VOODOO KID – LE VIRGOLE IMPORTANTI
Un titolo scelto non a caso per un esordio discografico che non lascia indifferenti: ecco ‘Amor, requiem’, raccontato direttamente da Voodoo Kid
di Enrico S. Benincasa
È uscito il 20 novembre per Carosello Records Amor, requiem, il disco di debutto di Marianna Pluda in arte Voodoo Kid. Polistrumentista, cantante e produttrice, è originaria di Gardone Val Trompia, un paesino a nord di Brescia, ha 25 anni e ha studiato musica a Londra alla University of Westminster. Amor, requiem parla d’amore e di relazioni oltre i generi e – piccolo spoiler – le generazioni, mischiando il vocabolario del pop, delle varie declinazioni della musica urban e del r’n’b. Senza dimenticare, come vi abbiamo anticipato nel titolo, l’importanza di trovare il giusto segno di punteggiatura quando c’è bisogno.
Come hai vissuto la release di Amor, requiem, il tuo primo album?Molto bene, nonostante il periodo particolare che stiamo vivendo. Ho ricevuto un sacco di feedback positivi da parte del pubblico, della stampa e dei fan.
Nel comunicato stampa si fa riferimento alla fluidità. È un concetto che in Amor, requiem possiamo associare al genere e anche ai generi, intesi come quelli musicali. Possiamo farlo anche con le generazioni?
Per me Amor, requiem è un disco inclusivo al 100%, quindi anche in questo senso. Il fatto che persone più grandi di me possano ritrovarsi in quello che scrivo penso dipenda da come vivo le relazioni, seriamente e cercando la persona giusta con cui stare. Ho ricevuto messaggi su IG da ascoltatori che hanno anche il doppio dei miei anni, cosa che non mi aspettavo.
Hai collaborato con diversi produttori nel disco. Come ti sei trovata?Molto bene con tutti. I Mamakass, Fabio e Carlo, sono persone speciali, aperte e collaborative, con loro c’è stato un confronto in cui mi sono sentita coinvolta sin dal principio, quando il progetto Voodoo Kid era ancora agli esordi. La stessa cosa è successa con Dario Bass, Renzo Stone ed Emanuele Triglia. Con lui non sono riuscita a lavorare dal vivo, ma avevamo individuato in Goodbye la traccia giusta per collaborare assieme anche da remoto.
È un lavoro con cui ci hai mostrato le tante strade che puoi percorrere, sei d’accordo?
Ho sempre suonato cose diverse e ho un background musicale e personale vario, la cosa si riflette quando scrivo e anche quando parlo. Posso conversare di Shakespeare come dei Megadeth, o magari di entrambi questi topic in un’unica occasione (ride, NdR). Amor, requiem è un po’ un assaggio di quello che potrei proporre in futuro. È un album di otto pezzi: avrei voluto fossero nove, che per me è il numero perfetto, ma questi otto brani insieme hanno un giusto equilibrio.
Perché c’è proprio una virgola tra le due parole del titolo?
L’idea iniziale era di chiamarlo solo requiem, poi ho deciso di aggiungere un’altra parola che creasse una sorta di dualità. Amor e Requiem nel titolo sono separate dal segno di punteggiatura più inclusivo che c’è, perché lascia la possibilità di pro- seguire. I testi dell’album parlano fondamentalmente di una relazione e la parola “requiem” rappresenta la fine di questo percorso. Ma la fine è legata a ciò che è successo, consacra in un certo senso quello che c’è stato prima.
A chi fai sentire in anteprima tutte le cose che crei?
Le persone con cui lavoro ascoltano quasi in tempo reale ogni cosa che faccio. Prima era diverso: mi comportavo più come una persona che va ad arrampicare in free solo, tipo Alex Honnold. Ero io, la montagna e il mio sacchetto di magnesite, ora sono in cordata con loro. Con il gruppo giusto intorno andare avanti insieme è più bello, così come celebrare le vittorie.
Come sarà Amor, requiem dal vivo?
Ci stiamo preparando per quando si potrà portarlo dal vivo. Il live che vorrei proporre non comprenderà solo me, le basi e un microfono, questa modalità non la sento mia in questo momento. Voglio suonare molto di più insieme a Pierfrancesco e Andrea, i musicisti che saranno sul palco con me, pensare alla giusta scenografia e, se possibile, coinvolgere anche dei ballerini.
Intervista pubblicata su WU 105 (dicembre 2020 – gennaio 2021). La foto in alto di Voodoo Kid è di Chiara Romagnoli, style Greta Fumagalli, grooming Dilys White. Si ringrazia Nicole Oike. In quello scatto Voodoo Kid indossa abito Yezael, T-shirt Huf, occhiali da sole Snob Milano, anelli Aname
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