MOBRICI – SENTIMENTI SOLIDI
L’ex leader della band culto della scena indie Canova, ora avviatosi sulla strada solista, continua a regalare brani frutto di una potente e vincente miscela tra canzone d’autore e gusto pop. Il suo approccio non è cambiato: diretto e intimo, parlando di, con, e al cuore
di redazione di WU
Mobrici ha ripreso il suo viaggio musicale lì dove lo avevamo lasciato, alla fine dell’avventura con il suo ex gruppo, i Canova. Oggi sta facendo un altro pezzo di strada, cercando di andare oltre quell’esperienza. Il suo cantautorato è capace di scavare a fondo nei sentimenti, di mettersi a nudo senza vergogna e con generosità, in modo immediato e poetico, libero da ogni percorso precostituito. A dimostrarlo, i cinque singoli pubblicati in meno di un anno: da 20100, uscito a sorpresa nel febbraio del 2021 a Scende, realizzato insieme all’amico Gazzelle. Da poco è arrivato anche Povero Cuore, brano che contiene anche un featuring importante, quello con Brunori Sas. Una collaborazione, come ci ha detto Mobrici, nata senza pensarci troppo. E questo è il pezzo che anticipa il primo, atteso disco, Anche le scimmie cadono dagli alberi, in uscita il 19 novembre.
È cambiato qualche dettaglio nel tuo modo di intendere la musica, di scrivere canzoni, in questo nuovo percorso da solista?
A livello di scrittura no. Anche adesso ragiono un po’ come una band: quando scrivo canzoni penso anche agli arrangiamenti, quindi sto sempre attento a quello che devono fare gli altri strumenti. In sostanza non è cambiato niente, per fortuna. Sono sempre stato molto libero di fare tutto quello che volevo, quindi per me ora è come se fosse una prosecuzione di quello che era stato con i Canova. Poi mancano i concerti, una parte fondamentale della vita di un artista.
Sono brani nati durante la pandemia?
A causa della pandemia ci sono stati dei cambi di programma: il disco sarebbe dovuto uscire prima dell’estate, però senza i concerti sarebbe stato un po’ brutto e triste. Rinviando l’uscita, ho buttato via delle canzoni e ne ho scritte altre. C’è stata una gestazione un po’ particolare e spero di non avere mai più nulla a che fare con una situazione così, con questa incertezza. In generale mi piace che ci sia vicinanza tra la scrittura di una canzone e la sua pubblicazione, se passa troppo tempo mi sento diverso anche io, come se fossero canzoni di un altro.
L’ultimo singolo che hai pubblicato è Povero cuore con Brunori Sas. Perché hai pensato di collaborare proprio con lui?
Ho scritto questa canzone di getto, poi ho pensato che c’era bisogno di un altro punto di vista: era abbastanza cupa e troppo triste, bisognava risollevarla, farla evolvere. Ho pensato subito a lui, perché ha la sensibilità e la maturità giusta per affrontare un tema così. Mi sono fidato del mio istinto e l’ho chiamato. A lui è piaciuta – meno male – e ha detto sì. Non avevo la minima idea di cosa avrebbe scritto, gli ho detto di fare quello che voleva. Quando ho ascoltato il brano con la sua parte suonava in un’altra maniera, era cambiato totalmente, il suo punto di vista gli aveva dato un’altra spinta. Queste sono cose belle, che mi piace fare, a prescindere da saranno accolte all’esterno.
Come è nato invece Scende con Gazzelle?
Con Gazzelle è stato totalmente diverso. Siamo molto amici, quando facevamo i nostri primi tour eravamo sempre insieme e abbiamo legato tanto. L’anno scorso ci siamo visti e abbiamo pensato: «Perché non facciamo una canzone insieme?» e quindi divanata, chitarra e via! Non avevo mai fatto collaborazioni prima, alla fine stare in una band è già una forma di collaborazione, di mediazione, di ascolto. Adesso mi interessa confrontarmi in questo modo ma in piccole dosi, non farei mai un disco tutto di featuring. È bello vedere anche come l’altro affronta la stessa cosa, è come avere la mente aperta di qualcun altro sul tavolo e vedere come ragiona.
Tutti questi brani sono molto intimi, parlano di sentimenti e relazioni, anche della loro fine. Scrivere per te è un modo di esorcizzare, di lasciare andare?
Non so bene dare una risposta, quello che posso dirti è che quando arrivo che non posso più andare avanti, allora mi affido a svuotare tutto con le canzoni. Questi sono brani nati veramente in poco tempo, proprio come degli sfoghi. Però io li vedo an- che come un modo per rendere solidi dei pensieri, dei sentimenti e delle emozioni, racchiuderli in tre minuti e fare in modo che qualcun altro possa capire cosa sto passando in quel poco tempo. Fin da ragazzino ho sofferto molto per le questioni sentimentali e le ho trasposte nelle canzoni, che possono anche essere un modo per comunicare con l’altra persona. Avevo iniziato proprio perché mi vergognavo ad andare a parlare con una ragazzina a scuola e le avevo infilato di nascosto il CD con la canzone nello zaino! Bello, ma non tanto quando non funziona. Non si fa così, si possono fare danni! (ride, NdR)
So che hai particolarmente a cuore il tema dell’ecologia.
È una cosa che ho scoperto da un po’ di anni, ho smesso di mangiare carne e pesce e questo mi ha aperto un mondo su tutto ciò che riguarda le tematiche ambientali. Penso che questa sia la sfida non solo dei giovani ma di tutti, abbiamo sbagliato a calibrare qualcosa. Non sono un integralista, però è un tema da studiare, è importante che tutti sappiano cose che non erano proprio alla luce del sole e poi agiscano seguendo la propria coscienza.
Come stai vivendo questa fase in cui suonare dal vivo sembra difficilissimo? Si tornerà a fare concerti come prima della pandemia?Secondo me l’ultima carta da usare è quella nostalgica, di pensare di poter tornare tutti attaccati, tutti sudati. Siamo entrati in un nuovo mondo, in cui la situazione dei concerti deve ridimensionarsi, e probabilmente sarà così anche quando sarà tutto finito, anche perché probabilmente non sarà mai finito niente. Sicuramente intestardirsi non serve, siamo comunque in una situazione particolare e bisogna fare scelte particolari. Io farò sicuramente dei concerti, a prescindere da tutto. E voglio pensare positivo: questo vuoto magari creerà una grande risposta artistica, e sarà servito anche questo. Mi piace vederla così, sennò sembra troppo una disfatta e secondo me non ce la meritiamo. Sono fiducioso, dobbiamo esserlo!
Intervista pubblicata su WU 110 (ottobre 2021)
Nella foto in alto: Mobrici, foto di Giulia Bersani
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