MILANO CLUB 1995-2001
Questa sera al Teatro della Triennale di Milano la proiezione prima del docu-film che racconta l’epopea della scena underground musicale milanese dal 1995 al 2001
di Stefano Ampollini
Milano Music Week è un appuntamento ormai immancabile nel calendario degli appuntamenti milanesi, sia per gli addetti ai lavori sia per i semplici appassionati di musica: dal 22 al 28 novembre decine di concerti, showcase, talk, workshops animeranno la città. Un’occasione ancor più importante per una manifestazione che torna in presenza dopo l’edizione totalmente digitale dello scorso anno.
La musica quest’anno è protagonista anche al cinema. Milano Club 1995-2001 è un docufilm essenziale per capire un momento storico che ha segnato la città di Milano, nel quale la musica fu il mezzo di emancipazione di una generazione che usciva frastornata dalla Milano da bere degli anni Ottanta, passando attraverso le stragi di Stato, la caduta del Muro di Berlino e delle ideologie, fino alla corruzione emersa dell’inchiesta Mani Pulite. La musica fu l’antidoto per risollevarsi dal clima plumbeo nel quale la città era inevitabilmente sprofondata, ma proprio quelle condizioni così eccezionali resero possibile l’esplosione di un’energia creativa che dopo il 2001, con l’avvento di internet e con i primi fenomeni di riqualificazione urbana, iniziò lentamente a scemare.
D’altra parte proprio «la disponibilità di appartamenti a buon mercato e di locali occupati abusivamente», come ricordato all’inizio del film attraverso una citazione di Mark Fisher, è una delle cause che permisero l’incontro in luoghi non convenzionali di giovani che avevano una gran voglia di sperimentare e di mescolarsi, sganciandosi dalle tribù che avevano caratterizzato il decennio precedente.
Sono gli anni delle contaminazioni tra generi, in cui anche l’elettronica inizia a trovare una sua dimensione e dignità a fianco al rock e al punk. Sono gli anni dei concerti gratuiti, di Laurent Garnier che arriva a suonare otto ore di fila alla Pergola, delle oltre 900 tessere staccate alla serata di apertura del Tunnel, dove potevi trovare lo studente rasta e il giovane avvocato in giacca e cravatta.
È questa la lettura onesta e il più possibile neutrale del regista Andrea Cavallari, classe 1976, monzese con una laurea al DAMS di Bologna, che di quella generazione faceva parte e che oggi prova a raccontarne l’eredità attraverso aneddoti e i racconti dei protagonisti: dai dj Lele Sacchi e Painè Quadrelli, da Alioscia dei Casino Royale fino da Luca “Skywalker” Boselli, anima di Pergola Tribe. Ma anche Gian Carlo Soresina e Alessandro Cavalla, rispettivamente fondatori dei magazzini Generali e del Tunnel, i due club forse più iconici di quel periodo, entrambi nati proprio nel 1995. Il racconto si svolge con una narrativa che prova a non lasciare spazio alla nostalgia: in fondo il film è rivolto anche e soprattutto ai più giovani, per renderli consapevoli che la trasversalità (perfino “inclusione”) che oggi vivono e danno per scontata, ha le sue origini proprio da quegli anni.
Nella foto: Alioscia durante le riprese di ‘Milano Club 1995-2001’
MILANO
il 24 novembre
alla Triennale
viale Alemagna 6
orario: ore 19
ingresso: gratuito
profilo IG del film
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