12H, LA PLAYLIST DEL 7 APRILE
12H è una playlist con i pezzi più interessanti usciti negli ultimi giorni, perché ci sono sempre nuove e belle canzoni da ascoltare
di Carlotta Sisti
I segnali che dicono che il limite di sopportazione è stato ampiamente superato ci sono tutti, lampeggiano, pulsano, spuntano da dietro la spalla e sibilano nelle orecchie: «Sei piena, zia, piena». L’altro giorno, per esempio, stavo guardando Propaganda, in un pazzo venerdì sera. Per chi non lo sapesse, il suddetto è un programma di La7 dove tutti parlano romanesco, biascicando leggermente e mangiandosi alcuni vocaboli e per il quale per questa ragione agogno dei sottotitoli. Pur capendo circa il 35% delle cose che dicono, quando riesco ad intercettare il senso delle cose, mi fa ridere.
Ecco, quest’ultima volta non ho riso per niente, perché a tradimento è partito un servizio che mostrava come una tizia 30 e qualcosa italiana che vive a Los Angeles, fosse riuscita, grazie ad un’app che si chiama Vaccine Hunting a ricevere un vaccino, avanzato e messo a disposizione di chiunque avesse voglia di fare la sua parte per uscire dall’incubo, con, come unica condizione, quello che chiunque sia andato a un concerto di Madonna si è accollato, e cioè qualche ora di attesa. Una bella storia americana, insomma, alla quale ho reagito con fiumi di lacrime. Che tornano, mentre scrivo.
Perché, come dicono le voci, sono piena. E non ho tutti questa gamma alternativa di emozioni, sinceramente, quindi in modo pavloviano, alla vista di un piano vaccinazione efficace, piango di frustrazione, invidia, tristezza e rabbia. E voi, tutto bene? Avete sfidato la zona rossa per andare a grigliare sul balcone di vostro cugino? Avete grigliato direttamente in casa, onde evitare multoni, o ve ne siete battuti e siete andati in fiume con le sdraio, l’ombrellone, la musica rock dandovi il cambio per vedere se arrivavano le guardie? Perché vi ho visti, con quei sacchi di carbonella sulle spalle che gridavano assembramento, ma non vi ho invidiati che insieme alle settimane bianche, se c’è una cosa che mi strazia, mi schifa, mi annoia alla morte sono le grigliate, il momento perfetto per gli onnivori gradassi (oddio, mi tocca dire che non tutti gli onnivori sono gradassi, come se il 90% dei miei familiari e amici non lo fosse, ma vabbé, come fa notare qualcuno sono temi di grande suscettibilità) per cercare di bullizzare noi vegetariani.
Che freschezza le battute sui vegetariani, tutte belle e divertenti, poi, spero ne facciano presto qualcuna i comici intrappolati dentro quel format che poteva essere, ma non è che è LOL, per scompisciarmi. LOL, per voi che, nelle pause da cose come il tentativo di non diventare irrimediabilmente poveri, la mera sopravvivenza personale e di chi divide la vita con voi e i social, non approfittate di questo lockdown lungo un anno e mezzo per guardare quanta più tele possibile, è un format giapponese (e quanto vorrei vedere l’originale), nel quale un gruppo di comic* viene chiuso per sei ore in un appartamento con il divieto di ridere, sorridere, risi, sorisi, pena l’eliminazione. Spoiler alert: quello che è successo in queste prime quattro puntate è che tutti hanno riso di se stessi. Ma non in senso ironico, che sarebbe sensato, no: hanno proprio riso delle proprie battute e gag. Che cosa ci dice questo di loro, di noi, della comicità, della vita? Non ne ho idea, però come sempre ho delle belle canzoni da suggerirvi, quasi tutte un po’ malinconiche, ma molto meno dell’egomania di Pintus.
IL RISVEGLIO: ‘MARGHERITA V11’ DEGLI ISIDE
Il cucchiaio che gira sul bordo della tazza, la tipa che “cena con il latte” e pretende che lui non si incazzi, la pelle che profuma di pesca, e, restando in tema con quanto sopra, le battute che non fanno più ridere. Ci sono molti modi per raccontare un amore impigliato, di un rapporto esasperato, e qui gli Iside, from Bergamo with gran bella scrittura, lo fanno nel modo che mi piace di più, e cioè con delle immagini sensoriali che ci tirano dentro.
LA PAUSA CAFFÈ: ‘MIRIAM’ DI MYSS KETA, L I M, DPCM, GIUNGLA O ‘AQUILE’ DI KETAMA126
MYSS ha creato il mio dream team, affiancandosi a L I M, Giungla e la batterista Danila Guglielmi, e questa Miriam mi fa perdere letteralmente la testa per quei richiami new wave del tutto inaspettati. Potrebbe essere un pezzo di Siouxsie and The Banshees, dei Bauhaus, dei Christian Death, e invece è lei, che spariglia tutto e ti piazza lì la dark. Kety sta soffrendo molto, per questa pandemia, e ce lo dice spesso su i suoi social, lo dice nelle interviste, insomma, lo dice, ma non si sente. Perché questa sua nuova traccia è bella possente, aggressiva, carica, anzi, ha meno struggimento di molti pezzi in cui Piero ha saputo dipingere molto bene un certo tipo di disagio interiore, che sfiora o entra in luoghi molto bui, molto sinistri. Qui no, qui si respira, si balla, e come da un pezzo, si aspetta di ballarsela sotto palco.
PRANZO: ‘YOUNG LIES’ DI POTÈ FEAT. DAMON ALBARN
Poté, nato a Santa Lucia, cresciuto a Londra e residente a Parigi, è entrato in Outlier, l’etichetta di Bonobo, ma, fosse per me, entrerebbe anche nel governo Draghi dopo questa traccia insieme a Damon Albarn. In Young Lies, che potrei anche riassumere con “che pezzo de Cristo” e arrivederci, si sentono gli echi caraibici, ma senza quell’artificio che ogni tanto accompagna simili contaminazioni, ma piuttosto come a un corollario indispensabile ad incorniciare il pezzo, a farlo capire. Poté, di cui si fatica a trovare una bio (i risultati di ricerca riguardano per lo più dei ferri da stiro, attrezzi che guardo con sospetto) e che non ha nemmeno sei mila follower su Instagram, ci ha piazzato qui questa bombetta primaverile. In attesa del suo primo LP, chi gli toglie più gli occhi di dosso.
APERITIVO: ‘BIG BOSS RABBIT’ DI FREDDIE GIBBS
Non troverete temi nuovi che non siano «sono il rapper più figo, il criminale più figo» eccetera, però un pezzo rap nudo e crudo mancava da un po’, quindi eccolo.
PRIMA DI ANDARE A DORMIRE: ‘I WALK THIS EARTH WITH MYSELF’ DI EKKSTACY O ‘PESCI’ DI MENOMALE
Ekkstacy ha 18 anni e viene da Vancouver. E ha quel tocco lì. Quello che ti fa brillare gli occhi quando parte una traccia come questa, che chissà come ti fa venire in mente Tentacion insieme ai The Drums, ma poi ti fa pure scordare tutto e rimanere lì a godertela. Dice che questo è l’anno in cui, più che far parte di una scena, ne vuole costruire una sua. Più che arroganza, ci senti solitudine, in una frase così, detta da uno che fa musica così. Invece menomale viene da Roma, e come tanti che amiamo sa trovare le metafore perfette all’interno della sua città, per poi farcele vedere e renderle universali, comuni a tutti. Produttore, socio di Ngawa, qui è al suo primo lavoro “cantautoriale”, un pezzo che ha il dono dell’imprevedibilità e, attenzione merce rara, dell’ironia. «Nelle strofe – dice menomale – provo a ricordarmi di come forse dovrei smettere di cercare certezze che probabilmente non esistono. Il mio modo di immaginare l’Imprevedibilità del mondo è pensare a Roma, la mia città, dove camminando puoi inciampare tra i sanpietrini e nelle buche (ormai laghi secolari) puoi vedere nuotare pesci»
BONUS INSONNIA: ‘CONGRATURATIONS’ DI PHEM
Se Avril Lavigne fosse cresciuta andando a concerti rap, suonando percussioni jazz e tenendosi alla larga dai successi radiofonici sicuri, la musica che avrebbe potuto finire per suonare sarebbe qualcosa del genere. Quindi, insonni e nostalgici dei tempi di Mtv, consoliamoci con la sua versione più selvaggia e brutale.
Nella foto in alto: Ketama126, foto di Chiara Mirelli
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La playlist 12H di WU curata da Carlotta la trovate anche su Spotify, qui sotto il player
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