‘2020 FREESTYLE’ DI TEDUA, RELOADED
Con ‘Reloaded’ ripercorriamo la genesi di una canzone che, al di là dei risultati, si è rivelata importante per la realtà di casa nostra. Oggi lo facciamo con ‘2020 Freestyle’ di Tedua
di Nicolò Tabarelli
Nella scorsa puntata di Reloaded avevamo parlato di come la fruizione della musica è cambiata con l’avvento dei servizi di streaming (su tutti Spotify). La rivoluzione precedente è stata quella dei video musicali (rivoluzione incarnata dalla famosa hit dei The Buggles) negli anni Ottanta e Novanta grazie a MTV e poi, negli anni Zero e Dieci, grazie a YouTube, che è stato lo snodo con cui la fruizione è passata dal video allo streaming. Avevamo già parlato di questi cambiamenti tecnologici con Carlo Pastore in un’intervista di qualche mese fa. In questa puntata ci concentriamo su una canzone uscita solo come video per Instagram TV e poi diffusa senza il consenso dell’artista, quasi fosse un samizdat, su YouTube.
Il brano è 2020 Freestyle di Tedua. È lo pseudonimo di Mario Molinari, nato a Genova nel 1994 e fin da ragazzino diviso tra le periferie della Superba e il QT8 di Milano. In questo brano canta su una strumentale di Ne-Yo, uno dei maggiori artisti dell’r&b americano (ha scritto canzoni, tra le altre, per Jay-Z e Rihanna). La canzone è uscita il 2 gennaio 2020 e, nelle intenzioni di Tedua, doveva preannunciare il suo ritorno al lavoro discografico a due anni da Mowgli, il suo secondo album ufficiale dopo Orange County California.
Solo 29 giorni dopo, però, sono stati acclarati i primi casi di coronavirus in Italia e le strategie di Tedua sono dovute cambiare: al posto del terzo album ufficiale è uscito a giugno un doppio mixtape (Vita vera mixtape e Vita vera mixtape: Aspettando la Divina Commedia) che ha colmato il tempo morto tra 2020 Freestyle e l’album ufficiale che era stato già annunciato a gennaio del 2019. O almeno, questa è stata la percezione del pubblico. Tedua, invece, ha assicurato che il doppio mixtape «era previsto ma non doveva uscire col coronavirus. Perché tutti qui pensano che mi sia inventato il mixtape dopo l’emergenza. In realtà l’ho fatto credere. Io volevo uscire col disco a maggio, poi a febbraio mi sono detto: “No, faccio un mixtape perché ho tante tracce e ne aggiungo da qua a maggio. E il disco lo rimando a fine anno”».
[Intro]
Yo
Dopo Orange County, dopo Mowgli (Ryan)
“Lo stiamo perdendo, dottore”
Prima strofa
Homie, la strada è tornata (Yah), è follia ordinaria (Ehi), se Tedua pubblica
Mani in aria (Tedua), Drilliguria dalla repubblica marinara
Nuovo anno, nuovo album (Brr) non ho postato, drogato di vita vera
Prima che il social ti renda ameba (No, fra‘)
Allena la mente, pendente la mia catena (Sì)
Scatena la gente, agente, la legge non ci tutela (No)
Non mandate spam di qualche ventenne perdente
Se non ha la metà dell’attitudine che avevo io alla sua età (Ahah)
Il mio fan, è evidente, fa il ribelle, ma non sa
Quante merde ho calpestato per arrivare fin qua
Il “tic-tac” del tempo scorre, il “click-clack” del ferro esplode
In uno strip club non cerco moglie (Tedua)
“Di un impiego serio me ne frego, inseguo un sogno”
Mi ero detto tempo or sono (Ora), ora guarda dove sono (Ah)
Uscito dalla giungla, non più un cazzo di cucciolo d’uomo (No)
Se ho la manica lunga, ho più di un sarto e mi cuciono l’orlo (Uoh)
Pronto a darmi in pasto agli squali (Uoh), con il mio pasto di Cali
Adulti vogliono rubare in casa dei ladri (Yah)
Con contratti che se straparli, non puoi strapparli (No cap)
E se hai contanti contati e se sei senza contatti, ci cadi (No cap)
Tedua ha raccontato l’esigenza espressiva da cui è nata 2020 Freestyle in un’intervista a VICE: «l’essenza del freestyle è proprio quella di essere molto diretta, con parole semplici malgrado gli esercizi di stile. Con l’esigenza di voler esprimersi. Penso che per la stabilità di una carriera, l’immaginario e la coerenza di un artista siano fondamentali, e il rap, molto più del canonico pop radiofonico, ti concede questi sprazzi tra una hit e l’altra dove potersi mettere a nudo, come Tupac in Changes».
Un aspetto di Tedua da tenere sempre presente è l’estrema ricorsività dei suoi concetti, delle sue rime e delle sue metafore nel corso della sua produzione, aspetto su cui il rapper stesso ha posto più volte l’accento. Non c’è un solo album che non richiami il precedente, capita spesso che tornino barre che erano già presenti in sue tracce vecchissime o metafore che si trasformano per raccontare gli stessi concetti.
Questo compito in 2020 Freestyle viene assolto dall’intro in cui si riprende testualmente la prima frase dell’intro di Orange County, il mixtape che aveva preceduto Orange County California. La Drilligura citata nella prima strofa invece è una targa inventata da Tedua nella quale sono contenuti il collettivo Wildbandana (i cui membri sono Tedua, Izi, Ill Rave, Guesan e Vaz Tè) più Bresh e Disme. A questi si aggiunge come nume tutelare, il persiano-genovese Nader Shah, che i “drilligurini” considerano precursore del movimento trap in Italia.
Tutti assieme questi rapper avevano pubblicato nel maggio del 2017 Amici miei mixtape uno dei lavori qualitativamente più significativi della cosiddetta “nuova scuola genovese” che però non è mai stato pubblicato sulle piattaforme di streaming ed è rimasto su YouTube, appannaggio di un pubblico ristretto di cultori della scena. La strategia di Tedua sembra quindi seguire due binari paralleli: da un lato la massima diffusione possibile, quindi i servizi streaming per le hit rivolte a un pubblico generalista; dall’altro un restringimento a collo di bottiglia per i brani più vicini alla sua vocazione conscious e al racconto delle strade di Genova.
Quando se la prende con il suo fan che non sa quante merde ha calpestato per arrivare fino a dove si trova ora, Tedua parla a un sottoinsieme specifico del suo pubblico e lo fa tramite un canale privilegiato. Non affiderebbe mai una dichiarazione così netta all’algoritmo di Spotify. Questa consapevolezza emerge in maniera molto netta, per esempio, in una puntata di Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez e Luis Sal, dove Tedua racconta che «a Genova facevi rap per i rapper, però dovendo portare il rap anche a persone che erano ancora più spaesate nei confronti del rap rispetto anche ai milanesi, ho imparato ancor di più la comunicazione alla massa e a riuscire a rendere hip hop e mainstream una corrente di pensiero molto underground».
Anche la barra centrale in cui si parla di un “cucciolo d’uomo” fa riferimento a un lavoro precedente di Tedua, Mowgli, in cui la metafora dell’orfano nella città che caratterizza la trilogia ispirata alla serie televisiva The O.C. si trasforma nell’immagine dell’orfano nella giungla urbana e prepara il campo per quello che verrà dopo, ovvero il Tedua maturo che si perde nella selva oscura del successo e della vita adulta. Il prossimo album, infatti, si intitolerà La Divina Commedia e racconterà come il rapper si destreggia nel suo nuovo status di borghese.
2020 Freestyle va recuperata perché è un’ottima chiave per non perdersi il vero apporto della “scuola genovese” alla musica italiana, che non è fatto solo dalle hit che conosciamo in moltissimi, ma anche da un’anima che fonde le lezioni dei maestri del conscious americano a quelle del cantautorato genovese. Come dice Izi nell’intro al docufilm La nuova scuola genovese, «Fabrizio De Andrè è la voce del popolo e allo stesso tempo la voce di dio. Per me è un padre, forse perché sta dalla parte degli ultimi».
Nella foto in alto: un’immagine dal video ‘2020 Freestyle’ di Tedua
Dello stesso autore
Nicolò Tabarelli
INTERVIEWS | 28 Ottobre 2021
MECNA E COCO – JOLLY DI MALINCONIA
INTERVIEWS | 2 Settembre 2021
SHABLO – ARTISTI DELLA PROPRIA VITA
INTERVIEWS | 8 Luglio 2021
SOTTOTONO – UN PASSO VERSO LA REALTÀ
INTERVIEWS | 3 Giugno 2021
GIAIME – RIALZARSI COME UN BOSS
CONTENTS | 23 Marzo 2021
‘NUVOLA’ DI DREFGOLD E SIDE BABY, RELOADED