Vieni dai sobborghi di Seattle, dove vivi ancora oggi. Un posto vivo dal punto di vista musicale, e non solo per l’epopea degli anni Novanta. Ti sei mai sentito parte di una scena di questa città?
Seattle è un posto veramente unico per viverci e per l’ispirazione che ti può dare. Non parlo tanto della scena musicale che si è evoluta negli anni, ma soprattutto dei suoi paesaggi, che mi ricordano molto quelli dei Paesi del nord Europa o di alcune parti del Regno Unito. Sono harsh but fresh. Musicalmente ci sono state diverse fasi, in alcuni momenti posso dire di averne fatto parte, ma con Syml non mi sento parte di nessuna scena. Il mio obiettivo è sfidare me stesso e uscire dalle mie comfort zone musicali, che sia sperimentando con le drum machine, arrangiando una sezione di fiati o cantando in un modo diverso.
Hai lavorato tanto sulla tua voce per il primo disco di Syml?
Sì, sperimento sempre. Tutto è cambiato dal secondo disco dei Barcelona in poi: Da lì in poi mi sono sempre sfidato e l’ho fatto senza seguire nessuna regola precisa, che sia utilizzare un vocoder o usarla in un modo che a prima vista può sembrare difficile. La cosa interessante, per esempio, che su questo disco il 90% delle voci di questo disco sono quelle originali del demo, perché sono esattamente come dovevano essere. Le ho ri-registrate, ma alla fine quelle del demo funzionavano meglio.
Ci sono alcune tue canzoni, come Clean Eyes, che sono state pubblicate in versioni totalmente differenti e che, all’ascolto, sembrano quasi stare agli antipodi rispetto alla versione iniziale. Cosa ti spinge a rimettere mano a un pezzo che aveva già un’estetica musicale molto definita?
Se ho la possibilità di far sentire un lato diverso di un pezzo perché non farlo? Alla fine quando registri una canzone dai una versione della stessa tra le tante che si potrebbero dare. La versione dell’album di Clean Eyes è molto diversa dall’altra, ma sono state entrambe interessanti e divertenti da registrare. Quella “originale” è nata sulla drum machine e con una linea di basso molto importante. Nella versione acustica ho rallentato il beat, ho cambiato la progressione degli accordi e il modo di cantarla. Ne è venuta fuori una canzone diversa, ma che mi piace ugualmente.
Da dove nasce la tua passione per i profumi e per le candele?
Mi sono sempre piaciuti i profumi, da quelli della natura a quelli del cibo. Un motivo che mi ha spinto a darmi da fare in questo ambito è legato al fatto che volevo dare al mio pubblico la possibilità di associare una delle mie canzoni a un particolare profumo. Ho prodotto due candele per il momento: la prima ispirata al Galles, la seconda a Seattle, due posti che sono molto importanti per me.
Suonerai il primo luglio al Circolo Magnolia di Milano, l’unica data italiana di Syml: cosa dobbiamo aspettarci?
Suonerò insieme ad altri due musicisti, saremo una three piece band. Quello che posso dirti ogni volta che suono in un posto nuovo lo approccio sempre senza nessuna aspettativa. Quando poi mi capita che, in un posto dove non sono mai stato, il pubblico conosce le parole delle mie canzoni, è sempre un’esperienza magica.
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