12H, LA VIDEO PLAYLIST DEL 24 FEBBRAIO
12H è una playlist con i pezzi più belli usciti nell’ultima settimana, perché ci sono sempre nuove e belle canzoni da ascoltare
di Carlotta Sisti
Dove sto io, è di nuovo zona arancione. Lo si sapeva da inizio settimana scorsa, ma il copione prevede che si debba tornare a ritirarsi nel proprio cono d’ombra solo di domenica, che tanto a messa mi sa che ci si può andare e quindi si è al riparo anche da anche eventuali proteste della CEI. Anche i meno portati per la logica sono riusciti a dedurre che sabato 20 febbraio sarebbe stato l’ultimo giorno giallo per almeno 15 giorni, e, dunque, sabato 20 febbraio, nella mia città è stato riprodotto lo scenario di Capodanno 2000. Ma con più alcol. E 18 gradi.
E sì, se lo so è perché anch’io ho dato appuntamento a 18 persone, nella fascia oraria tra le 16 e le 18, e andando stoicamente incontro ad un pomeriggio dal potenziale altamente distruttivo, che si è palesato immediatamente. O meglio, immediatamente dopo aver trovato posteggio a una decina di chilometri dal luogo del mio incontro, perché evidentemente la notizia dell’imminente fine dell’era gialla non era sfuggita proprio a nessuno. Con il trucco sfatto di sudore, ma sti cazzi, c’è la mascherina, alle 16 e 15 io e le mie compagne di bevuta pomeridiana ci siamo sentite dire da un barista pieno di sensi di colpa: «Mi spiace, abbiamo finito tutto, posso farvi solo dei cocktail». La natura del suo dispiacere mi è tuttora incomprensibile, pensava forse volessimo un caffè, quand’era Capodanno?
E così è andata che abbiamo bevuto superalcolici, sedute su delle panchine (dopo aver provato la posizione “accovacciata”, che nello yoga sarebbe, credo, la rana, quella insomma che di norma indica che la situazione non è più sotto controllo, presente, no?) con attorno molte guardia, proprio come quando avevamo 15 anni e andavamo nei centro sociali per partecipare al dibattito sull’internazionalismo, inaffrontabile senza un vodka tonic. Intorno, tavoli che infilavano un giro di amaro via l’altro, ragazzi che sventolavano bambole gonfiabili di varie etnie, esseri umani collassati sui marciapiedi – stavolta nella nota posizione yoga della shavasana – gruppi che si urlavano da un lato all’altro della strada le coordinate di party abusivi.
In tutto ciò, l’unico poliziotto che ho sentito redarguire qualcuno, lo ha fatto dicendo a un tizio, solo con la sua sigaretta senza amici e senza cane: «Guardi che fumare non è una scusa per tenere giù la mascherina, non vede che è pieno di assembramenti?». E qui chiuderei, se non fosse che si sono sciolti i Daft Punk. Alla fine di un anno in cui tutti siamo andati in giro mascherati, i due a volto coperto hanno salutato il loro pubblico e probabilmente detto addio al casco, e io ci trovo una sottile ironia.
Sarà il privilegio di averli visti al Traffic di Torino nel 2007 (che possiamo anche definire la cosa di musica live più incredibile mai avuta in Italia, e infatti non è durata a lungo), sarà che sono profondamente conscia del fatto che questa pandemia ha messo e mette ancora a dura prova la tenuta di qualsiasi cosa, dalla salute mentale ai matrimoni, sta di fatto che non provo la tristezza o la rabbia di tanti, o quella che, invece, mi devasta quando leggo che nella serata delle Canzoni d’Autore di Sanremo ci sono due cover di Jovanotti. Ai Daft Punk vorrei dire «ci mancherete, siate felici» e magari fate come i Blur, tornate tra un decennio per un mega live, anche uno solo, e i pianeti saranno allineati. Così, con un’inevitabile dedica a Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter, anche noti come quelli che non hanno mai sbagliato un disco, eccoci ai nuovi pezzi di questo 12H, l’ultimo prima della settimana santa che è quella del Festival di Sanremo.
IL RISVEGLIO: ‘ORANGO TANGO’ DI MARGHERITA VICARIO
Cose che amo di questo pezzo e del suo video: il balletto che cita la coreografia di Body di Megan Thee Stallion, Margherita che parla francese, Margherita che parla di MD e mentre lo fa ci mette la cassa dritta, l’immagine del suo family day ideale “senza preti né massoni, pieno di tranS e di gay che cantano Happy Day”, la giusta dedica a De Luca, ma soprattutto il fatto che si stia lasciando libera di scorrazzare la sua parte più audace, più folle, anche se c’è ancora margine per alzare l’asticella, lo sappiamo che c’è.
LA PAUSA CAFFÈ: ‘LE LUCI’ DI MYDRAMA FEAT. DANI FAIV E ‘BUGIE’ DI MASSIMO PERICOLO
Per tutta la durata del celebre talent di Sky che molti fingono di non guardare, mi sono chiesta perché ad Alessandra -MYDRAMA continuassero a dare pezzi conscious, lenti ed introspettivi, mentre è in cose come questa che gasa da morire. Qui, quando dice che “balliamo come lupi” è micidiale, prende tra le mani quella cosa che è il nostro personale culto della notte e ce la mette davanti agli occhi, proprio ora che non la possiamo avere. Sarebbe stato bello avere più Dani Faiv, che quando arriva si fatica a salutarlo, ma è evidente che l’essenza di questo pezzo è Alessandra e la sua penna, che non s’accontenta di una produzione figa ma cura le immagini con grande attenzione. Il nuovo singolo di Vane è da ascoltare a orecchie spalancate, perché per rimanere in tema di penne, qui c’è una delle migliori in Italia. Bugie è un pezzo che ti mette in mezzo, che in qualunque fase della tua vita tu sia, figlio, padre, non importa, ci sarà una barra che ti farà male. Così lavora Massimo Pericolo, affonda le mani nella realtà e tira fuori le cose più scomode, ma ve lo aveva detto fin dall’inizio che sarebbe stato sincero.
PRANZO: ‘MAGPIE’ DI LAVA LA RUE
Lava La Rue, al secolo Ava Laurel, da Ladbroke Grove, fa un hip hop morbido e boom-bap, pieno di anima, di amore per se stessi, di politica e di solidarietà femminile. Lei, 22 anni, cresciuta dalla nonna giamaicana e poi messa in case famiglia, canta di come è sempre stata consapevole di non essere come i suoi coetanei ricchi o istruiti nelle arti, ma anche del fatto che ha sempre saputo quanto possa essere potente una persona dalla mente forte, contro tutte le avversità del mondo. Laurel fa parte del collettivo underground NiNE8 (il loro nome è un gioco di parole sul fatto che sono nove persone, e per lo più nat* nel 1998), che creano tutto, dalle loro canzoni ai video ai loro vestiti. Insieme a lei c’è anche Biig Piig che abbiamo messo la scorsa puntata, stavolta, invece, tocca a Lava e al suo Ep Butter-Fly, che è tutto bello con menzione speciale per questa Magpie. Qui ci sono tutte le esplorazioni affettive di una 22enne libera da stereotipi, che incontra amori in erba e che si scotta con i loro effetti collaterali dolorosamente liberatori. La raccolta di canzoni d’amore queer ha un suono difficile da racchiudere in una sola etichetta: vibrazioni psych rock con sfumature di r&b e lo-fi futuristico, il tutto tenuto insieme dalla sua voce ora carezzevole ora mutata in un flusso rap fluido che ricorda Tyler, The Creator. Tanta roba.
APERITIVO: ‘CROMATINA BOY’ DI SUPERFLUUUO FEAT. ALBERTO CAMERINI E ‘BOOSKA POIGNARD’ DI GAZO
Quando ho letto di questo feat ho urlato. E poi me li sono immaginati, in maniera del tutto ossessivo-compulsiva, sul palco dell’Ariston, altro che Jovanotti. Ma non è solo un’operazione simpatia o nostalgia, quello dei Superfluuuo con Alberto Camerini è proprio un bel pezzo, che si porta appresso il mood retrò che uno si immagina e lo incastona bene nel presente. Il modello ciclico del rap francese, che naviga tra successivi indurimenti e ammorbidimenti, ha fatto di recente ritorno nelle strade, di cui è fiero narratore Gazo, che ha firmato per Sony una manciata di mesi fa. I suoi temi non sono originali (droga? Sì. Violenza? Certo. Brand? A pacchi) ma la sua mossa in più è quella, per chi mastica il francese, di saper dire una cosa banale in modo geniale, con guizzi creativi fighissimi. Lampi di luce che catturano la mente di chi ascolta. E poi cattiveria a palate.
PRIMA DI ANDARE A DORMIRE: ‘BLU’ DEI TROPEA
I Tropea, allo zenit della malinconia. Ma non abbiate timore, perché Blu è un pezzo in cui puoi sciogliere i tuoi brutti pensieri, perdendoti dentro ad una storia d’amore che non si svela del tutto, dentro al sax, che messo lì dai Tropea è sempre un’ottima scelta, dentro l’abbraccio di una canzone elegantissima ma non algida. Tra i tanti che hanno, infatti, uno dei loro migliori talenti è il sapere dosare le cose, in modo quasi chimico. Ma, di nuovo, non artefatto.
BONUS INSONNIA: ‘DA FUNK’ DEI DAFT PUNK
Più che invecchiare bene, non invecchia affatto.
Nella foto in alto: Massimo Pericolo, foto di Giulia Bersani
Clicca qui per la playlist di settimana scorsa
La playlist 12H di WU curata da Carlotta la trovate anche su Spotify, qui sotto il player
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