JOAN THIELE – IN ATTO
Nel 2021 Joan Thiele ha scelto lo strumento della partizione in atti tipico dell’opera e delle pièce teatrali per farci sentire i suoi nuovi brani. Sono così usciti Atto I e Atto II, due mini EP dedicati a tempo e spazio, che la cantante e producer porta questa estate dal vivo con la sua band
di Enrico S. Benincasa
Atto I – Memoria del futuro e Atto II – Disordinato Spazio sono i due mini EP usciti per Undamento che Joan Thiele ha pubblicato in questi primi mesi dell’anno e che seguono Operazione oro, il suo debutto in italiano arrivato sempre per la stessa label lo scorso anno. Questa modalità di pubblicazione è una decisione particolare, presa d’istinto, figlia di riflessioni che sono emerse in questo periodo così unico. Joan ora porta dal vivo questi brani insieme alla sua band e in tutta Italia: tra le sue date già annunciate ci sono quelle al Castello Sforzesco di Milano (26/6, con Ginevra Nervi), a Leverano, in provincia di Lecce (9/7), a Bergamo (17/7), a Firenze (21/7), a Santa Sofia, in provincia di Forlì (Mutazioni, 25/7) e a Bagnacavallo (Rumors, 29/7). Tenete d’occhio i suoi social, ne arriveranno delle altre.
Perché hai scelto questa chiave degli atti per farci sentire i tuoi nuovi brani?
L’anno scorso ho fatto uscire il mio primo EP in italiano, Operazione Oro, in piena pandemia. Subito dopo mi sono trovata a scrivere tantissimo, ho sentito forse la necessità di ricominciare da capo. Scrivendo mi sono resa conto che c’erano delle parole chiave, delle tematiche che tornavano nei pezzi. Ho trovato che concetti come tempo e spazio erano ricorrenti e ho quindi deciso di dargli risalto usando la “metafora” dell’atto teatrale, che si collegava anche alla situazione di chiusura dei luoghi di spettacolo. Mi piaceva l’idea di immaginarmi a teatro o al cinema con davanti il pubblico e cantare quello che per me è stato quest’ultimo anno. Non posso ancora dire molto su cosa verrà dopo, ma diciamo che manca ancora qualcosa.
A proposito di tempo, «il tempo non è il mio nemico» è una frase che troviamo nel comunicato stampa che presenta Atto I. È un pensiero nato in questo ultimo anno?
Quest’anno ho fatto una sorta di “click”, ho iniziato a vedere la dimensione tempo con occhi diversi. La mia percezione è cambiata riguardo al crescere, al diventare sempre più adulti, ma anche per quanto riguarda la gestione nel quotidiano. Ho smesso di vederlo come un nemico, oggi cerco di farmelo amico. Tutti, in qualche modo, ci siamo guardati più dentro nell’ultimo anno e mezzo, a me è successo di riflettere molto su questo aspetto.
È stato difficile scegliere i brani per questo progetto tra le tante cose che hai scritto?
Sì, li ho scelti da una serie di brani molto più ampia, ma è stato tutto molto naturale. Non è stato un criterio di marketing o altro a guidarmi, semplicemente ho fatto quello che mi sentivo.
Ceri e Mace, ma anche Emanuele Triglia, Not For Climbing e Amanda Lean sono i produttori con cui hai collaborato per Atto I e Atto II. C’è comunque un’unità di base forte, al di là del numero di persone che ci hanno messo le mani. Com’è stato collaborare con loro?
È stato per me molto bello e la presenza di più artisti alla produzione mi ha aiutato a sottolineare il tema della condivisione che attraversa l’intero progetto. È un lavoro di squadra in cui ognuno ha messo qualcosa di sé. Quasi la totalità dei pezzi sono nati da mie pre-produzioni, che non sono state stravolte ma valorizzate dal loro contributo. Siamo tutti amici, c’è un livello di empatia che ci permette di produrre in una maniera molto nostra e riconoscibile.
Adesso si torna a riempire – seppur parzialmente – i luoghi dello spettacolo, almeno quelli estivi. Come stai vivendo l’attesa di questo ritorno imminente sul palco?
Sono felicissima perché il palco è la mia dimensione, è dove è iniziato tutto. Come me ci sarà una band, non sarò più da sola con il mio set di Ableton (ride, NdR). È una scelta che è coincisa con la decisione di scrivere in italiano, le sonorità di questa nuova fase della mia carriera si sposano bene con l’idea suonare tutto dal vivo.
La divisione in atti avrà in qualche modo effetto sulla scaletta del live?In qualche modo sì, anche se, per via della pandemia, sul live non sono riuscita a fare tutto quello che avevo in mente. Ci sono ovviamente delle limitazioni, anche a livello scenografico, ma in qualche modo faremo emergere questa cosa.
A Milano suoni al Castello Sforzesco, dove non hai mai suonato.
Sono molto emozionata, è la seconda data del mio tour, mi sembra quasi un “affronto” (ride, NdR). È un posto bellissimo, dove ho visto diversi concerti, non vedo l’ora. Poi c’è anche Ginevra Nervi, che per me è bravissima, mi piace molto l’idea di condividere il palco con lei.
L’anno scorso non hai fatto concerti nella piccola finestra estiva in cui si potevano fare, quindi questo tour segnerà il debutto di Joan Thiele in italiano, giusto?
Sì, è strana questa cosa, probabilmente il pubblico non sarà esattamente lo stesso di prima, magari il passaggio di lingua ha avvicinato qualcuno e allontanato qualcun altro. Sono curiosa di vedere chi verrà a sentirmi.
Ci sono ovviamente le limitazioni imposte dalla situazione sanitaria, ma il fatto che bisognerà stare un po’ più composti rispetto a un live normale potrebbe avvicinare lo show a quell’idea di teatro da cui hai preso spunto per Atto I e Atto II.
È una prospettiva che non avevo considerato, un po’ poetica, ma in effetti potrebbe anche funzionare. In genere preferisco le atmosfere un po’ più coinvolgenti, soprattutto con una band, ma va benissimo così, è una tappa che dobbiamo fare per tornare alla normalità.
Joan Thiele e Ginevra Nervi suoneranno il 26 giugno al Castello Sforzesco per Somewhere Festival. I biglietti sono su DICE
Nella foto in alto: Joan Thiele
Joan Thiele su IG
Intervista pubblicata su WU 108 (giugno-luglio 2021)
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