CCMGS DEL 17 FEBBRAIO 2022
Una selezione di corti gratuita online e due film da non perdere in sala, uno francese e l’altro inglese: ecco CCMGS – Che Cosa Mi Guardo Stasera – di questa settimana
di Emma Cacciatori
«Non è una cosa facile amare le persone. Se si parla di amore, calma. Amare vuole dire non aspettarsi niente indietro. Se uno si aspetta una cosa, non è più amore. È quel dare senza neanche farsene accorgere». Sagge parole di Battiato, che in questi giorni che girano intorno a S, Valentino, possono degnamente accompagnare un paio di film non banali sull’argomento amoroso a cui dedichiamo questo CCMGS. Non senza, però, partire da un evento, ghiotto e gratuito.
CCMGS SPECIALE FESTIVAL: LOCARNO SHORT WEEKS
Forse vi è capitato, agli inizi di agosto, di vedere le immagini di Piazza Grande a Locarno, in occasione del Festival del Cinema. Forse eravate seduti in quella piazza, considerata la più grande sala all’aperto del mondo, insieme ad altri 8 mila spettatori. Tantissimi, ma solo meno di un terzo del pubblico che l’anno scorso ha assistito al Locarno Shorts Weeks, evento online destinato ai cortometraggi, che da quattro anni, già da prima dell’arrivo del Covid, gli organizzatori del Festival hanno sperimentato nel mese di febbraio. Anche quest’anno il format, che ha dimostrato di funzionare non solo nell’emergenza pandemica, prevede la diffusione on line di 22 cortometraggi provenienti da tutto il mondo e visibili ovunque, gratuitamente, fino al 28 febbraio. Si tratta di una selezione dei corti dell’edizione 2020, che Eddie Bertozzi, curatore della rassegna, definisce «una varietà di stili, un portfolio di preoccupazioni vitali, urgenze del cuore, avvertimenti del pianeta». Il pubblico può vedere i filmati . Ogni giorno è prevista una proiezione, che resterà disponibile per una settimana. Tra gli spettatori, che potranno votare il loro corto preferito, verranno sorteggiati alcuni fortunati, che avranno la possibilità di partecipare al Festival madre di agosto, giunto alla sua 75esima edizione.
Il sito del Festival di Locarno lo trovi qui.
CCMGS AL CINEMA: ‘AFTER LOVE’ (2021)
Mary è una donna inglese che ha sposato un pakistano e, per farlo, si è convertita all’islam. Vive a Dover, dove il marito, Ahamed, è comandante di un traghetto che fa la spola con Calais. Quando questi improvvisamente muore, Mary scopre che nella vita dell’uomo c’è una donna, Genevieve, sull’altra sponda del mare. Decide di incontrarla e, per una serie di circostanze, finisce col diventarne la domestica. Genevieve, che vive col figlio Solomon (inquieto adolescente alle prese con la propria identità sessuale), avuto dalla relazione con Ahamed, non sa della morte dell’uomo, né conosce la vera identità di Mary. Quest’ultima, dalle tracce lasciate dal marito nella casa e dalle confidenze dell’ignara Genevieve viene così a conoscenza di ogni dettaglio della doppia vita di Ahamed, la cui assenza ha sconvolto la famiglia di entrambe le donne. «Cosa rimane di te stesso quando lo cambi dopo avere ruotato così tanto intorno a qualcun altro? Quando quella persona se ne va o muore, come possiamo iniziare a ricalibrare e ritrovare il nostro senso di sé?» si chiede il regista Aleem Khan in un’intervista al Guardian, nella quale emerge che alcuni punti forti del film appartengono alla sua biografia, quali il matrimonio del padre pakistano con la madre inglese convertita all’Islam, il dramma di appartenere a due culture diverse, la morte di un familiare, l’omossessualità. Entrambe le donne, ora, di fronte al lutto, devono ritrovare la propria identità, unite dal dolore, ma lacerate dalle loro contraddizioni. Il film ha la tensione di un thriller psicologico (che cosa scoprirà ancora Mary, quando verrà scoperta o deciderà di scoprirsi? Chi era realmente Ahamed?) ma la drammaticità della storia è affidata soprattutto alla complessità dei personaggi, alla ricerca di una loro autenticità sotto le maschere sociali e religiose (l’amante, la convertita, il fedifrago, l’omosessuale) che indossano. Montaggio pausato, stile ricercato, dialoghi scarni, il film ha ricevuto impressionanti riconoscimenti tra cui sei premi (come, tra l’altro miglior film, regia, attrice, sceneggiatura) al British Independent Film Awards del 2021.
CCMGS AL CINEMA: ‘STRINGIMI FORTE’ (2021)
Come After love, anche Stringimi forte di Mathieu Amalric è un film in cui l’amore si alimenta di un’assenza, in cui l’amore, come vogliono le regole del melodramma con cui spesso leggiamo la vita, cammina con la morte. Difficile parlare di quest’opera, che si ispira a una pièce teatrale di Claudine Galea, senza violare la voluta ambiguità della sua trama: ogni anticipazione potrebbe distruggere l’intrigo delle supposizioni richieste allo spettatore. Tutto sembra rinviare alla storia di una fuga di una donna, Clarisse, una madre di due figli che decide di lasciare la sua famiglia per un viaggio senza meta. Ma tutto, a partire dalla sua AMC Pacer rossa del ’79, ha la iperrealistica lucidità di una realtà “mentale”, che a fatica riusciamo a distinguere da quella vissuta. Attraverso il libero susseguirsi di frammenti, la protagonista evoca, più che raccontare, “morsi” della sua vita familiare, per usare le parole del regista, e in questo suo flusso di immagini i fantasmi hanno la stessa consistenza dei vivi e gli eventi vissuti hanno la stessa verosimiglianza di quelli desiderati. Perché la protagonista sta cercando di reagire a un trauma terribile, per difendersi dal quale ha bisogno di costruirsi una sua realtà in cui credere. Lentamente, nei 97 minuti del film, la verità prende corpo e il lettore capirà chi manca e chi resta, chi sta fuggendo e da cosa. E si potrà azzardare anche qualche inferenza sul significato del titolo del film, che ruba le parole di una canzone di Ėtienne Daho: «Stringimi forte, se il tuo corpo diventa più leggero, io potrò salvarci».
Puoi seguire CCMGS – e contribuire alle scelte della prossima puntata – su IG e Facebook. Per entrare nel gruppo occorre rispondere a una domanda facile su un film di Nanni Moretti, quindi arrivare preparati!
Nella foto in alto: Immagine da ‘Stringimi Forte’ di Mathieu Amalric, foto di Les Films du Poisson
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