PER CLAUDIO COCCOLUTO
Purtroppo questa notte è mancato Claudio Coccoluto. Abbiamo chiesto a cinque persone che conoscono bene la club culture di aiutarci a ricordarlo, con parole e musica (la sua, ovviamente)
di redazione di WU
Questa notte, come probabilmente già saprete, è mancato Claudio Coccoluto. Inutile dire che il dj e produttore originario di Gaeta è stato un pilastro della club culture italiana, il suo lavoro è stato fondamentale per fare crescere questo mondo. Abbiamo chiesto a Lele Sacchi, Stefano Astore, Ruggero Isacchi, Marco Greco e Stefano Libertini Protopapa di aiutarci a ricordarlo, con le parole e con la musica. Potete trovare tutto qui sotto, buona lettura e… grazie Claudio.
Lele Sacchi (dj, producer, conduttore radiofonico)
I ricordi legati a Claudio sono tanti e sono tutti belli, perché il suo carattere era bello. Quando eri con lui, non poteva non colpirti la sua energia e la capacità empatica di farti star bene. Inoltre, sapeva consigliarti. Lo ha fatto con me e con tanti altri dj, quelli che a suo parere dovevano portare avanti il percorso che lui aveva iniziato, quello del clubbing di qualità e del clubbing come espressione di una cultura. Quando vedeva il giusto impegno in un giovane non si tirava indietro e si spendeva per lui, una cosa che in questo ambiente non succede spesso. Lo ha sempre fatto, anche quando ha raggiunto la notorietà. Ha difeso questo mondo dai pregiudizi che venivano dall’esterno e ha cercato di sensibilizzare tutti a non creare situazioni negative per il mondo del clubbing. In console è stato uno dei più bravi di tutti, fuori scala, mostruoso, con una cultura musicale pazzesca. Il buco che lascia è grosso, ma ha talmente seminato bene che saranno in tanti a portare avanti le sue idee. Se dovessi scegliere un brano tra le sue tante produzioni direi I love you dei The Dub Duo, formazione che lo ha visto insieme a Savino Martinez pubblicare per la NRK, etichetta fighissima inglese di deep house di fine anni Novanta.
Stefano Astore e Ruggero Isacchi (Club Nation founder)
Stefano: Ho conosciuto Claudio alcuni anni fa, nel nostro ambiente prima o poi ci si incrocia. Ricordo la mia emozione di giovane e inesperto promoter che ascoltava come fosse un oracolo – e lo era – le parole del più importante dj italiano. Mi sono sentito speciale e allo stesso modo onorato di quell’incontro. Negli anni mi è capitato di rivederlo e risentirlo e non ho mai percepito da parte sua un minimo di altezzosità o disinteresse nei confronti di nessuno. Rispettava tutti allo stesso modo, utilizzava le parole con molta abilità e centrava sempre ogni discorso. Sinceramente sentire parlare Claudio forse era anche meglio di quando era dietro al mixer, perché era un oratore raffinato e acuto. Mi mancherà la sua figura autorevole, sapere che era lì a rappresentarci, anche senza poterlo vedere, mi dava un senso di sicurezza.
Ruggero: Per ricordarlo anche in musica, ho scelto dal suo recente The Pink Door EP, uscito nel 2019, The Horse Running.
Stefano Libertini Protopapa (dj e producer, art director FLUIDOSTUDIO)
Il ricordo più dolce e divertente che ho di Claudio è legato a un party del 2015 in cui lui suonava e io ho ballato tutto il tempo davanti a lui. Ero anche leggermente molesto causa alcool e presabene eccessiva e credo di aver fatto così tanto casino che, alla fine del suo set, è sceso dalla consolle, mi ha preso in braccio – tipo sirena, adoro – e mi ha fatto girare. Un sogno.
Angels of Love da Cocodance è il brano che scelgo per rircordarlo.
Marco Greco (Le Cannibale co-founder)
Coccoluto per me è un ricordo dell’adolescenza: in quegli anni era all’apice della sua carriera, ma era già stato un pioniere negli anni Ottanta e un innovatore straordinario negli anni Novanta. Per chi fa questo mestiere, seppure da un’angolazione differente come noi, il GOA a Roma è leggenda e la sua dedizione ed entusiasmo per la musica è da esempio per molti! Per tanti anni ha dimostrato di essere davanti a tutti per visione e per capacità di analisi di ciò che gli stava attorno. Oltre a un grande dj, il nostro settore perde una mente sopraffina con analisi e critiche mai banali sul mondo del clubbing e sulle sue contraddizioni. In pochi hanno contribuito quanto lui alla nascita e allo sviluppo della club culture in Italia, il suo lascito non verrà disperso.
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