IL SIGNIFICATO DELLA VITTORIA DEL LEONE D’ORO DI JOKER
Il film di Todd Philips, con Joaquin Phoenix nei panni del più iconico tra i villain di Batman, ha ricevuto il premio più ambito del Festival del Cinema di Venezia, suscitando entusiasmo, ma non all’unanimità
di Davide Colli
Joker, il film di Tom Phillips dedicato al cattivo più famoso del mondo DC Comics, è sulla bocca di tutti probabilmente dal suo annuncio. La pellicola, in uscita nelle sale il prossimo 3 ottobre, mira a essere un cinecomic adulto in tutto e per tutto: nel linguaggio utilizzato, nelle immagini mostrate, nelle tematiche che va a toccare e nei riferimenti cinematografici che inserisce.
Questo percorso da “alieno” rispetto ad altri esponenti del genere, intrapreso dalla campagna di promozione del film e portato avanti in maniera metodica (la scelta prima di un attore protagonista, Joaquin Phoenix, amatissimo dagli estimatori della settima arte e poi la dichiarata distanza presa dalla produzione nei confronti del materiale fumettistico), presenta il suo culmine proprio con l’inclusione nel Concorso ufficiale della 76esima edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia.
La successiva vittoria del Leone d’Oro da parte di Joker, avvenuta ormai la settimana scorsa, non smette di trasformarsi in argomento di discussione. La notizia non è passata sotto traccia, sia nel nostro Paese sia oltreoceano, e sono state riviste in rialzo le previsioni già sbalorditive per il debutto nei cinema. La scatenata reazione del pubblico e dei professionisti del settore, tuttavia, è dovuta fondamentalmente al “precedente storico” che Joker dovrebbe aver istituito, ovvero l’ingresso a gamba tesa di Hollywood e, più nello specifico, del cinefumetto nella cerchia di film usciti vittoriosi da una mostra cinematografica che, fino a qualche anno fa, prediligeva prodotti decisamente più di nicchia.
Questo episodio non rappresenta altro che un ulteriore passo di un processo di apertura del Festival di Venezia verso il pubblico generalista e le grandi major, in primis per incrementare l’attenzione dei giovani verso un mezzo artistico sempre più vicino al baratro come il cinema, ma anche come garanzia ai grandi colossi dell’industria che anche i prodotti ad alto budget e con un target più vasto vengono riconosciuti, inasprendo quindi la sfida con i più diretti competitor come Cannes e Toronto.
Il danno principale che questo premio potrebbe infliggere a Joker riguarda la confusione sulla natura stessa del prodotto: si sta discutendo effettivamente di un cinecomic o si parla invece di un film d’autore? Le dichiarazioni sono spesso e volentieri contrastanti e una situazione del genere potrebbe creare un malcontento maggiore e un passaparola più debole rispetto a quello suscitato in laguna, in quanto il pubblico di riferimento del film appare giorno per giorno meno chiaro.
Tralasciando quindi il discorso meramente meritocratico, la vittoria di Joker possiede quel sapore rivoluzionario che già il Leone d’oro a The Shape of Water aveva, ma, a una riflessione più a freddo, appare chiaro quanto essa sia stata anche una decisione in fin dei conti conveniente un po’ a tutti.
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