DEIV – LONDRA-MILANO, SOLA ANDATA
Deiv è il primo artista scelto da Salmo per Lebonski 360°, la sua etichetta, e ha da poco pubblicato una performance live registrata agli Isola Studios
di Enrico S. Benincasa
Lebonski 360°, l’etichetta di Salmo, ha il suo primo artista in roster. Si chiama Deiv, ed è il moniker scelto del cantante e musicista Davide Moica, originario del nord della Sardegna come il “boss” della neonata label. Deiv, prima di buttarsi in questa nuova avventura, viveva a Londra dove lavorava e suonava insieme a Lucienn, suo amico e producer. Il suo ritorno in Italia è dovuto a Diamanti, una delle quattro tracce che ha di recente pubblicato. L’ha composta nella capitale inglese, poi ha deciso di mandarla per un parere a Salmo, suo amico da tempo, e in pochi mesi si è ritrovato in studio a registrare con lui. Recentemente Diamanti, TPS, DM e Povero, le quattro tracce che finora ci ha fatto sentire, sono state oggetto di una registrazione dal vivo presso gli Isola Studios che ha visto impegnati lo stesso Deiv, Lucienn, il polistrumentista Riccardo Puddu, il batterista Jacopo Volpe e Saturnino (potete vedere i video qui sotto). I cinque hanno fatto un gran lavoro, dando a questi brani un colore di volta in volta diverso rispetto a come si possono sentire nella versione da studio. Torniamo però un attimo indietro insieme a Deiv, ai momenti successivi al suo arrivo a Milano dopo la chiamata di Salmo.
Nella cartella stampa racconti in maniera precisa il processo che ti ha portato a contattare Salmo per fargli sentire Diamanti, per poi fare un “salto temporale”, dopo il quale sei a Milano per collaborare con lui e diventare il primo artista della sua etichetta. C’è stato un momento – o più di uno – durante questo periodo in cui hai realizzato che questa proposta si stava concretizzando?
Beh, arrivare a Milano l’anno scorso e dal primo giorno lavorare negli studi RCA nella sede di Sony, con a fianco Mauri (Salmo, NdR) a dirigere i lavori è stato strano, ma ho subito avuto la sensazione che qualcosa stava cambiando. In più, due giorni dopo ero con Saturnino in studio, venuto per registrare la linea di basso di uno dei pezzi su cui stavamo lavorando. Mentre suonava si è messo a ballare da quanto era preso bene, e in quel frangente mi sono detto: «Ok, si parte!».
Hai pubblicato quattro singoli con quattro produttori diversi. Con alcuni di loro hai rapporti di più lungo corso, con altri no. Riesci a darci un aggettivo o una frase che può riassumere, almeno in parte, il lavoro con ognuno?
Ci provo. Parto da Mace, con cui abbiamo collaborato per TPS. Lavorandoci insieme ho percepito la sua esperienza, il suo know how: poche decisioni, ma sempre quelle giuste per il brano. In poche parole, un vero producer. Salmo, che è il produttore di DM ha una visione internazionale e sa dare a un pezzo quella vibe e quella freschezza che raramente senti in Italia. Young Miles, invece, ha lavorato su Povero ed è stato molto diretto e funzionale. Mi ha colpito la sua maturità nonostante la giovane età. E, last but not least, Lucienn in Diamanti è stato veramente magico. Ero a fianco a lui, a Londra, durante la creazione del brano. Era notte e scriveva le parti del basso e del piano senza neanche sentire il suono. Mi chiedevo come facesse senza ascoltare neanche una nota. Era come se stesse disegnando sul piano roll, chiudeva gli occhi e poi di nuovo a disegnare lì sul software. Dopo un paio d’ore il pezzo era pronto. Che dire, WTF!
Quanto hai scritto da quando hai iniziato a collaborare con Lebonski 360°? Hai preferito partire da zero o sei andato anche a ripescare vecchie idee?
Ho scritto molto, direttamente in italiano. Dovevo recuperare i tanti anni passati a scrivere soltanto in inglese, anche perché è difficile riadattare testi da una lingua all’altra. Qualcosa di vecchio l’ho ripreso, ma erano più che altro pensieri random scritti tempo fa nei miei diari segreti, per il resto sono ripartito da zero. Avevo sempre snobbato l’idea di scrivere e cantare in italiano ma, da quando ho iniziato, non mi son più fermato. Pensa che al mio ritorno in Sardegna l’anno scorso, in pieno lockdown, ho scritto 30 provini in un mese. Da lì, insieme a Salmo, abbiamo iniziato a scegliere e lavorare le canzoni che – spero presto – andranno a formare il mio primo disco.
Più in generale, hai un modo/metodo preferito nell’approccio alla scrittura – partire dal testo, dalla musica, ecc. – o il processo cambia di volta in volta?
Cambia il processo di volta in volta. Non ho un metodo ben preciso, è raro che scriva di getto però. Mi piace stare da solo in quei momenti e mi capita spesso di farlo la notte. Ci deve essere solo la mia chitarra a fianco, nessun’altro. Scrivo molto di me, di quello che vivo e di quello che vedo, ma penso l’abbiate capito dai brani che abbiamo pubblicato.
Il live negli Isola Studios aiuta a capire meglio la tua personalità musicale e i diversi colori che le tue canzoni possono assumere in una dimensione live. È un bell’assaggio di quello che potrebbe essere un tuo concerto dal vivo?
Esattamente. In passato ho suonato in moltissimi gruppi e ho voluto riportare quella dimensione live che più mi appartiene. Ho bisogno di sentire il feeling di una band attorno a me per dare il 100% , la distorsione di una chitarra o semplicemente sentire il feedback dagli ampli, la gestione della dinamica tra i componenti, il batterista che pesta sulla batteria… Insomma, tutto quello che avete visto. Il live per me è religione e non vedo l’ora di tornare su un palco.
Come avete lavorato sugli arrangiamenti dei brani? È stato un lavoro più da remoto o più in sala?
Abbiamo riadattato i brani in un solo giorno. Avevamo a disposizione gli Isola Studios (di Eros Ramazzotti, NdR), abbiamo utilizzato il primo per capire come potevamo arrangiarli e il secondo per registrarli. Non è stato facile dopo più di un anno di stop, ma ho avuto la fortuna di avere persone competenti dentro al progetto, con una grande esperienza in fatto di live e la cosa ha aiutato non poco.
Quale sarà il prossimo passo? Continueranno a uscire altri singoli o pensate di pubblicare con qualcosa di più strutturato?
Fosse per me farei uscire il disco domani, però questa è una decisione che deve essere il più funzionale possibile al periodo che stiamo vivendo, soprattutto per un artista emergente come me. Spero cambi qualcosa in fretta nel settore dello spettacolo: servono decisioni importanti o si rischia di rimanere nell’oblio ancora per molto. Fingers crossed!
Nella foto in alto: Deiv
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