VENTO A FAVORE
Vento è un progetto tanto ambizioso quanto concreto: 679 chilometri di ciclovia che collega Torino a Venezia e con loro quattro regioni e 12 province
di Marilena Roncarà
Il nome – Vento – nasce da quello delle due città più estreme che collega: Venezia e Torino. Il risultato è un lungo percorso che corre instancabile e sicuro da est a ovest nel settentrione d’Italia, senza essere interrotto da ostacoli o impedimenti da superare. Ecco il progetto della più lunga dorsale cicloturistica italiana.
In effetti 679 chilometri in bici non sono una passeggiata nemmeno per i più allenati. Ma l’idea visionaria porge una sfida ancora più grande: diventare una vera e propria risorsa per il territorio, ricucendo la bellezza dei luoghi che attraversa e rianimandoli nella loro vitalità attraverso una socialità ritrovata e nuove forme di occupazione. Vento vuole essere un’infrastruttura leggera, continua e interconnessa che riapre al pubblico il paesaggio italiano e il piacere di scoprirlo con il ritmo giusto della bicicletta.
Dal Monferrato al delta del Po, dai canali di Venezia ai navigli di Milano, passando per i borghi tipici e i tanti comuni che costellano la pianura padana, un catalogo incredibile non solo quanto a bellezza del territorio, ma anche per sapori e tradizioni enogastronomiche che si passano il testimone da ovest verso est. Attraversando oltre 12 mila aziende agricole, la ciclabile diventa, infatti, pure un’opportunità per quelle stesse aziende di far conoscere i prodotti locali o di completare un pezzo del proprio reddito attraverso l’accoglienza dei turisti.
Ed ecco che 670 chilometri di ciclabile, diventano pure altrettanti chilometri di green economy e green jobs, tanto da generare 2 mila nuovi posti di lavoro e un indotto di 100 milioni di euro all’anno. Le stime, come anche l’ideazione del progetto, sono del Politecnico di Milano. Tutto comincia, infatti, nel 2010 su iniziativa di un gruppo di ricerca multidisciplinare composto da architetti, ingegneri e urbanisti che si interrogano su come tenere in vita piccoli comuni in crisi di identità e soggetti a spopolamento.
L’idea è trovare un modo per far risaltare la bellezza scomposta, ma capillarmente presente in queste terre, rendendola accessibile a un pubblico più ampio dei soli abitanti. Così guardando a quello che succede a nord delle Alpi, l’ispirazione arriva dalle grandi ciclabili che in Austria, Germania, Olanda e Francia corrono lungo i fiumi diventando il motore di una sana occupazione. Ed ecco che da noi la ciclovia si snoda lungo la valle del Po, senza dimenticare che il 40% dell’itinerario complessivo si trova all’interno di aree protette, per un totale di 264 chilometri da percorrere in mezzo a una natura rigogliosa.
Altra caratteristica peculiare di Vento è l’intermodalità: la ciclovia è stata disegnata in modo da raggiungere agilmente oltre 115 stazioni ferroviarie. In questo modo diventa facile dividere il viaggio in più tappe a seconda della propria disponibilità di tempo, oltre che di forza nelle gambe. Inoltre è possibile caricare le proprie bici pure sulle imbarcazioni che navigano sul Po nei numerosi attracchi sparsi lungo il fiume, alternando tratti in bici a tratti comodamente a bordo dei barconi.
Quest’anno il progetto ha festeggiato i dieci anni di vita e, di fatto, è in corso di realizzazione, anche se la ciclovia non è attualmente attiva in tutta la sua estensione: strade bianche, tratti pericolosi lungo statali e provinciali o situazioni in cui la bicicletta va accompagnata o sollevata a mano per superare ostacoli vari sono ancora fortemente presenti. Solo per dare qualche numero: i tratti già pedalabili in sicurezza sono complessivamente 52,8 chilometri (pari al 7,5% dell’intero tracciato) e tra loro sono frammentati, per cui un pezzo si trova a Torino, un altro a Ferrara, uno lungo il naviglio Pavese e un altro ancora al Lido di Venezia. Va però specificato che dal 2016 Vento è parte del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche, un sistema che il progetto stesso ha contribuito a creare, e grazie alle risorse stanziate dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ad aprile 2020 è stato dato avvio alla progettazione definitiva ed esecutiva dei primi quattro lotti funzionali di ciclabile, uno in ciascuna delle quattro regioni coinvolte.
Il costo totale del progetto ammonta a circa 182,4 milioni di euro, che sembra una cifra da capogiro, ma in fondo equivale alla spesa di realizzazione di circa 6-10 chilometri di autostrada. In ogni caso, fondi già stanziati e costi complessivi sono ben documentati sul sito cicloviavento.it. Lo scorso settembre è stata inoltre lanciata la proposta di inserire Vento (e progetti simili) nella lista di interventi da realizzare con le risorse del Recovery Fund post Covid. E anche qui la direzione sembra quella giusta verso un Paese più sostenibile. La convinzione è che salvando la bellezza del territorio si possa, almeno in parte, contribuire a tenerci al riparo da economie avide ed erosive, senza dimenticare che pedalare per viaggiare accende insieme alla mente anche una nuova idea di futuro, che ci piacerebbe pensare più inclusivo e felice, oltre che naturalmente sostenibile.
Nella foto in alto: un tratto di Vento a Gualtieri (RE), foto di Alessandro Giacomel
Articolo pubblicato su WU 104 (ottobre novembre 2020)
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